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Sabato, 27 Aprile 2024
Dopo l’annuncio di Emiliano / Nardò

Accordo di programma Porsche, notificata sospensione. Ntc: “Prendiamo atto, pronti al dialogo”

I rilievi della Commissione europea hanno indotto la Regione a sospendere gli effetti dell’accordo quadro sul piano di sviluppo della pista di collaudo salentina. La società prende atto e rilancia la “bonta” progettuale. Rosa D'Amato: "Si proceda a revoca definitiva”

NARDO’ – Fa discutere la frenata in corso d’opera sulla firma dell’accordo quadro tra Regione Puglia, Consorzio Asi Lecce e Comuni di Nardò e Porto Cesareo, che dall’agosto del 2023 aveva dato fondamento al piano di sviluppo industriale di Porsche Engineering che interessa il Nardò Technical Center: in ballo ci sono investimenti per 80 milioni di euro, destinati all’adeguamento o alla realizzazione ex novo di piste di collaudo e di strutture di servizio.

Dopo la comunicazione nella serata di ieri del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla decisione, concertata con il ministero dell’Ambiente, di sospendere temporaneamente gli effetti dell’accordo di programma in base ai rilievi mossi anche dalla Commissione europea, oggi arriva la posizione ufficiale anche della società del Nardò Technical Center.

La società ha ricevuto la notifica dell’atto della Regione e sulla vicenda comunica che “Ntc ha preso atto della decisione della Regione Puglia di sospendere l'accordo di programma concesso per l'approvazione del piano di sviluppo del test center. Abbiamo ricevuto una notifica ufficiale e siamo aperti a proseguire il dialogo con tutti i partner coinvolti nel piano di sviluppo e con il pubblico. Il nostro obiettivo rimane quello di assicurare un futuro al Nardò Technical Center e di rafforzarne il ruolo di importante motore occupazionale ed economico per la regione”.

Il prossimo passaggio sarà dunque quello di fornire ulteriori chiarimenti e dare le risposte che anche la Commissione europea attende prima di eliminare eventuali remore e censure sul programma di ampliamento e riqualificazione della pista di collaudo salentina. In tale direzione un nuovo incontro tra le parti, e con le istituzioni interessate, dovrebbe essere messo già in agenda.  

Il centro collaudi, che sorge in un’area ricadente nel territorio dei due comuni di Nardò e Porto Cesareo, è dal 2012 di proprietà del gruppo Porsche e rappresenta un punto di riferimento non solo per la casa automobilistica tedesca, ma anche per altre decine di marchi che sull’anello di 12,6 chilometri della pista salentina (e sugli altri circuiti esistenti) provano le loro vetture, la tenuta dei materiali, le evoluzioni tecnologiche.

L’iter di approvazione del piano di sviluppo di Ntc ha coinvolto enti e uffici pubblici dei vari livelli istituzionali e ottenuto anche il via libera dei consigli comunali di Nardò e Porto Cesareo, ma anche forti resistenze mosse dai proprietari dei terreni che saranno espropriati, dalle associazioni ambientaliste, dal comitato civico di difesa del bosco dell’Arneo, da gruppi politici locali e regionali.

Il programma messo in auge da Porsche Engineering prevede l'adeguamento e il miglioramento delle piste esistenti, la realizzazione di nuove piste di prova e di nuovi fabbricati all'interno dell'area di proprietà di Ntc, nonché di misure compensative, quali la realizzazione di un centro elisoccorso attrezzato con eliporto e strutture sanitarie, di opere di rinaturalizzazione e forestazione naturalistica, la realizzazione del centro visite polifunzionale, dei corridoi ecologici connessi a itinerari ciclopedonali e l’implementazione del centro di sicurezza antincendio.

La questione è stata recentemente portata all’attenzione anche della giustizia amministrativa, con un ricorso al Tar promosso da Italia Nostra e comitati civici, un esposto in procura di Verdi, Ambiente e società, con una mozione nel consiglio comunale di Stoccarda, e anche con una interrogazione al Parlamento Europeo, mossa dall’europarlamentare Rosa D'Amato del partito dei Verdi europei.

“Bene la decisione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, di sospendere l’accordo di programma per l’ampliamento del Nardò Technical Center, meglio tardi che mai” commenta proprio l’eurodeputata, “si tratta comunque di un atto dovuto alla luce delle criticità sollevate dal comitato di cittadini e da Italia Nostra. Criticità che avevo segnalato alla Commissione europea e che sono state confermate da Bruxelles”.

“Il progetto, infatti, prevede la deforestazione del Bosco d'Arneo, che ricade tra l’altro all’interno di una riserva naturale” dice in una nota Rosa D’Amato, “ben 200 ettari centenari di bosco, di biodiversità e la relativa capacità di cattura di Co2 non si possono sacrificare adducendo lacunosi motivi di interesse pubblico, come previsto dal piano di ampliamento dell’impianto. La Commissione europea ci ha dato ragione, e ha aperto un’indagine. Adesso, la decisione di sospendere l’accordo sulla base delle osservazioni di Bruxelles. Giusto, ma non basta” conclude, “la Regione torni sui suoi passi”.

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