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Si parte da Lecce

Liste d’attesa, protesta il sindacato pensionati Cgil: sit-in davanti agli ospedali

Verrà avviato un tour dallo Spi di Lecce che coinvolgerà i cittadini per pretendere la tutela del diritto alla salute. Due settimane di iniziative: si parte il 4 ottobre all’esterno dell’ex Fazzi in piazzetta Bottazzi

LECCE – Proteste e sit-in davanti agli ospedali del territorio per dire basta alle liste d’attesa: il sindacato pensionati italiani della Cgil di Lecce rompe gli indugi e avvia una campagna di sensibilizzazione sul tema ed invita i cittadini ad agire.

Da martedì 4 ottobre fino a mercoledì 12, verranno realizzati dei sit-in davanti ai presidi ospedalieri della provincia, con volantinaggio.

“Il problema delle liste d’attesa nella sanità pubblica è drammatico - dice la segretaria generale dello Spi Lecce, Fernanda Cosi -, gli anziani ed i cittadini meno abbienti che non possono permettersi prestazioni a pagamento si vedono di fatto negato il diritto alla salute e alla cura. Tutto ciò è intollerabile”.

Lo Spi Lecce che consegnerà il materiale divulgativo seguendo questo calendario (dalle ore 9.30 alle 12.30): martedì 4 ottobre Ex Fazzi (p.tta Bottazzi) di Lecce; mercoledì 5 ottobre al Ferrari di Casarano; giovedì 6 ottobre al Sacro Cuore di Gesù di Gallipoli; venerdì 7 ottobre al Sambiasi di Nardò; lunedì 10 ottobre al Panico di Tricase; martedì 11 ottobre al Santa Caterina Novella di Galatina; mercoledì 12 ottobre al Delli Ponti di Scorrano.

Con il volantino che sarà distribuito davanti ai presidi sanitari salentini, lo Spi informa cittadine e cittadini su quel che prevede la legge in tema di liste d’attesa. Il medico di base o lo specialista per le prime visite e le prime prestazioni devono sempre indicare sulla richiesta una classe di priorità alle quali la norma assegna un tempo massimo di attesa. Eccole codice per codice: U entro massimo 3 giorni, B entro massimo 10 giorni, D entro massimo 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli esami diagnostici, P entro 120 giorni. Nel caso di ricoveri programmati invece le previsioni sono le seguenti: A entro 30 giorni, B entro 60 giorni, C entro 180 giorni, D senza un’attesa massima definita.

“Nonostante i ripetuti incontri unitari e gli sforzi recentemente compiuti dalla Asl, purtroppo le liste d’attesa si allungano sempre di più. Continuiamo a ricevere segnalazioni e lamentele su un servizio essenziale per la vita dei cittadini. In alcuni casi ai pazienti non viene assegnata alcuna data, negando di fatto un diritto costituzionalmente garantito”, spiega la sindacalista.

“La legge va rispettata. Sospendere o addirittura chiudere le liste d’attesa è illegittimo. Cittadine e cittadini devono pretendere di avere una data certa per le proprie cure”. Per ogni violazione di questo diritto è possibile avviare una contestazione in forma scritta. Le sedi comunali o di quartiere dello Spi Cgil sono a disposizione per fornire qualsiasi informazione sul tema e per aiutare le persone a tutelare i propri diritti.

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