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Operai “Sirti” di Nardò, dalla crisi ai manganelli nella capitale

Una delegazione di lavoratori neretini ha aderito alla manifestazione contro i presunti tagli di stipendi e del personale da parte di Sirti. Bergamo, di Fiom Cgil denuncia "cariche della polizia". Timori per la riforma del lavoro

NARDO’ - Da Nardò a Roma per aderire allo sciopero nazionale indetto dai lavoratori Sirti (la più grande azienda italiana che si occupa di installazione e manutenzione di reti ed impianti telefonici), gli operai della sede salentina non sono stati accolti festosamente.

bergamo-3La manifestazione presso la sede del ministero del Lavoro in via Fornovo, cui hanno aderito centinaia di operai provenienti da tutta Italia, è tutt’ora in corso, ma non sono mancati i momenti di tensione: “Il sit-in, per quanto pacifico, sta interessando le forze dell’ordine che hanno agito con cariche sui manifestanti – avvisa Salvatore Bergamo della Fiom Cgil di LecceUn lavoratore, colpito dai manganelli, è rimasto ferito ed è stato trasportato al pronto soccorso”.
 
Cosa possa aver giustificato una reazione così dura delle forze dell’ordine, il sindacalista non lo sa dire. Ma ammette che “siamo alle solite”. “La polizia in assetto anti-sommossa ha ordine di intervenire in queste circostanze, – aggiunge - perché una manifestazione di operai che rivendicano i propri diritti è considerata a rischio. Viviamo in uno stato di polizia”.
 
La causa del contendere è nei ‘rumors’ che vogliono il gruppo intenzionato a operare tagli sul personale in esubero, 1000 in tutto il Paese, con conseguente ridimensionamento dei salari. La notizia non è nuova e sembrerebbe la ovvia conseguenza di una pesante situazione debitoria accumulata dal gruppo.  Se il conto è stato presentato ai lavoratori, le segreterie nazionali di Fim Cisl, Uilm Uil e Fiom Cgil si oppongono all’idea che siano gli operai a pagare lo scotto. 
 
“Siamo in attesa di essere ricevuti dai funzionari del ministero – spiega Salvatore Bergamo, alla guida di una folta delegazione di lavoratori neretini – Sul piatto della bilancia pesa la decisione di Sirti di disdire il contratto integrativo aziendale”. I sindacati  rivendicano, inoltre, il mancato rispetto degli accordi sottoscritti nell’agosto del 2011, nella medesima sede ministeriale.
 
La paura cresce man mano che si  fa strada la riforma del mercato del lavoro. “Innanzitutto potrebbe venire meno l’opzione della mobilità che accompagni i lavoratori fino al pensionamento. – spiega Bergamo – Ma in ballo c’è soprattutto la modifica dell’articolo 18, che darebbe a Sirti i margini per licenziare liberamente, a causa di una dichiarata crisi economica”.
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