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Domenica, 28 Aprile 2024
Economia

Ristrutturazione aziendale in casa Mps: Cgil a tutela dei 150 lavoratori salentini

La Fisac Cgil di Lecce interviene sul piano esuberi indicato nelle settimane scorse dall’amministratore delegato del gruppo Monte dei Paschi di Siena: “Accordo straordinario per garantire chi aderisce all’esodo e chi resta”

LECCE – Sono almeno 150 i lavoratori salentini che saranno interessati dal maxi esodo progettato da Mps, la Banca Monte dei Paschi di Siena, per ridurre il costo del personale. Questi infatti i numeri relativi al Salento emersi  dal nuovo piano industriale illustrato dall’amministratore delegato del gruppo, Luigi Lovaglio. In totale saranno 3mila e 500 su 21mila i posti tagliati, con l’accompagnamento del Fondo di sostegno al reddito (simile a una cassa integrazione). Il Fondo, a partire dal mese di dicembre, garantirà agli esodati che matureranno il diritto alla pensione nei prossimi sette anni l’85 per cento dell’ultima retribuzione.

La Fisac Cgil Lecce ritiene l’85 per cento una buona base di contrattazione. “Ma bisogna fare di più”, dice il segretario generale Maurizio Miggiano. “La straordinarietà del momento, determinata dalla pandemia ancora in atto, dal dramma della guerra e da un’inflazione galoppante che pesa fortemente sui bilanci familiari, impone un accordo altrettanto straordinario, capace di salvaguardare le condizioni economiche e normative dei colleghi che aderiranno volontariamente al fondo, ma anche dei lavoratori che resteranno a lavorare in banca facendosi carico di un piano di esuberi particolarmente pesante”.

Un accordo straordinario dunque che, per il sindacato, dovrà dare risposte a cinque aspetti: tutelare le fasce più deboli, con particolare attenzione per i salari più bassi e per i periodi più lunghi di permanenza nel Fondo (anche tenendo conto della forte ripresa inflattiva) ai quali dovranno essere collegati i relativi incentivi;  mantenimento della volontarietà per l’accesso al fondo; cessione dei bonus edilizi per i colleghi e le colleghe che aderiscono al fondo;  chiarezza sul progetto complessivo e sulle prospettive future di questa Banca a tutela di chi resta.

“Banca Mps può ancora rappresentare un’opportunità e non l’ennesima occasione di profitto ai danni dei lavoratori e della collettività. A patto però che la ristrutturazione aziendale introduca, all’interno dell’intero sistema, criteri ispirati alla responsabilità sociale di impresa e ad un ruolo dell’attività creditizia finalizzato alla tutela degli interessi collettivi e al sostegno dell’economia reale, proprio quello di cui il nostro Paese ha bisogno”, conclude Miggiano.

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