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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Ok a legge incentivi transizione energetica: “Emendamento di oggi ricalca il mio del 2 ottobre”

Nota del consigliere regionale Paolo Pagliaro, capogruppo La Puglia Domani: "Obbligo di ristori anche per fossile e impianti già in esercizio, come Tap e Cerano"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

LECCE - “Avevo ragione ad insistere sulla doverosità dei ristori a compensazione dell’insediamento di impianti di produzione di energia, anche da fonti combustibili fossili e dal carbone. E avevo ragione a pretendere che venissero previsti ristori non solo per i nuovi impianti ma anche per quelli già in esercizio, con specifico riferimento al gasdotto Tap. I contenuti del mio emendamento al disegno di legge di modifica delle norme in materia di incentivazione alla transizione energetica, che ho presentato il 2 ottobre scorso, sono stati infatti ricalcati dall’emendamento presentato oggi in Consiglio regionale dall’assessore Delli Noci, che ha consentito di sbloccare lo stallo sull’approvazione del provvedimento. L’articolo 2 del ddl della giunta, emendato oggi, rimandava invece i ristori agli impianti futuri che dovessero insediarsi sul nostro territorio, esentando di fatto quelli già attivi. La nostra posizione in merito è chiara, e la ribadisco: Tap e Snam devono risarcire il Salento per il passaggio del gasdotto che solca ben 63 chilometri tra le province di Lecce e Brindisi. Aspettiamo ancora i 50 milioni di euro promessi come riparazione e pacificazione con il Salento e ribaditi in Commissione Bilancio, nel corso delle due audizioni che si sono tenute su mia richiesta a giugno e luglio del 2022. Ristori già previsti dalla legge Marzano del 2004 ma mai incassati, non solo per il gasdotto Tap ma anche per Cerano e per tutti gli altri impianti di produzione energetica che hanno sfregiato il territorio salentino e pugliese. Ci siamo lasciati colonizzare senza nulla pretendere in cambio, a differenza della Basilicata che ha ottenuto compensazioni e sconti in bolletta per lo sfruttamento del suo petrolio. Ribadisco dunque che i ristori per il Tap devono andare ai Comuni che ne hanno diritto, avendo subìto il passaggio di questa colossale infrastruttura che produce utili da capogiro senza che un solo euro vada a beneficio del nostro territorio. Le misure di compensazione non possono essere un terno al lotto, che oggi ci sono e domani no, ma una certezza. Soprattutto per il nostro territorio, che già tanto ha dato in termini di sacrificio ambientale e paesaggistico anche per la produzione energetica da fonti rinnovabili, deve essere chiaro questo concetto: chi vuole venire a produrre da noi, deve ristorare i territori interessati. Questo non vuol dire svendere il nostro territorio, arrenderci all’assalto delle multinazionali dell’energia che stanno subissando il Ministero di richieste per nuovi impianti, a terra e in mare. Perché nessun ristoro potrà mai ripagare le ferite al paesaggio, la perdita del bene più grande che è la nostra bellezza, quella che alimenta gran parte della nostra economia non solo turistica”.

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