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Nuova taser, un surrogato per l’Imu

Come sottolineato da Prof. Gilberto Muraro, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze, l'abolizione dell'IMU ha creato due effetti collaterali: il primo è l'incertezza paralizzante per il governo locale, che non sa cosa esattamente l'aspetti e quindi rinvia i e taglia gli investimenti e le spese sociali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

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Come sottolineato da Prof. Gilberto Muraro, Professore Ordinario di Scienza delle Finanze, l'abolizione dell'IMU ha creato due effetti collaterali: il primo è l'incertezza paralizzante per il governo locale, che non sa cosa esattamente l'aspetti e quindi rinvia i e taglia gli investimenti e le spese sociali. Il secondo è l'indebolimento internazionale dell'Italia, che con questa mossa va contro il resto del mondo e diminuisce così la probabilità di eventuali deroghe ai vincoli di bilancio e di debito pubblico (par di vederli, i tedeschi, a farci la lezione: perché mai concedervi sforamenti del Fiscal Compact se vi consentite il lusso di abolire un'imposta che noi tutti qui paghiamo?).

Ma restiamo alle tasse: al posto dell'Imu, abbiamo ora la service tax o tassa sui servizi - Taser, appunto. Come surrogato, è il "meno peggio". Salva infatti il coinvolgimento di tutti i cittadini al finanziamento del proprio municipio, condizione essenziale per un'autonomia locale responsabile. Ma sempre surrogato è, con risvolti negativi rispetto all'originale sia sul piano dell'equità tributaria sia rispetto al principio del beneficio che ovunque nel mondo ispira la finanza locale e chiama i beneficiari della spesa pubblica a finanziarla in proporzione a quanto ricevuto.

La Taser non è ancora ben definita, ma si sa che riguarderà i residenti, proprietari o inquilini che siano, e che sarà divisa in due parti. La prima, chiamata Tari, finanzierà il servizio rifiuti e quindi sostituirà la Tares, la seconda parte, chiamata Tasi, dovrebbe invece finanziare tutti i restanti servizi comunali ed essere ancorata, a scelta del comune, alla superficie o alla rendita catastale. Se basata sulla superficie, magari anche con un peso attribuito al numero dei conviventi, potrebbe stabilire un accettabile nesso tra contribuenti e la parte di spesa comunale che va a vantaggio delle persone. Ma la parte di spesa che si traduce nel mantenimento o innalzamento del valore degli immobili resterebbe senza un correlato finanziamento tributario. Gli elettori municipali, in prevalenza proprietari, tenderebbero quindi a premiare i programmi di spesa a favore delle case e non delle persone, che essi potrebbero in parte scaricare sugli inquilini. Simmetricamente, se basata sul valore desunto dalla rendita catastale, indurrebbe gli elettori-inquilini a votare per programmi di espansione delle spese per le persone.

L'onere tra inquilini e proprietari

Guardando agli effetti sull'equità fiscale, di cui va tenuto conto anche in una finanza locale che dia più peso al principio del beneficio, si spera che per l'imponibile della componente Tasi sia preferito il valore. Sostituire l'Imu basata sul valore catastale con una Taser interamente basata sulla superficie significherebbe ignorare ogni differenza di pregio e fare un regalo ai ricchi a spese dei poveri (e non rilevano qui i 76mila casi di abitazioni di lusso che continueranno a pagare l'Imu rispetto agli oltre 20 milioni di residenze proprie).

L'equità subirà comunque una ferita con il passaggio dell'onere dell'intera Taser, quindi anche della componente Tasi, dai proprietari agli inquilini nelle abitazioni locate, considerando che in media i secondi sono meno agiati dei primi. Nel lungo periodo, attraverso il rinnovo dei contratti di affitto, il mercato distribuirà l'onere sostanziale tra le due parti, in base alle leggi della domanda e dell'offerta, chiunque sia il contribuente formale. Ma per vari anni gli inquilini rischiano di avere danno e beffa. Ciò perché i canoni attuali, liberamente contrattati in regime di Ici o Imu, già risentono della traslazione della vecchia imposta sui proprietari operata dal mercato.

Ma questo non impedirà che, in forza di legge, gli inquilini siano chiamati a pagare interamente la nuova Taser, da cui sono invece esenti i locatori.

La sorte delle seconde case

E per i sei milioni di seconde case? La situazione potrebbe restare inalterata, perché l'Imu c'è e rimane e la Taser potrebbe essere resa equivalente all'attuale onere sui rifiuti. Ma è più probabile che si accentui l'onere complessivo, dato che premono le necessità della finanza pubblica, che ormai la seconda casa c'è e non può svanire e soprattutto che il suo proprietario, non essendo elettore in quel comune, è il perfetto agnello sacrificale. Si raccomanda tuttavia di non cedere troppo a questa tentazione: oltre che iniquo a fronte di un fenomeno che va oltre la classe veramente agiata, sarebbe miope, perché scoraggerebbe investimenti futuri. In effetti, già ora si nota una forte deviazione degli acquisti di seconde case dall'Italia all'estero. Insomma, come insegnava Milton Friedman, non esiste un pasto gratis per tutti, qualcuno lo deve ben pagare. Con l'abolizione dell'Imu sulla prima casa, che riguarda oltre l'80 per cento degli italiani, ci hanno fatto credere alla possibilità di un regalo per tutti. Ora cominciamo a renderci conto che in qualche modo dobbiamo pagarlo.

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