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Forano il muro e tagliano il forziere: rubati gli ori nella chiesa del Rosario

Erano le offerte lasciate dai devoti gallipolini. Il bottino ammonta a circa 20mila euro. I ladri hanno agito indisturbati. Per tre giorni non è passato nessuno

GALLIPOLI – I gioielli d’oro devoluti dai fedeli, per anni, alla chiesa di San Domenico al Rosario, erano custoditi in una cassaforte all’interno della sagrestia. I ladri dovevano saperlo, perché sono andati attrezzati di tutto punto, praticamente a colpo sicuro, svuotando il forziere e fuggendo con un bottino che è stato quantificato, grossomodo, in 20mila euro.

I monili non erano catalogati e, comunque, non di pregio storico. Di sicuro, avevano un valore economico e affettivo, erano il segno della devozione di tanti gallipolini. E ora, sul caso, stanno indagando i carabinieri della compagnia locale. Ad avvisarli, questa mattina, intorno alle 9, sono stati alcuni membri della confraternita del Rosario, che trova sede proprio in quest’antica chiesa realizzata verso la fine del 1600  in carparo.

Chiesa chiusa per tre giorni 

Ma le investigazioni già si preannunciano complicate. Nella chiesa, infatti, non è passato nessuno (a parte i ladri, ovviamente) per ben tre giorni di fila. E a questo si aggiunga che l’edificio non è sorvegliato da videocamere. Nessun occhio elettronico all’esterno, tantomeno all’interno. I militari, dunque, stanno cercando di recuperare altri filmati del centro storico, ma, semmai dovessero aver ripreso qualcosa, il lavoro sarà comunque lungo, perché  bisognerà vagliare circa 72 ore di registrazioni varie, dal 14 novembre alle prime ore di oggi.

SDC12350-2Entrati dall'edificio confinante

Al momento si conosce solo la parte finale del piano. I ladri, per entrare nella chiesa, hanno sfruttato le possibilità offerte dall’ex chiostro dei domenicani, che è attiguo e i cui piani superiori, anni or sono usati per ospitare aule scolastiche, sono in disuso da tempo. Per accedervi, è probabile che siano passati saltano da un tetto all’altro. Nel dedalo di vie dell’isola di Gallipoli, fra le terrazze delle antiche abitazioni, spesso non c’è soluzione di continuità.

Un foro sul muro e poi fiamma ossidrica

Una volta al piano superiore del chiostro, hanno praticato un foro che gli ha permesso di accedere all’interno della chiesa, che si affaccia sulla riviera Nazario Sauro. Poi, arrivati in sagrestia, con una fiamma ossidrica hanno tagliato la cassaforte, portando via gli ori. Tutto questo, indisturbati, e operano senz’altro per diverse ore, forse anche a più riprese, nei giorni. Non un colpo improvvisato, ma studiato in ogni dettaglio, dopo aver presumibilmente attinto informazioni.  

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