rotate-mobile
Cultura Galatina

Terzapagina. Gianni De Blasi mette in scena i "Pezzenti" di Mino De Santis

Il regista salentino firma il video del brano estratto dall'ultimo disco del cantautore: ambientato in uno sfasciacarrozze, per rappresentare il degrado della società odierna. E sul set un ospite d'eccezione come Alessandro Haber

GALATINA - Lavavetri e vu cumprà, nuovi schiavi tra padroni e caporali, pagati "venti euro alla sciurnata", ma spacciati per "invasori": i volti, raccontati da Mino De Santis, nel brano "Pezzenti", il primo estratto dal suo terzo disco "Muddhriche", uscito per gli Ululati di Lupo, sono protagonisti di una nuova umanità. È dentro questo campionario di anime che il regista salentino, Gianni De Blasi, ha trovato l'ispirazione per girare il video che accompagnerà la promozione del brano.

Finanziato dall'editore Cosimo Lupo e co-prodotto da Zero Project e Fanfara film, il videoclip, ora in fase di montaggio, è stato girato in uno sfasciacarrozze nella zona industriale di Galatina. La scelta della location non è casuale: De Blasi fa emergere tutta la simbologia del degrado della società odierna, vissuta come fiducia del capitale e lentamente consumatasi. Il cimitero delle auto rappresenta plasticamente il declino di una collettività fondata sul dogmatismo economico e raccontata con la solita ironia, ma con evidente amarezza da Mino De Santis.

"Mi piaceva l'idea di vedere nella macchina - spiega il regista -, un bene che fa parte della quotidianità di ciascuno, la metafora della società. Le auto portano dentro parte di noi, le nostre storie, dai viaggi agli spostamenti quotidiani, persino al sesso: sono un bene che viviamo e consumiamo e che, ad un certo punto, dopo sacrifici per saldare le rate dell'acquisto, finisce in un posto come quello in cui abbiamo girato le scene. Con la crisi alla nostra società ed ad un determinato modello è accaduto proprio questo".

La crisi del capitalismo, dunque, nella necropoli delle quattro ruote. Dal buio della "crisi" sembra emergere una nuova società, non per forza migliore. E gli immigrati raccontati dal cantautore salentino sembrano essere pretesto per enunciare questa visione che affiora: "Nella canzone di Mino - aggiunge De Blasi-, si coglie l'idea di un mondo, dove in realtà non ci si divide più per ideologie, culture, religioni o colore: la discriminante oggi si gioca su chi amministra i soldi e chi no". La finanza e i poveri, per sintetizzare: tra i "pezzenti", dunque, si annoverano le tante storie di precarietà che compongono un "Quarto Stato", che reclama attenzione e diritti, come nell'immagine che chiude la narrazione visiva pensata dal regista. Del resto, la "guerra dei pezzenti" serve proprio a favorire i potenti, come recita il brano stesso.

La finanza, l'uomo che gestisce i soldi, nel video è l'attore Alessandro Haber, super-ospite del videoclip (che si aggiunge a Nandu Popu e Giovanni "Endesho", figlio di Mino De Santis, che duettano col cantautore): "Dirigere un attore del calibro di Haber, che recita Bukowski, per me - chiarisce De Blasi - è stato un onore. Si è prestato con disponibilità al ruolo, salendo su una montagna di auto distrutte alte quattro metri".

Le tre voci del brano, invece, sono collocate sulla scena, dentro una macchina ferma, priva di benzina; davanti a loro uno stuolo di "pezzenti", pronti a raccontarsi, unirsi ed urlare contro l'uomo del capitale, "lu porcu de ddhra susu" che se la ride, maneggiando banconote, seduto sul trono e sulle miserie altrui. Una banconota finirà proprio tra le mani di Mino De Santis, che le darà fuoco.

Dal punto di vista tecnico, sono state numerose le comparse impiegate e come racconta De BlasiDe Blasi (foto Marsili Libelli)-2: "È stato davvero il lavoro più complesso che ho affrontato, costato attenzione e preoccupazione. Ma ritengo che due giorni di riprese ci abbiano permesso di fare un ottimo lavoro". Ed ancora una volta, si segnala nello sguardo del regista, oltre al talento indiscusso, la sua forte vocazione cinematografica.

Nonostante abbia scelto di dedicarsi al mondo della pubblicità e dei videoclip, la sua impostazione, per l'esperienza maturata sul campo e le importanti collaborazioni, alla fine si evidenzia con chiarezza. I suoi lavori non sono i soliti video musicali, ma hanno delle "storie", una trama che esalta i personaggi dentro il "set". E che emoziona. "Sono le canzoni di Mino che si prestano molto al mio modo di girare e riescono a darmi la possibilità di esaltare questa mia propensione". Professa umiltà De Blasi, quasi ritagliandosi un ruolo marginale. Ma chi ha visto i suoi lavori, sa che quest'anima cinematografica gli appartiene.

C'è in lui poi un'originalità, non solo nella scrittura differente dal genere "classico" del videoclip, ma anche nella capacità di non ripetersi mai: guardare per credere i video girati per la BandAdriatica, per i Crifiu, Marco Merchich e Mino De Santis. Quanto a "Pezzenti", il video dovrebbe essere pubblicato in rete entro un paio di settimane. Ma si può scommettere: sarà un racconto visivo, adeguato alla ricchezza del brano di Mino De Santis, e calibrato con arte dallo sguardo d'autore di un bravo regista come Gianni De Blasi.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Terzapagina. Gianni De Blasi mette in scena i "Pezzenti" di Mino De Santis

LeccePrima è in caricamento