La birra, regina dell’estate, non ingrassa (ma occhio al suo consumo!)
Naturalmente per far sì che sia salutare è bene associarla ad una corretta alimentazione e non, come spesso avviene, a cibi grassi molto calorici. Dunque un suo consumo moderato, associato a del buon cibo, può essere consigliato
Birra, emblema dell’estate. Sinonimo di convivialità e dello stare in compagnia, è la bevanda ideale per abbinare grigliate e aperitivi in spiaggia.
Una birra fresca in una calda giornata d’estate è uno dei piccoli piaceri della vita a cui difficilmente si può rinunciare. E’ una bevanda molto antica: le prime notizie risalgono infatti all’epoca dei babilonesi. Gli ingredienti tradizionali per ottenere la birra sono il malto, il luppolo e il lievito. Il malto, che per legge non deve essere inferiore al 60% è in genere d’orzo, ma può essere anche di altri cereali, per esempio frumento o mais. Una caratteristica importante della birra è la schiuma, che la protegge contro l’azione ossidante dell’ossigeno e serve quindi a mantenere più a lungo l’aroma; la presenza di una schiuma bella stabile è indice di qualità e di freschezza. La birra si serve ad una temperatura compresa tra 7 e 10 gradi.
Valori nutrizionali e proprietà della birra
La birra presenta numerose proprietà che derivano dalla sua composizione. Contiene una buona quantità di vitamine e sali minerali e un ottimo rapporto calcio - fosforo, mentre la presenza di sodio è molto bassa. Il luppolo comprende diversi tipi di flavonoidi che possiedono proprietà antitumorali. In particolare, contiene xantumolo, una sostanza che pare utile nell’inibire la proliferazione delle cellule tumorali di alcuni tipi di carcinomi. Non tutte le birre racchiudono una quantità elevata di xantumolo, ma solo quelle con un’alta percentuale di luppolo.
Inoltre, grazie al suo contenuto in polifenoli, vanta proprietà antiossidanti. Bisogna comunque ricordare che trattandosi di una bevanda alcolica è importante consumarla con moderazione.
Prendendo ad esempio una birra chiara classica, la sua composizione è la seguente:
- 85% di acqua
- 3 - 9% di alcol
- 3 - 8 % di estratto secco che include elementi come zucchero, vitamine del gruppo B, sali ed acidi. Tutti elementi nutritivi di malto e luppolo.
Dal punto di vista calorico, 100 ml di birra contengono una quantità compresa tra le 30 e le 60 kcal che non riguardano solo la parte alcolica, ma anche la parte proteica e delle destrine presenti nella birra.
E’ vero che la birra fa ingrassare?
Si tratta di una questione con un fondamento scientifico: infatti, sebbene l’apporto calorico non sia particolarmente elevato, la presenza di alcol etilico e alcuni carboidrati semi - complessi, le maltodestrine, fa si che la bevanda possa stimolare la produzione di insulina. Di per sé, l’eccesso insulinico tende a far ingrassare e l’effetto è amplificato dal fatto che gli acidi grassi dell’etanolo non sono del tutto trasformati in energia, ma direttamente in grasso.
La cosiddetta “pancia da birra” che ne deriva rappresenta un fattore di rischio anche per lo sviluppo di altre patologie legate al metabolismo.
Naturalmente per far sì che sia salutare è bene associarla ad una corretta alimentazione e non, come spesso avviene, a cibi grassi molto calorici. Dunque un suo consumo moderato, associato a del buon cibo, può essere consigliato a tutti (escluse donne in gravidanza e altre categorie per cui è sconsigliato anche un basso apporto di alcol). Per avere il massimo dei benefici, è bene che la birra sia di qualità, possibilmente di un birrificio artigianale.
Curiosità sulla birra
Per fare la birra i chicchi di orzo vengono posti in acqua a germogliare, fino a ottenere l’umidità necessaria, e poi a germogliare. Si ottiene così il malto, che poi è tostato in forno. La suddivisione cromatica della birra, e la conseguente distinzione in bionda, rossa e scura, dipende dalla maggiore o minore tostatura del malto.
Dopo la tostatura, il malto viene macinato e messo in acqua. Si ottiene così il mosto, che viene fatto bollire e poi filtrato; in questa fase si aggiunge il luppolo. Successivamente il mosto è fatto raffreddare e quindi fermentare in appositi serbatoi.
Durante la fermentazione si aggiunge il lievito, responsabile della trasformazione del maltosio in alcol etilico e anidride carbonica. In base al tipo di lievito che si utilizza si ottengono birre a bassa o alta fermentazione. Dopo la fermentazione, la birra viene fatta maturare per alcune settimane in specifici contenitori.
Buona birretta a tutti!
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