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“I want to be a machine”. Ad Otranto l’estetica pop di Andy Warhol

Cinquanta opere in mostra, prodotte dall'artista americano con la tecnica meccanica della serigrafia: presenti i temi fondanti della sua estetica. Summer Pop è invece il titolo degli eventi collaterali a cura di Raffaela Zizzari

OTRANTO – Andy Warhol “approda” ad Otranto. Nel castello aragonese, dopo le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso e Salvador Dalì, dal 27 maggio al 30 settembre, saranno ospitare le opere del principe della pop art americana. La mostra dal titolo “Andy Warhol. I want to be a machine”, a cura di Gianni Mercurio, apre la quarta stagione artistica nel contenitore culturale gestito dall’agenzia Orione di Maglie e da Sistema Museo di Perugia, con la direzione dell’architetto Raffaela Zizzari.

Attraverso circa cinquanta opere provenienti da collezioni private italiane e prodotte da Andy Warhol con la tecnica meccanica della serigrafia, saranno presentati i temi fondanti dell'estetica dell’artista statunitense, scomparso nel 1987: mito bellezza-successo (Marilyn), consumismo (Campbell's Soup), simboli tragici (Electric Chair). Inoltre, saranno esposte opere significative come la serie dei Flowers, il Vesuvio (realizzato in occasione del suo soggiorno napoletano grazie al gallerista Lucio Amelio), i simboli del potere (Falce e Martello, Dollar Sign) e altre ancora.

“Summer Pop. Omaggio a Andy Warhol” è, invece, il titolo del programma degli eventi collaterali alla grande mostra. La rassegna, giunta alla terza edizione, ha registrato importanti risultati non solo per i visitatori che hanno apprezzato le singole mostre e gli eventi ma anche per gli artisti, i designer e le aziende che traggono una concreta opportunità di incontro e di promozione. Per info www.castelloaragoneseotranto.it

Andy Warhol (Andrew Warhola) è stato pittore, grafico pubblicitario, illustratore, scultore, produttore cinematografico, videoartista, regista pubblicitario (Schraftt’s), produttore televisivo (Andy Warhol’s TV), attore televisivo (The Love Boat), attore cinematografico (The Driver’s Seat, con Elizabeth Taylor), indossatore (Zoli), romanziere (A), filosofo (The Philosophy of Andy Warhol), commediografo (Pork), direttore e editore di riviste (Interview), conferenziere, grafico, agente di divi (Rent-A-Superstar), fotografo, produttore musicale (The Velvet Underground), manager di pop star (Walter Steding). Animatore della vita mondana newyorkese, ma soprattutto grande comunicatore.

All’alba degli anni Sessanta, mentre dalla potente macchina economica americana si sviluppa l'interesse per una forma di comunicazione universale, l’arte diviene progetto di relazioni legate a uno stile di vita aggregante e socializzante. In questa New York incontrastata capitale dell'arte, Andy Warhol sperimenta il suo progetto di rendere "meccanica" la pratica artistica: "The reason I'm painting this way is that I want to be a machine", dichiara. Le sue dichiarazioni non manifestano solo degli intenti artistici, sono l'espressione di progetti e strategie che mirano a realizzare uno dei suoi principali desideri: corrompere spiritualmente l'arte delle immagini con l'arte della comunicazione; trasformare il proprio nome in qualcosa che sia insieme simbolo e logo dello spirito del tempo, un brand che anche nelle situazioni più insospettabili sappia essere riconoscibile, e non solo nell'universo artistico.

Artista come produttore e artista come comunicatore, dunque: Warhol dà impulso alla produttività delle proprie innovazioni linguistiche, fonde nell’opera il linguaggio immediato e quello sotteso della comunicazione, il livello di lettura alto e basso; ecco perché comunicare è per lui una strategia esistenziale, estetica e ideologica, una strategia talmente vincente che ne ha fatto l'artista più celebrato del Novecento. L’arte di Andy Warhol sopravvive, infatti, alla stessa epopea pop che l’ha generata: essa è ancora molto presente in molte forme di comunicazione e di espressione artistica; anche e soprattutto in quella più diffusa e massificata: la pubblicità, in una specie di suggestione incessante e universale la cui conclusione è probabilmente ancora lontana.

