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Salta l'incontro in Provincia. I lavoratori Filanto protestano a Casarano

La verifica aziendale era slittata a fine luglio. Femca Cisl ed in lavoratori del cluster Filanto manifestano davanti all'azienda e fanno anticipare i tempi al 20 giugno. "Dobbiamo capire quali sono le prospettive occupazionali"

 

CASARANO - Il più grande gruppo calzaturiero del Salento, Filanto di Casarano, messo in ginocchio dalla durissima crisi, anni dopo stenta ancora a rialzarsi. Ed i 450 lavoratori che fanno capo alle varie aziende, non hanno smesso di cercare risposte sul futuro occupazionale che li attende.

Il tavolo di verifica convocato in Provincia di Lecce, “è saltato con una comunicazione arrivata dalla proprietà del gruppo appena un giorno prima - spiega il segretario di Femca Cisl, Sergio Calò - e rinviato a fine luglio, addirittura dopo l’estate”.

“Filanto che ha ancora in carico le sorti di tanti lavoratori, non può sottrarsi al confronto con il sindacato e, ancor più, porre problemi di metodo sulle scadenze delle previste verifiche (aziendali, provinciali e nazionali) che devono assolutamente svolgersi nei tempi dovuti, senza sottrarsi ai problemi reali che l’azienda subisce e genera”, aggiunge il segretario. Il rischio di un rinvio dell’incontro è stato sventato da una protesta spontanea dei lavoratori, questa mattina a Casarano, presso la sede del gruppo.

“Quasi 300 persone hanno preteso un incontro con il presidente Antonio Sergio Filograna, figlio adottivo del cavaliere Antonio e sono volate parole grosse”, spiega il sindacalista. L’esasperazione dei lavoratori ha fatto si che il tavolo provinciale venisse anticipato al 20 giugno. Ma più che di una vittoria, si può parlare di un atto dovuto a chi, da tempo immemore, è in cassa integrazione.

Sullo specifico caso della crisi del cluster Filanto, è stato firmato presso il ministero dello Sviluppo economico, nel 2008, l’accordo di programma che stanziava 40 milioni di euro per la salvaguardia dell’attività industriale e dell’occupazione nell’area del Pit 9, territorio Salentino-leccese. Da allora, il quadro della crisi della filiera è ancora complesso: “Tecnosuole e Zodiaco hanno terminato la produzione. I dipendenti Labor sono in cassa integrazione perenne e le uniche aziende che continuano a produrre sono Filanto spa e Italiana Pellami - spiega Calò -.  Nell’ambito dell’accordo di programma, è nata poi la Leo Shoes che non fa parte del gruppo, ma doveva assorbire 300 lavoratori a regime, 100 all’anno, a partire dal 2011. Ad oggi ne sono stati assunti 110, quindi ci sono quasi 200 persone ancora a casa”.

Se la ricollocazione di tutti gli operai appare come un miraggio lontano, il sindacato vuol vederci chiaro su quali forze del gruppo si può contare. Se esiste la possibilità di salvare almeno una parte dei lavoratori dal baratro che si aprirà allo scadere degli ammortizzatori sociali.

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