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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute

Integrazione scolastica: i dipendenti della Asl protestano per l'inquadramento

Stato d'agitazione proclamato dalla Cisl per i lavoratori inquadrati in categoria A ma che, di fatto, svolgo mansioni da Oss: chiedono passaggio alla categoria adatta, quindi la BS

LECCE – Acque agitate nel servizio di neuropsichiatria infantile attivo nella Asl di Lecce. Il personale in forze all’azienda, infatti, che presta il servizio di integrazione scolastica in tutte le scuole della provincia di Lecce, è sul piede di guerra.

A dichiarare lo stato d’agitazione dei lavoratori, 245 in tutto, è stata la Funzione Pubblica della Cisl di Lecce. “Abbiamo deciso di passare alle maniere forti perché non abbiamo ottenuto riscontro degli accordi sottoscritti tra le organizzazioni sindacali e la direzione generale di via Miglietta”, spiega il segretario Fabio Orsini.

Alla base della protesta vi è il mancato riconoscimento delle attività svolte dal personale. Gli operatori, che si occupano dell’assistenza ai ragazzi diversamente abili nei plessi scolastici, vivono un'incongruenza di fondo tra la qualifica rivestita e le mansioni realmente svolte.

Gli operatori infatti, all’atto della stabilizzazione presso la Asl di Lecce sono stati inquadrati con la qualifica di ausiliari della categoria A, pur svolgendo attività assimilabili alla qualifica di operatore sociosanitario e quindi alla categoria BS.

In altre parole, chiarisce Orsini, questi ausiliari alla persona, stando al contratto sottoscritto allora con la Asl, potrebbero solo occuparsi di accompagnare gli studenti da un punto all’altro della scuola: dall’autobus all’ingresso, dall’aula verso il bagno, e via dicendo.

Di fatto, però, gli ausiliari operano diversamente: “Si comportano come fossero veri assistenti alla persona, quindi come Oss, occupandosi anche dell’alimentazione, della somministrazione di terapia e dell’igiene personale dei disabili”, puntualizza il referente Cisl. 

“Per ovviare al problema, la Regione Puglia è intervenuta a riqualificare il personale interessato con gli appositi corsi. Gli operatori, però, benché successivamente riqualificati, a tutt’oggi rimangono inquadrati nella qualifica di ausiliari specializzati pur continuando ad effettuare prestazioni sanitarie attinenti alla persona e attività assistenziali”, denuncia ancora il sindacalista.

La protesta è quindi finalizzata a riconoscere le mansioni realmente svolte ed il relativo inquadramento nella categoria BS come operatore sociosanitario.

“Auspichiamo - conclude Orsini - che i vertici della Asl ed il Provveditorato agli Studi possano trovare una soluzione anche a carattere transitorio. Una conciliazione cioè che possa raffreddare l’attuale stato di agitazione e dare ai lavoratori risposte e tempi certi per la risoluzione della problematica”.

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