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Domenica, 28 Aprile 2024
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Emergenza consumo di suolo: in Regione la discussione della proposta di legge

Domani, nella quinta Commissione, la discussione della proposta di legge a firma del consigliere salentino Casili. Tra le novità sostanziali lo stop al consumo indiscriminato di suolo e i “luoghi del riuso”

LECCE – La Puglia prova a frenare l’aggressione alle campagne e le espansioni edilizie, giustificate troppe volte da crescite demografiche di cui non sembra però esservi traccia. Si intitola “Disposizioni per la riduzione contro il consumo di suolo” la proposta di legge a firma del consigliere salentino Cristian Casili. Mancano poche ore e sarà discussa nella quinta Commissione regionale. Nella mattinata di domani, martedì 4 aprile, sarà sottoposta ai componenti della commissione che si occupa di Ambiente e Urbanistica.  Il territorio pugliese si colloca al terzo posto a livello nazionale per il fenomeno del consumo di suolo. Ma il tragico primato è stato evidenziato anche dai vari report pubblicati negli anni scorsi e dai dati dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Il Salento, in particolare, supera persino le aree industrializzate del nord Italia per sacrificio dei propri terreni alla logica del mattone.


In una cornice ambientale non proprio incoraggiante il territorio regionale “vanta” un secondo, triste record: meno di 40 Comuni dei 257 pugliesi si sono dotati di un Pug, il Piano urbanistico generale. Il primo articolo della proposta di legge numero 255 riporta: “La presente legge detta disposizioni affinché gli strumenti di governo del territorio, nel rispetto dei criteri di sostenibilità e di minimizzazione del consumo di suolo, orientino gli interventi edilizi prioritariamente verso le aree già urbanizzate, degradate o dismesse, sottoutilizzate da riqualificare o rigenerare, anche al fine di promuovere e non compromettere l’ambiente e il paesaggio, nonché l’attività agricola”.  Il primo obiettivo che la proposta persegue è la progressiva riduzione progressiva di suolo non ancora urbanizzato, con l’obiettivo europeo di azzerarlo entro il 2050. La giunta regionale, con un apposito regolamento, definirà i criteri per determinare, quantificare e contenere il consumo di suolo a livello comunale. In particolare, il provvedimento stabilisce che i Comuni possano prevedere consumo di suolo esclusivamente nei casi in cui lo strumento di pianificazione comunale abbia dimostrato l'insostenibilità tecnica ed economica di riqualificare e rigenerare aree già edificate.

La proposta dà priorità al riutilizzo di aree già costruite e impermeabilizzate in cui sono ad esempio presenti immobili abbandonati e in stato di degrado edilizio nell’ambito del tessuto urbano consolidato, evitando nuove costruzioni e impermeabilizzazioni su suoli vegetati o permeabili. Altro elemento innovativo della proposta di legge ha a che vedere con i cosiddetti “luoghi del riuso” di Puglia. Si tratta di interventi di riuso temporaneo del patrimonio immobiliare esistente. I Comuni potranno consentire, attraverso procedimenti semplificati, l’uso temporaneo di edifici dismessi o inutilizzati mettendoli a disposizione dei cittadini che ne faranno richiesta tramite un progetto di riuso su innovazione, formazione, opportunità di impresa, di occupazione e start up, come ad esempio mercatini temporanei, mostre, teatri, parchi gioco, orti sociali, spazi di coworking. Se la legge dovesse essere approvata, gli enti comunali dovranno mettersi al lavoro per adeguare i propri strumenti urbanistici alle previsioni della legge. La norma prevede procedure di adeguamento semplificate per i comuni che hanno già approvato il Pug.


“Non è un atteggiamento di blocco all’edilizia, si potranno effettuare interventi ma nel tessuto già costruito”, dichiara il consigliere regionale Casili. “La proposta, a tutela del suolo, risorsa non rinnovabile, prevede che gli strumenti di pianificazione comunali, generali e attuativi, non potranno disporre nuove previsioni comportanti ulteriore consumo di suolo sino a quando non saranno del tutto attuate le previsioni di espansione vigenti, ovviamente il provvedimento definisce specifiche misure per gestire la fase transitoria di adeguamento alle nuove previsioni”, conclude.

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