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Tra Lercio e l’abuso di cuochi in tv. Satira e società, intervista ad un autore pugliese

Adelmo Monachese a novembre ha chiuso in maniera brillante a Lecce la rassegna XOff. Autore di uno dei collettivi più noti sul web ha fatto il suo esordio da "solista" con un libro dissacrante su una delle mode del momento, che porta in giro con un live show

LECCE – La Puglia, terra di grande fermento culturale, come dimostrano il panorama musicale e quello letterario, cova nel suo seno un interessante autore satirico.

E’ Adelmo Monachese, giovane foggiano, attivo nei collettivi satirici AcidoLattico.org e Lercio.it, autentico fenomeno del web. Già nel 2010 Daniele Luttazzi lo ha inserito nel suo almanacco della satira italiana. Per tutto lo scorso anno ha portato in giro per la regione lo spettacolo-presentazione del libro Un anno Lercio (Rizzoli) e di recente ha fatto il suo esordio da singolo con I cuochi tv sono puttane (Rogas Edizioni).

A novembre, insieme al salentino Donato Viglione, di Spinoza.it, ha chiuso brillantemente la rassegna Xoff del TedxLecce.

Con questa sua intervista a LeccePrima, auguriamo ai nostri lettori un anno nuovo possibilmente anche di risate. Perché fino a che c’è voglia di ridere e di far ridere, resta sempre una speranza.

Partiamo dalla fine. Per attirarti la simpatia del pubblico femminile hai deciso di demolirne un idealtipo, il cuoco che spadroneggia in tv. Sei per caso invidioso?

Sono invidioso e rancoroso per natura, non sono perfetto ovviamente, ho anche qualche difetto. In questo caso sono invidioso nei confronti di Carlo Cracco adesso fa una cosa per la quale  prende un sacco di soldi ma che io, molto prima di lui, ho fatto per un lungo e buio periodo della mia vita, ovvero usare le patatine in busta come piatto prelibato di novelle cousine.

La tua formazione si fonda sulla comicità dissacrante, nello stile di alcuni autori americani ma anche degli italiani Luttazzi e Guzzanti, tanto per citare i principali. Sai di essere per questo controllato dalla Digos o sei addirittura un infiltrato?

Non sei la prima persona che me lo dice e questo mi fa pensare. Non sono un infiltrato ma non ti nascondo che da bambino subivo il fascino della divisa, infatti ho finito per fare il cameriere. Non credo di essere controllato dalla Digos, ma se lo fossi spero abbiano comprato il mio libro.

Con le presentazioni de "I cuochi in tv sono puttane" (e ancor prima de "Un anno di Lercio") ti confronti direttamente con il pubblico. E' solo un modo per rimediare appuntamenti?

No, è solo un modo per illudersi di rimediare soldi facili ma in realtà ciò che si rimedia davvero è l’aumento esponenziale del chilometraggio e dell’alimentazione autostradale. E poi si conoscono un sacco di persone in gamba.

Anche il 2015 va in soffitta: ci sono dei fatti in cui la realtà, nella sua involontaria ironia, ha superato la fantasia?

Molti, ti cito un caso di cui parlo nell’introduzione del mio libro. La quasi totalità delle battute conservano intatto il loro potenziale comico perché, nel frattempo, cose come la corruzione o la crisi mi pare siano ancora tra noi. C’è una battuta su Berlusconi che, in occasione della sua smentita delle voci di vendita del Milan, lo quotò 500 milioni e ne parlai come di quei vecchietti che si esprimono ancora in lire. In questo caso la realtà mi ha smentito, anzi, è stato Berlusconi a smentire la realtà perché poi la metà del Milan sembra la stia per cedere davvero a quella cifra. Ho fatto l’errore che fanno tutti dagli anni ’80: l’ho sottovalutato.

locandina_cuochitv-2Ci sono secondo te dei temi sui quali i comici o gli autori satirici del nostro paese hanno ancora troppi riguardi?

Il pubblico. A parte la tradizionale tecnica da cabarettista di puntare una persona (o una coppia) tra il pubblico e prenderlo in giro per tutta la serata allo scopo di far scaturire negli altri la risata da sollievo, quella causata dal pensiero “meno male che ha preso di mira un altro”, c’è ancora troppo timore verso il pubblico e troppa voglia di compiacerlo per portare a casa la serata.

Cosa ti spaventa di più: l'ignoranza, il fanatismo religioso o le critiche dei sostenitori del politically correct?

La terza perché è un maxi insieme che contiene anche le altre due, oltre che tutta la programmazione delle televisione generalista. Inoltre chi si fa scudo del  politically correct è più subdolo, almeno ignoranti e fanatici ci mettono la faccia e ti affrontano esponendosi in prima persona.

Dei personaggi politici attualmente in circolazione, qual è un bersaglio secondo te sottovalutato, ma che potrebbe dare grosse soddisfazioni?

Tutti quelli per i quali è in corso un processo di “monumentalizzazione”, i nuovi intoccabili. Penso a Napolitano, che con il suo “sacrificio” di rimanere in carica alla Presidenza della Repubblica ora è trattato come un santo laico. 

Cosa ti ha insegnato la comicità, che prima non sapevi?

Cimentarmi nella comicità mi insegna molto. La cosa principale su cui sto ponendo molta attenzione è che la società ha la memoria troppo corta. L’opinione pubblica non perdona, atteggiamento nobile e ammirevole, semplicemente dimentica, e così si ripetono sempre gli stessi errori.

Quando ti vedremo nel Salento con il tuo ultimo lavoro?

Spero presto. Sto portando il monologo satirico tratto dal libro un po’ ovunque nel “I cuochi TV sono puttane  - live tour” e c’è già qualche idea per portarlo in Salento. Invece non riesco a farmi dare retta, con mio grande rammarico, a Bari. Ti pare giusto che Abdeslam Salah, uno dei terroristi degli attentati di Parigi, è passato più volte da Bari e io no?

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