rotate-mobile
Economia

Scadenza per il saldo di Imu e Tasi: per i leccesi spesa media di 621 euro

L'esborso medio è di 621 euro per le seconde case, comunque il più basso della Puglia. Il segretario Uil Giannetto: "A Lecce situazione invariata, nessun ritocco al ribasso delle aliquote"

LECCE – I cittadini di Lecce tra pochi giorni, cioè entro il 16 dicembre, dovranno saldare la seconda rata di Imu e Tasi. E il conto sarà salato, oltre la media nazionale. Le famiglie del capoluogo che possiedono case di prestigio o seconde case, spenderanno infatti, 86 euro in più rispetto al dato medio italiano, pari a 621 euro. L'importo è lo stesso dell'anno scorso.

A livello nazionale, il costo medio complessivo di Imu e Tasi sulla seconda casa è pari a mille e 70 euro (535 da versare con la rata di dicembre), mentre a Lecce l’importo a saldo raggiunge quota mille e 242 euro. I leccesi spenderanno comunque meno degli altri residenti in Puglia: a Bari la media è di mille e702 euro, a Brindisi di mille e 344 euro, a Foggia di mille 487 euro e a Taranto di mille e 289 euro.

Chi possiede a Lecce-città una seconda pertinenza dell’abitazione principale della stessa categoria catastale (cantine, garage, posti auto, tettoie), quest’anno dovrà sborsare in media 60 euro (35 per la cantina e 85 per box-posto auto), contro un costo medio nazionale di 55 euro. Chi possiede una prima casa di lusso dovrà invece pagare mille e 701 euro, contro una media nazionale di mille e 305 euro.

I dati sono stati diffusi dal servizio politiche territoriali della Uil. “Anche quest’anno è in arrivo un mini-salasso soprattutto per lavoratori dipendenti e pensionati, che rappresentano il 41percento dei proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale e sono dunque i soggetti più penalizzati da queste imposte”, ha dichiarato il segretario generale, Salvatore Giannetto.

Secondo il rapporto Uil, il costo complessivo di Imu-Tasi più alto per una seconda casa si registra a Roma con 2mila e 64 euro medi. Non sono molti i Comuni che hanno aumentato le aliquote, dopo tre anni di blocco, anche perché, soprattutto nei capoluoghi di provincia, le aliquote sono già al massimo.

“La situazione è sostanzialmente invariata per Lecce rispetto allo scorso anno, non c’è stato alcun ritocco al ribasso delle aliquote e questa imposta continua a gravare sempre in maniera pesante sui cittadini – ha aggiunto Giannetto -. Come sindacato siamo d’accordo sull’unificazione dell’Imu con la Tasi in quanto, venendo meno il concetto di tassa sui servizi, riteniamo corretta la semplificazione del meccanismo con la creazione di un'imposta unica, a maggior ragione dato che Imu e Tasi agiscono sulla stessa base imponibile”.

“Tuttavia – ha proseguito - non comprendiamo del tutto l’aumento dell’aliquota base dal 7,6 all’8,6 per mille. Siamo inoltre convinti che serva la riforma del catasto, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni, per riportare equità nella tassazione sul mattone. E ribadiamo con convinzione che questo processo deve essere accompagnato da una lotta più incisiva all’evasione fiscale sulla tassazione immobiliare che ogni anno produce un minor gettito, pari ad oltre 1 miliardo di euro”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Scadenza per il saldo di Imu e Tasi: per i leccesi spesa media di 621 euro

LeccePrima è in caricamento