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Sabato, 27 Aprile 2024
Green Porto Cesareo

Litorale di Porto Cesareo, partito il monitoraggio dopo i lavori anti-erosione

Con droni e altre tecnologie si stanno verificando gli interventi per evitare la dispersione della sabbia, alla quale hanno concorso in parte anche i varchi abusivi sulla spiaggia creati dall'uomo

PORTO CESAREO – Quindici chilometri di costa sotto monitoraggio. Sono quelli del litorale di Porto Cesareo. Qui, la Riserva marina nazionale ha avviato un controllo via terra e via aerea, usando droni e altre tecnologie, soffermandosi su quelle porzioni di spiaggia dove sono stati già attutai o previsti ulteriori interventi di ripascimento a causa dei fenomeni erosivi, per la salvaguardia dei cordoni dunali e la chiusura dei varchi creati abusivamente dall’uomo, che recano danno al fragile ecosistema.

L’Area marina protetta e il Comune di Porto Cesareo, dunque, stanno proseguendo negli studi già avviati sul territorio negli ultimi anni da geologi, biologi marini e tecnici specializzati, che, grazie alle continue attività di perlustrazione del piede dunale e della linea di costa, hanno individuato le principali e più diffuse cause dell’erosione degli arenili, agendo con interventi di blocco della dispersione della sabbia.

Il primo passo dell’intervento di ingegneria ambientale aveva previsto, nell’ottobre scorso, la chiusura di varchi urbani in diverse strade censite lungo la costa della città jonica. Si tratta di arterie che offrono accesso diretto al mare. Qui, soprattutto nei mesi invernali, quando battono venti forti da sud, la sabbia si sposta, accelerando la dispersione attraverso i corridoi delle strade e facendo perdere tonnellate di materiale. Perdita che, per l’appunto, agevola l’erosione. Da qui la necessità di bloccare il fenomeno con interventi di riqualificazione, così come hanno già provveduto a fare alcuni stabilimenti balneari della zona con fondi propri, ai quali sono seguiti quelli della Riserva nazionale.

I lavori effettuati

La prima azione per bloccare l’azione del vento è stata costituita anche dalla ripiantumazione di piante e alberi autoctoni, mentre il collegamento tra spiagge e strade è stato in alcuni tratti ricostituito, in altri realizzato nuovo di zecca con camminamenti, passerelle anche sopraelevate rispetto al cordone dunale, e soprattutto staccionate ecocompatibili di contenimento.

Sono seguiti, poi, la chiusura dei varchi dunali e il loro monitoraggio. I sistemi dunali rimasti sulla costa sono soggetti all’azione antropica del passaggio diretto su di essi. Porto Cesareo è il primo comune d’Italia ad aver utilizzato le biomasse vegetali per chiudere i varchi e proteggere i giganti sabbiosi della costa. Si utilizzerà infatti la Posidonia, pianta endemica del Mediterraneo che si deposita in grosse quantità sull’arenile, segno del buon stato di salute del mare, come barriera protettiva.

“Il nostro continuo e costante monitoraggio fatto con l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione –spiega il direttore dell’Amp di Porto Cesareo, Paolo D’Ambrosio – ci pone in una situazione importante, utile e privilegiata. Aspetti strategici importanti che danno di fatto attuazione a quanto previsto dal Piano comunale delle coste. Il nostro litorale, uno dei più belli d’Italia, patrimonio d’inestimabile valore, deve essere preservato, difeso, curato e salvaguardato. Un grande lavoro di squadra che ci premia. Il documento che viene fuori anche dalle attività di monitoraggio – aggiunge D’Ambrosio –, è un esempio concreto di sinergia tra enti e privati, finalizzato a contrastare in maniera reale e condivisa l’erosione, trovando soluzioni ecocompatibili in linea con i vincoli di Amp, Parco regionale e Piano delle coste”.

“Siamo davanti all’esempio reale – conclude D’Ambrosio –, di come sia possibile, oltre che fondamentale e proficuo, coniugare gli interessi della comunità con quelli delle imprese, lavorando sodo tutti insieme verso un obiettivo comune, quello della riqualificazione e salvaguardia ambientale dell’Area marina protetta di Porto Cesareo”.

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