Gianni Mercurio, studioso di arte americana, ha curato importanti mostre monografiche su Andy Warhol, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, George Segal, Roy Lichtenstein e mostre di gruppo su pop–art, iperrealismo e graffitismo. Ha lavorato come guest curator presso il Ludwig Museum di Colonia, il Musée d’Art Contemporaine di Lione, il Palazzo Reale di Milano, la Triennale di Milano, l’IVAM di Valencia, il MACRO di Roma e altri musei in Europa. A Roma, dove vive, ha diretto il Chiostro del Bramante, la Galleria Comunale di Arte Moderna e Contemporanea (attuale MACRO) e il Museo Carlo Bilotti. Tra i suoi progetti recenti, a Milano, Anish Kapoor alla Rotonda della Besana e Fabbrica del Vapore, Roy Lichtenstein alla Triennale e Tony Oursler al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea.

Raffaela Zizzari, direttore artistico del castello aragonese di Otranto, è nata nel 1974 a Milano. Si è laureata in Architettura all’Università di Firenze, dove esercita la professione di architetto e collabora a vari progetti di ricerca in disegno industriale, pubblicati e in corso di pubblicazione. Architetto e designer, si è occupata per molti anni di architettura, design e marketing, approfondendo soprattutto gli aspetti legati al rapporto tra la cultura del sistema design e le piccole e medie imprese, con particolare riguardo all’innovazione formale e tecnologica e alla comunicazione strategica delle imprese. Svolge attività professionale e disegna prodotti per strutture ricettive e aziende del settore arredo, illuminazione, lapideo e agroalimentare. È direttore artistico di centri per l’arte e varie aziende.

Cariddi soddisfatto: "Un'altra grande mostra, una gestione virtuosa anche per il Comune"

“Una quarta stagione artistica del castello aragonese che ci propone un’altra interessantissima mostra”, ha dichiarato nella presentazione di stamattina il sindaco Luciano Cariddi, “che sarà possibile visitare dai tanti turisti che ci auguriamo potranno giungere ad Otranto durante la prossima stagione estiva. Ma anche un ulteriore arricchimento dell’offerta culturale che la nostra città è stata in grado di realizzare in questi anni per la comunità otrantina e pugliese. E’ anche occasione utile per un bilancio dell’attività svolta all’interno del castello con la nostra gestione. Avevamo fatto una scommessa appena insediatici al governo della Città nel riuscire a tradurre questo importante monumento cittadino in un utile contenitore culturale per il nostro territorio”.

“Una scommessa che, stando ai risultati e ai numeri che ci vengono consegnati oggi, risulta vinta”, ha proseguito il primo cittadino. “Difatti, avevamo ricevuto una gestione che interessava solo poste del passivo del bilancio comunale per circa 110mila euro l’anno e siamo riusciti, in questo nuovo mandato, a trasformare il castello in una fonte di entrata. Il Comune di Otranto, nell’ultimo triennio, ha registrato incassi per circa 220mila euro. Mentre, per quanto riguarda i costi, siamo riusciti da subito a veder ridotto il canone di concessione annuale pagato all’Agenzia del Demanio da circa 70mila euro all’anno, che venivano corrisposti dalla precedente Amministrazione, agli attuali circa 7mila euro, mentre restano a carico del Comune oggi solo le utenze. Per poche migliaia di euro, in quanto tutti i servizi di manutenzione, pulizia, custodia e visite guidate, così come la realizzazione di mostre ed altri appuntamenti culturali, restano a totale carico della società che si è aggiudicata la gestione. Un risultato questo che ci dice chiaramente come la cultura, quando incontra idee chiare e professionalità, possa anche produrre panini, al contrario di quanto sosteneva un Ministro del governo passato. Ma il pane che a me sta soprattutto a cuore in questo caso è quello in grado di alimentare le nostre passioni, la fame di cultura. Quindi cibo per il corpo ma anche cibo per la mente”.

Il sindaco CariddiConferenza stamattina(foto M.B.)-2 ha sottolineato poi il forte impegno dell’aministrazione comunale in questi anni, in collaborazione con i gestori, nel campo della comunicazione e del marketing per promuovere il castello ed insieme l’immagine della città: “Tante le iniziative realizzate anche a vantaggio di una fruizione collettiva per la nostra comunità, dagli appuntamenti formativo-didattici per i più piccoli alle manifestazioni di carattere sociale, visto che nel castello abbiamo deciso di trasferire le funzioni civili di celebrazione dei matrimoni. Mi auguro - ha concluso - che possa, dall’esempio di questi anni, prodursi una maggiore curiosità sul nostro territorio da parte di coloro che sono appassionati di arte e di beni culturali, e soprattutto dei più giovani, affinché guardino con interesse al castello e al patrimonio culturale cittadino per una propria prospettiva professionale”.

 

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