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Domenica, 28 Aprile 2024
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Dopo l’omaggio alla Corti, in scena i temi della legalità con Laura Anello

Dopo la prima serata, dedicata all’omaggio alla filologa scomparsa, secondo appuntamento nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con don Raffaele Bruno, presidente regionale di Libera, e l’autrice di “L’altra storia

OTRANTO – Dopo la prima serata, dedicata all’omaggio a Maria Corti, un secondo appuntamento per “Libri in scena” dedicato alla legalità, nel ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Don Raffaele Bruno, responsabile regionale dell’associazione Libera, presenta “L’altra storia”, alla presenza dell’autrice del testo, Laura Anello.

Il libro, con la prefazione di don Luigi Ciotti, raccoglie con grande partecipazione emotiva, le testimonianze di parenti e collaboratori dei due magistrati che attestano il grande affetto che li univa e che ha permesso “che noi si possa essere vivi”. Questa è la storia che cammina sulle gambe dei sopravvissuti e delle vittime uccise nelle stragi che insanguinarono la Palermo del 1992.

Un puzzle di testimonianze che svela segreti, getta nuova luce sull'isolamento dei due magistrati, esplora un dolore ancora bruciante che si declina in rabbia, rimpianto, richiesta di giustizia e di verità. C'è il sopravvissuto Angelo Corbo, l'agente sulla terza macchina di scorta a Capaci che raccoglie l'ultimo sguardo di Falcone sull'autostrada sventrata dal tritolo. C'è Maria Falcone, che ricostruisce la parte privata del fratello giudice, ormai piegato, senza mai arrendersi, dalle calunnie e dalle amarezze.

C'è Alfredo Morvillo, il fratello di Francesca, che descrive il clima di isolamento e di invidie al Tribunale di Palermo che precedette la strage del 23 maggio. C'è Manfredi Borsellino, che parla della vita del padre, dall'incrollabile ottimismo all'ultima telefonata tempestosa con il capo della procura, poche ore prima di andare incontro a una morte annunciata. E poi le mogli, i figli, le sorelle e i fratelli dei ragazzi che vent'anni fa morirono in Sicilia per lo Stato. Quello Stato di cui rappresentavano "il volto più vero e alto", come scrive don Luigi Ciotti nella prefazione.

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