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Economia

Patrocinio a spese dello Stato, la “carica” dei 100 avvocati contro il ritardo nei pagamenti

I legali del Foro di Lecce si armano di carta e penna e scrivono al loro rappresentante e al presidente della Corte d’Appello: “La situazione è diventata intollerabile. Bisogna trovare soluzioni”

LECCE - Scendono in campo armati di carta e penna per sostenere i colleghi che sono in gravi difficoltà economiche a causa dei ritardi nei pagamenti per le attività legali prestate a favore di persone ammesse al patrocinio a spese dello Stato (quindi quelle con reddito annuo di poco più di 11mila euro). Sono oltre 100 gli avvocati leccesi che nelle scorse ore hanno posto la questione all’attenzione dei presidenti della Corte d’Appello Lanfranco Vetrone e del Foro Antonio De Mauro, chiedendo in una lettera di trovare rimedi a una situazione “intollerabile e svilente per la categoria forense che non rende equità tra la difesa delle persone abbienti e quelle delle persone non abbienti e/o prive di difesa di fiducia con manifesta violazione dell’art. 3 della Costituzione”.

Secondo i legali, il ritardo nei pagamenti, spesso di oltre tre anni, è causato da diversi problemi: tardività da parte di taluni magistrati deputati all’emissione del conteggio dei pagamenti; passaggi lentissimi di fascicoli da una cancelleria a un’altra e anche personale non sufficiente (oggi tre persone si occupano della lavorazione delle pratiche afferenti i decreti di liquidazione sia del settore civile sia di quello penale sia del giudice di pace).

“Si pensi che nell’attesa dell’effettivo pagamento di emolumenti, peraltro già tristemente dimezzati di oltre il 50 per cento, secondo quanto disposto dal testo unico delle spese di giustizia, devono essere affrontate spese riguardanti i costi vivi per il mantenimento dello studio, la Cassa Avvocati e le tasse: in concreto, noi avvocati iscritti nelle liste offriamo al cittadino la possibilità di esercitare il pieno diritto di difesa al quale, però, corrispondono i pagamenti offensivi del nostro decoro e, peraltro, estremamente ritardati che non consentono, nella maggior parte dei casi, di far fronte alle spese professionali quotidiane”, si legge in un altro passaggio della lettera in cui si fa presente che già molti professionisti si sono cancellati dalla lista.

In considerazione degli ottimi accordi tra avvocatura e magistratura su come e quando fare le richieste per avvalersi del patrocinio a spese dello Stato, i mittenti si dicono fiduciosi che non tardino ad arrivare le soluzioni finalizzate a rispettare il decoro di chi opera a favore delle persone economicamente meno fortunate, garantendo a queste di poter scegliere con maggiore libertà da chi essere assistite.

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