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Ampliamento pista Porsche, da Italia Nostra alternative per salvare il bosco. Ntc: “Attendiamo pronuncia del Tar”

Gli ambientalisti, contrari al progetto di ammodernamento dell'anello nel territorio di Nardò, propongono delle soluzioni per risparmiare una zona di prestigio ecosistemico. Non risparmiano critiche alle procedure della giunta regionale, fatte pervenire in un documento alla Commissione Europea e poi presentare anche davanti ai giudici del Tar di Bari

NARDÒ– Una nuova, vigorosa protesta da parte degli ambientalisti contro il progetto di ampliamento della pista di collaudi Porsche, nel Salento. Non un “no” aprioristico, quanto una opposizione all’ammodernamento per come è stato fino ad ora proposto, senza cioè tenere conto degli equilibri ecosistemici. Una vicenda approdata, nei giorni scorsi, nella trasmissione di inchiesta e approfondimento Report e poi sulle scrivanie della Commissione Europea. È stata l’eurodeputata Rosa D’amato a far pervenire, a Bruxelles, un documento sottoscritto dall’associazione salentina Italia Nostra, per valutare la correttezza delle procedure di esecuzione del progetto da parte della Regione Puglia. In primis, secondo gli ambientalisti, l'ente regionale non avrebbe mai valutato alcune ipotesi alternative sulle aree confinanti con la proprietà Porsche presenti all’interno dell’anello nel territorio di Nardò.

In quelle carte consegnate alla Commissione Europea, i punti di criticità sollevati circa il progetto approvato dalla giunta regionale con la delibera del 31 luglio scorso. I firmatari hanno evidenziato la questione della difesa del bosco dell’Arneo: un’area ricadente nella proprietà della Nardò technical center (società controllata della Porsche) e inserita, per le sue specificità ambientali, nell’elenco dei Siti di importanza comunitaria e zona di protezione speciale dove, oltre alla macchia mediterranea, sono anche presenti anche foreste di leccio. Mancherebbe, a detta di Italia Nostra - che, proprio nella giornata di martedì ha tenuto una conferenza stampa a Lecce - una verifica di eventuali localizzazioni alternative.

Le dichiarazioni di Italia Nostra

“Al contrario di quanto sostenuto nel progetto della Ntc, proprio in contiguità con le attuali strutture vi sono aree pianeggianti, prive di vincoli ambientali e tecnicamente collegabili, la cui inclusione nel progetto ne adeguerebbe la destinazione urbanistica e, utilizzando le quali, vi sarebbe minor consumo di suolo ed alcuna estirpazione di habitat. In merito ai contenuti del ricorso depositato lo scorso 22 gennaio al Tar Puglia - sede di Bari, promosso da Italia Nostra, dal Gruppo di intervento giuridico, dal Comitato “Custodi del bosco d’Arneo” ed altri e patrocinato dell’avvocato Filippo Colapinto del Foro di Bari, avverso la delibera della giunta regionale pugliese di approvazione dell’Accordo di programma e al Decreto del Presidente Emiliano, si rimanda al documento dello stesso avvocato Colapinto del Gruppo di Intervento giuridico e allegato alla presente. Per le numerose e variegate argomentazioni poste in evidenza attraverso le iniziative intraprese da Italia Nostra e nell’evidenziare il mancato coinvolgimento del territorio e dei portatori di interessi diffusi su un intervento di enorme portata ambientale e sociale, l’associazione è impegnata nel promuovere ulteriori azioni nelle diverse sedi per tutelare un bene naturale di importanza comunitaria ed anche perché le diverse parti in causa - a partire dalla Regione Puglia - possano convenire nell’individuare una diversa collocazione del progetto in grado di salvaguardare integralmente il bosco e la macchia dell’Arneo”, scrivono gli ambientalisti.

La posizione della Nardò technical center

"Nardò technical center prende atto del ricorso presentato presso il Tribunale amministrativo regionale della Puglia e attende il pronunciamento dei giudici amministrativi, confidando che verrà riconosciuta la legittimità della procedura autorizzativa del suo piano di sviluppo. Ntc conferma l’impegno nel progetto di sviluppo, rimanendo aperta al dialogo e alla trasparenza", ribattono intanto dagli uffici della Nardò technical center.

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