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Terzapagina. Street art: il riscatto delle periferie è una questione di colore

Sono maturi i tempi per togliere ai murales l'etichetta di vandalismo urbano. Interagire con gli suoi interpreti è un segnale di lungimiranza istituzionale. Il gruppo Street Art South Italy è impegnato a Lecce da quattro anni

LECCE – Alzi la mano chi pensa ancora che la street art sia una manifestazione di vandalismo, solo un poco più raffinata. Nata nel sottobosco underground degli Stati Uniti negli anni Settanta, l’arte di strada ha invaso le periferie di tutto il mondo occidentale finendo per essere associata ad un fenomeno di per sé illegale ed essere represso come tale. Ma di acqua ne è passata sotto i ponti e oggi anche la sensibilità dell’opinione pubblica è in evoluzione tanto che il passaggio di status in arte povera – avvenuto soprattutto grazie al successo della pop art – è oramai incalzato da una concezione dinamica e sociale che fa della street art un’interprete autorevole di alcuni spaccati problematici della complessa società dei giorni nostri.

Tra tutte le tecniche espressive “antagoniste”, il writing occupa sicuramente il primo posto. Oggi scrivere sui muri – o attaccare adesivi - non sempre è una cosa che non si deve fare: lo hanno capito bene oramai anche le istituzioni, almeno quelle che consentono sempre più frequentemente a ragazzi e ragazze di esprimere la propria creatività, il dissenso, la costruzioni di buone pratiche sociali sugli spazi abbandonati dei nuclei urbani, sui ponti, lungo le strade. Era ora.

Anche nel Salento esiste un gruppo di artisti – Cheko’s art, Frank Lucignolo, Stencilnoire, S.Crash, Elkemi, Auosce - che ha intrapreso un percorso di emersione nel contesto urbano, nel rispetto degli spazi pubblici e con l’intento di proporre modelli di critica sociale e di attivismo culturale che spesso si rivelano gli unici in contesti lasciati al proprio destino dalle logiche dell’urbanesimo contemporaneo che separa la città dove si spende e si lavora da quella dove si dorme.

Quattro anni addietro hanno formato un sodalizio informale, Street Art South Italy, che, oltre a  partecipare a diversi contest internazionali, ha promosso iniziative di riqualificazione, come quella realizzata durante le quattro edizioni della maratona sportiva “Fair Game”, nel rione Santa Rosa, a Lecce. L’obiettivo non è solo quello di trasformare il grigio in colore, ma di creare un tessuto di connessione visiva tra la comunità dei residenti e il suo passato, le sue aspirazioni, i suoi diritti.

La street art sta per essere sdoganatachekos2-2, anche perché il fenomeno non è più relegato a pochi adepti, ma sta diventando di massa. Assecondarla, concederle spazi, interagire con i suoi interpreti è un segnale di intelligenza politica e di lungimiranza istituzionale: il riscatto delle periferie passa inevitabilmente dalla riappropriazione dei luoghi da parte delle persone che ci vivono. I murales li rendono più belli, danno loro più calore e sono, praticamente, a costo zero.

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