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Cultura Copertino

Attenti al "Lupo", l'ironia per liberare l'editoria

Geniale campagna di promozione lanciata dall'editore di Copertino assieme a Rebel contro un certo marketing sensazionalistico ormai in espansione, che accompagna l'uscita di un qualsiasi titolo

COPERTINO - "La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà": così parlò Michail Bakunin. L'ironia ha un sapore liberatorio, è spesso la soluzione più coraggiosa per scardinare la complessità del sistema e per frantumare l'eccesso di formalità a cui certi settori della vita sociale si relegano. Basta prendere il caso dell'editoria italiana, dove le major da qualche tempo in maniera più incontrollata fanno a gara per promozionare i propri autori e i loro testi, affidandosi non più al racconto delle loro storie ma ad un regime di marketing, ormai scolpito sullo slogan ad effetto.

Un vizio di cui si stanno imbevendo, con spirito imitatorio anche le piccole case editrici, tanto che chi frequenta con abitudine le librerie, riscontrerà come quasi ogni testo rechi ormai sulla copertina una fascetta promozionale dal sapore sensazionalistico, che elogia qualche specifico merito: "100mila copie vendute in un mese", "il successo del momento", "il caso editoriale dell'anno", "premio internazionale", ecc.

Spesso e volentieri, a conti fatti, però, molti dei libri in questione si rivelano autentici "pacchi": il Salento, da par suo, ne è pieno. Basterebbe spulciare tra certi titoli, promossi con un'eccessiva enfasi rispetto al valore reale del testo, tanto che, nella concretezza dei fatti, alcuni di essi sono già migrati a destra e a manca tra case editrici note più che per i successi, proprio per i "pacchi" di massicce campagne di promozione solo sulla carta ed ospitate tv promesse, ma rimaste nei sogni.

Contro questo meccanismo un po' perverso che sta mordendo le chiappe (è il caso di dirlo) all'editoria italiana, poco votata (salvo rare e fortunate eccezioni) alla ricerca della qualità e sempre più soggetta a questo marketing eccessivo (non sempre produttivo, quando i nodi vengono al pettine), che rischia di ammazzare gli autori talentuosi, mettendoli sullo stesso piano di quelli mediocri, trova collocazione la singolare iniziativa di Cosimo Lupo, intraprendente ed appassionato editore copertinese, che ha voluto mettere con le spalle al muro le grosse case editrici, con una campagna pubblicitaria sui propri titoli votata completamente all'ironia.

Così, con l'aiuto dei talentuosi ragazzi dell'agenzia Rebel comunicazione, sono state prodotte delle fascette copri-libro divertenti, che ridicolizzano quelle più altisonanti delle grosse case editrici. Ecco solo alcune dei messaggi più divertenti contenuti nelle fascette: "Già un caso editoriale nelle Isole Far Øer", "Il libro che ha cambiato la vita a molte letterine", "Forse il più bel libro di quest'autore, forse"; "Finalista al Premio Baracchino ‘82", "Da questo libro una noiosissima serie Tv", "Dallo stesso autore di ‘Cani di cuore'. Ah no. Quello era un altro", "500mila copie stampate in un solo giorno", "Questo libro ha venduto un milione di copie… nella testa dell'autore", "Il libro più letto da chi soffre d'insonnia", "Il libro più prestato nella biblioteca di Cocumola".

Il pubblico sembra apprezzare: all'inizio, qualcuno assuefatto a questo meccanismo d'informazione, finisce col credere davvero al messaggio riportato dalla fascetta; una volta compreso il lato ironico dell'iniziativa, sorride e coglie il significato più importante della campagna. E gli autori? Qualcuno, vedendo in libreria la fascetta unita al proprio testo non sembra proprio aver gradito, anzi, non ha nascosto il disappunto; altri, invece, hanno colto la genialità della campagna di Lupo e del gruppo Rebel, che ha come unico fine quello di dimostrare come un libro vada giudicato sulla base del suo effettivo valore e non sulla base di fantomatici premi.

Perché non sono le fascette a decretare la bellezza di un libro. E se è vero che la logica pubblicitaria deve necessariamente far leva su meccanismi propri di affabulazione, il messaggio della campagna Lupo indirizzato al lettore è chiaro e riscatta il valore intrinseco degli scritti: "Non credere a tutte le fascette. I libri si raccontano bene da soli".

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