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Economia

Sistema bancario tra razionalizzazione e ritirata dei grandi gruppi

Confartigianato imprese evidenzia attraverso uno studio di settore la nuova mappa regionale di filiali e sportelli, con la fuga dei grossi raggruppamenti bancari e l'"avanzata" degli istituti Popolari e di Credito cooperativo

Bari – La crisi ridisegna la “mappa” regionale degli sportelli bancari: i grandi gruppi si ritirano in Puglia, crescono gli istituti popolari e di credito cooperativo. In Puglia sono ben 1.400 gli sportelli bancari, di cui 983 fanno capo a grandi gruppi di società per azioni, 300 appartengono a banche popolari e 116 ad istituti di credito cooperativo (Bcc).

Dopo un trend in continua crescita che ha raggiunto il picco più alto alla fine del 2008, quando le filiali raggiunsero quota 1.462, si registra una rapida e costante flessione. A rivelarlo è il centro studi di Confartigianato Imprese Puglia. In particolare, negli ultimi tre anni, sono state chiuse 62 agenzie (tornando ai livelli del primo trimestre 2007).

I piani di razionalizzazione dei grandi gruppi bancari prevedono la soppressione di filiali, la cessione di interi asset, l’esternalizzazione dei servizi di back-office, cioè di quel ramo di azienda che si occupa di produzione e gestione, affari generali e personale: una revisione della “rete” per tagliare i costi operativi.

In Puglia, i Comuni che dispongono di almeno uno sportello sono 225, di cui 40 in provincia di Bari, 10 a Barletta-Andria-Trani, 20 a Brindisi, 48 a Foggia, 80 a Lecce e 27 a Taranto. Analizzandone le categorie, continua a crescere il “peso” degli istituti popolari e di credito cooperativo (Bcc). Alla fine del 2008, si contavano 289 Popolari e 99 Bcc. Oggi, sono rispettivamente 300 e 116, con l’apertura di 27 nuove agenzie. Un dato in netta controtendenza con i grandi gruppi bancari che, nello stesso periodo, registrano un saldo negativo di 89 unità.

Mentre cala la quota delle società per azioni (dal 73,3 per cento al 70,2), cresce quella delle popolari (dal 19,8 al 21,4) e quella degli istituti di credito cooperativo (dal 6,8 all’8,3), a conferma della maggiore “vitalità” di queste ultime che rappresentano il 30 per cento circa delle rete bancaria, contro il 26,5 della fine del 2008.

“Le banche di credito cooperativo, in particolare, sono banche ‘locali’ - spiega il presidente di Confartigianato Imprese Puglia, Francesco Sgherza - ovvero sono banche ‘del territorio’ (i soci vivono nello stesso contesto in cui opera la banca); ‘per il territorio’ (il risparmio raccolto sostiene e finanzia lo sviluppo dell'economia reale); ‘nel territorio’ (c’è un forte rapporto di reciprocità). Pertanto, uno dei punti di forza delle Bcc è sicuramente il coinvolgimento attivo e concreto nella comunità in cui operano. Le Bcc - aggiunge il presidente Sgherza - si caratterizzano, principalmente, per la cooperazione e per la mutualità tra soci”.

L’istituti italiano più interessato dai processi di razionalizzazione è il Monte dei Paschi di Siena, con un massiccio piano industriale di esternalizzazione dei servizi di back-office e la chiusura di centinaia di agenzie. Entro il 2015, un po’ ovunque in tutta Italia, chiuderanno circa duemila filiali (quasi mille della rete di Intesa San Paolo, 200 per UniCredit, 140 nel gruppo Banco popolare, 44 nel gruppo Ubi, 30 per la Popolare di Milano, 25 per la Popolare dell’Emilia Romagna e 13 per la Popolare di Bari). Poste Italiane ha comunicato la chiusura di 1.156 uffici e la razionalizzazione (in termini di orari di apertura e di servizi) di altri 638.

Infine, questi i numeri della provincia di Lecce: 258 agenzie, di cui 188 di proprietà di grandi gruppi bancari S.p.A., 59 di Popolari e 11 di Credito cooperativo.

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