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Successo per la Compagnia Calandra al festival "Di scena a Fasano"

Andata in scena domenica 12 ottobre la seconda proposta in gara al Festival Nazionale di Teatro Amatoriale "Di scena a Fasano", la Compagnia Teatrale "Calandra" di Tuglie in un personalissimo adattamento di "Dr. Jekyll & Mr.Hyde" da Robert Louis Stevenson

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccePrima

«L'uomo non è uno, ma duplice». Ed è così che dallo schermo immacolato giganteggia un uno si sdoppia e diventa due, come i due protagonisti.

Un monologo a due facce, quindi. Da una parte uno scienziato, Henry Jekyll, molto preparato e altrettanto ambizioso, con l'obiettivo di sconfiggere la morte e aspirare all'eterna giovinezza, l'indistruttibilità del corpo e al male assoluto. Dall'altra Edward Hyde, giovane, misterioso e crudele, che pare fatto proprio di quel male così ardentemente desiderato da Jekill. E per questo motivo terribilmente attraente. Una lotta a due che poi è di uno contro il proprio io, due facce della stessa misteriosa medaglia, fino al liberatorio finale, dove i due ritornano ad essere nuovamente il gigantesco uno dietro lo schermo.

Andata in scena domenica 12 ottobre la seconda proposta in gara al Festival Nazionale di Teatro Amatoriale "Di scena a Fasano", la Compagnia Teatrale "Calandra" di Tuglie in un personalissimo adattamento di "Dr. Jekyll & Mr.Hyde" da Robert Louis Stevenson.

Numerosi i premi vinti dalla Compagnia con questo spettacolo: migliori attori ad ex equo ai due protagonisti, premi alla regia e alla scenografia. Premi che parlano da soli, evidentemente: i punti di forza di questo spettacolo difficile ma solido, sono appunto la bella performance di Federico Della Ducata e Donato Chiarello, in grado di dare vita ai vari personaggi ma soprattutto di scambiarsi il ruolo principale senza mai sovrapporsi, la regia perfetta ed originale di Giuseppe Miggiano (intense ed emozionanti le scene allo "specchio" e geniale l'idea di dare corpo alle parole di una attore con i gesti e i movimenti dell'altro), ed infine l'accattivante e suggestiva scenografia di Piero Schirinzi e Andrea Raho, che hanno portato una ventata di "multimedialità" all'interno di un classico della letteratura mondiale.

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