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Martedì, 30 Aprile 2024
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Lancio di bottiglie e scontri tra tifosi: anche una dozzina di poliziotti tra i feriti

Gli scontri nel pomeriggio di ieri, a Nardò, al termine della partita contro la Nocerina. Al fischio dell’arbitro, che ha certificato il pareggio tra le due squadre avversarie, è scoppiato il parapiglia. Allo stadio erano presenti circa un migliaio di spettatori e 130 sostenitori del team campano

NARDÒ -  Al fischio dell’arbitro, che ha confermato il pareggio di 2 a 2, è scoppiato il parapiglia. Violenti scontri fra i tifosi del Nardò e tra quelli della Asd Nocerina 1910, nel primo pomeriggio di ieri, al termine della partita che si è disputata nella cittadina salentina nell’ambito del campionato di serie D, girone H.

Alla presenza di circa mille spettatori (non tremila, come riportato in un primo momento) dei quali 130 tifosi della squadra campana,  insulti e provocazioni già urlati durante la disputa del match. Tutto è partito quando circa 80 tifosi neretini si sono spostati in direzione del settore ospiti: coi volti coperti da cappucci e armati di mazze, avrebbero continuato con offese e minacce. Gli ospiti hanno sfondato i cancelli, con l’intenzione dello scontro e di arrivare alle mani. Immediato l’intervento dei poliziotti del reparto mobile e dei colleghi del commissariato locale guidato dalla vicequestore Sabrina Manzone.

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Nei confronti degli agenti gli ultras campani hanno indirizzato bottiglie di vetro e pietre recuperate dalle aiuole vicine. Agli agenti non è rimasto che gettare lacrimogeni per allontanare e separare i due gruppi avversari e consentire ai nocerini di montare a bordo degli autobus per poter imboccare in sicurezza la via del ritorno. Durante le operazioni della polizia, nel tentativo di fermare i tifosi più facinorosi,  dodici agenti hanno rimediato delle ferite. Sono stati tutti medicati e poi raggiunti dal personale sanitario del 118 per i successivi accertamenti. Nessuno ha fortunatamente riportato gravi conseguenze, neppure tra gli ultras. Sono stati tutti dimessi dai medici con prognosi di alcuni giorni.

Avviate intanto le attività investigative per risalire ai responsabili dei tafferugli che, anche data la notevole presenza di spettatori al Giovanni Paolo II, tra i quali anche bambini, avrebbero potuto causare danni ben più seri. Il personale del commissariato neretino e quello della questura leccese, compresi i colleghi e le colleghe della Digos, sono ora al lavoro per ricostruire il violento episodio e procedere con l’addebito delle responsabilità. Nelle mani degli investigatori di viale Otranto sono già finiti i filmati utili all'individuazione degli autori. Nelle prossime ore sono attesi i primi Daspo, i provvedimenti con i quali sarà proibita la partecipazione a manifestazioni sportive.

Le note della Cgil e del Sap

Non si sono fatte attendere le dichiarazioni della Silp Cgil Lecce. I sindacalisti hanno infatti espress la propria solidarietà al personale della Polizia di Stato che ha riportato delle ferite nel corso degli incidenti. “Ancora una volta, un incontro di calcio è stato pretesto per dare sfogo a istinti violenti e criminali che nulla hanno a che fare con il tifo, costituendo inoltre un grave pericolo per l’incolumità degli spettatori presenti, comprese alcune famiglie con bambini al seguito, e degli operatori di Polizia impiegati per il servizio d’ordine.

Tuttavia, è anche necessario rilevare che quanto accaduto ieri non è un fulmine a ciel sereno perché, purtroppo, era prevedibile che quanto evitato ad esempio per l’incontro Nardò-Fasano di qualche settimana prima o poi sarebbe dovuto accadere, come infatti è avvenuto ieri. La segreteria provinciale del Silp Cgil ritiene da tempo inaccettabile che i costi, economici e sociali sostenuti per lo svolgimento degli incontri di calcio debbano gravare sulla collettività, mettendo anche a repentaglio l’incolumità di quanti vorrebbero solo assistere a uno spettacolo sportivo e degli operatori di Polizia. A nostro avviso, i Daspo e le denunce successive per quanto accaduto, pur necessari, servono a poco.  L’impiego di decine di uomini e mezzi, con dispositivi di sicurezza degni di manifestazioni ben più consistenti numericamente e importanti dal punto di vista culturale e sociale per eventi sportivi, anche di categorie minori, appare ingiustificabile in considerazione del fatto che i predetti eventi sportivi, qualora chi li organizza non sia in grado di garantirne la sicurezza a proprie spese, potrebbero anche svolgersi senza pubblico, a questo punto non necessario, o almeno vietando le trasferte a rischio consentendo, in tal modo, di abbattere i costi per la collettività”, ha dichiarato in una nota l’organizzazione sindacale.

Condanna contro la violenza anche dal  Sap, il Sindacato autonomo della polizia, i cui referenti scrivono: "Un evento sportivo diviene occasione di violenza nei confronti dei tutori dell’ordine e sicurezza pubblica che rappresentano le persone perbene di questa società. Il Sindacato autonomo di polizia esprime solidarietà a tutti colleghi intervenuti ed ancora di più ai feriti fortunatamente non in gravi condizioni. Oltre a richiedere un aspro intervento sanzionatorio nei confronti dei delinquenti che frequentano gli stadi, ci chiediamo se fosse stato il caso di vietare la trasferta a questi ben noti violenti della Nocerina", riportano in una nota.

Siulp: "Professionisti del disordine"

Massima solidarietà e vicinanza ai colleghi feriti anche dalla segretaria provinciale del Siulp. "Non abbiamo remore a definire gli autori di questi inaccettabili atti dei professionisti del disordine - dicono dal Siulp -, in quanto i protagonisti di questa inqualificabile vicenda hanno solo inteso attentare all’ordine ed alla sicurezza pubblica, pur di dare seguito alla loro  smania di violenza ed odio, incuranti che ci veniva aggredito era lì per garantire, attraverso il  proprio lavoro, la sicurezza di tutti. Anche la loro

"Non può essere tollerato, in un Paese civile e democratico come il nostro - prosegue il Siulp -, che chi lavora per  garantire i principi democratici di tutti i cittadini, debba farlo con l’angoscia di essere  aggredito, per di più con la oramai consolidata convinzione di totale impunità da parte di chi  pone in essere tali assurde violenze. Tale tesi è pienamente confutata dal fatto che sul  territorio nazionale, viene registrata un’aggressione ogni tre al personale in uniforme e, se  estendiamo la disamina a tutto quello delle helping profession (infermieri, insegnanti, ferrovieri, ecc.) arriviamo addirittura ad una ogni tre minuti. Per cercare di destare le anime particolarmente assopite del decisore politico e legislativo, il Siulp ha promosso persino una raccolta di firme per una legge ad iniziativa popolare che, pur riscuotendo un grande consenso, corre il rischio comunque di arrivare in ritardo rispetto  all’urgenza con cui si deve dare una soluzione a questo problema".

"Ecco perché - conclude il sindacato - anche oggi, oltre ad esprimere solidarietà a tutte le vittime dell’inerzia del legislatore e degli esecutivi,  chiediamo ai Parlamentari ed ai rappresentanti del Governo di farsi carico della questione,  chiarendoci se c’è o meno la volontà di volerla affrontare".

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