Acqua rossa, nuova interrogazione in cerca di soluzioni
Il caso dell'acqua rossa da sette anni tiene in scacco Melendugno il consigliere regionale Gianfreda presenta un'interrogazione a Vendola e chiede soluzioni rapide: "I cittadini sono esasperati"
MELENDUGNO - Una nuova interrogazione sul caso dell'acqua rossa nel comune di Melendugno: a presentarla è il consigliere regionale Aurelio Gianfreda, che, ricorda come nella comunità salentina, sin dal 2004, si siano riscontrati gravi problemi di potabilità dell'acqua i cui parametri di qualità risultino spesso non corrispondenti alle norme di legge, come peraltro riscontrato dallo stesso Acquedotto Pugliese.
"Da allora - precisa Gianfreda - sono trascorsi 7 anni e in questo periodo i Melendugnesi sono stati costretti a convivere con il problema dell'acqua ‘potabile' rossa che continua a sgorgare dai rubinetti domestici; malgrado le rassicurazioni delle autorità pubbliche riguardo la potabilità dell'acqua distribuita, ormai da sette anni, nella cittadina nessuno più consuma l'acqua di rubinetto per bere e cucinare poiché nell'opinione comune l'uso dell'acqua di rubinetto è potenzialmente pericoloso per la salute e il buon senso ne sconsiglia l'uso".
I cittadini sono esasperati e i lavori effettuati finora da Aqp, nel 2009, hanno interessato soltanto una minima parte dell'abitato (circa sette vie cittadine): i lavori attualmente in corso, anni 2010-2011, in altre sette vie e il rinnovo dell'adduttore Vernole-Melendugno, già completato, finora non hanno risolto il problema; l'acqua distribuita dall'Aqp viene spesso erogata in forma di liquido color rosso-ruggine, non rispettando i requisiti stabiliti dalla legge.
"Nonostante la singolare situazione - spiega Gianfreda -, i cittadini continuano a pagare una costosa bolletta, per un servizio di acqua potabile e fognatura, non erogato dall'Acquedotto pugliese con la sottoscritta qualità attestata dal contratto in essere, a fronte degli impegni assunti con gli utenti e solennemente sanciti dalla Carta del servizio idrico integrato". Per questo, il consigliere Idv interroga il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l'assessore alle opere pubbliche, Fabiano Amati, per saper se non ritengano si debba fare obbligo all'Acquedotto pugliese a fornire acqua potabile conforme ai requisiti di legge.
Inoltre che si rinnovino tutte e completamente le condutture vecchie e obsolete; che si riconosca il diritto al rimborso delle fatture pagate per acqua e fognatura in questi ultimi sette anni, almeno a quei Melendugnesi che hanno evidenziato problemi di acqua rossa sia effettuando pagamenti parziali di fatture sia denunciando formalmente il fenomeno presso la locale stazione dei carabinieri; e che si sospenda il pagamento delle bollette future, o in alternativa la loro riduzione del 50%, in base al Provvedimento C.i.p., fino alla completa soluzione del problema.
"Da allora - precisa Gianfreda - sono trascorsi 7 anni e in questo periodo i Melendugnesi sono stati costretti a convivere con il problema dell'acqua ‘potabile' rossa che continua a sgorgare dai rubinetti domestici; malgrado le rassicurazioni delle autorità pubbliche riguardo la potabilità dell'acqua distribuita, ormai da sette anni, nella cittadina nessuno più consuma l'acqua di rubinetto per bere e cucinare poiché nell'opinione comune l'uso dell'acqua di rubinetto è potenzialmente pericoloso per la salute e il buon senso ne sconsiglia l'uso".
I cittadini sono esasperati e i lavori effettuati finora da Aqp, nel 2009, hanno interessato soltanto una minima parte dell'abitato (circa sette vie cittadine): i lavori attualmente in corso, anni 2010-2011, in altre sette vie e il rinnovo dell'adduttore Vernole-Melendugno, già completato, finora non hanno risolto il problema; l'acqua distribuita dall'Aqp viene spesso erogata in forma di liquido color rosso-ruggine, non rispettando i requisiti stabiliti dalla legge.
"Nonostante la singolare situazione - spiega Gianfreda -, i cittadini continuano a pagare una costosa bolletta, per un servizio di acqua potabile e fognatura, non erogato dall'Acquedotto pugliese con la sottoscritta qualità attestata dal contratto in essere, a fronte degli impegni assunti con gli utenti e solennemente sanciti dalla Carta del servizio idrico integrato". Per questo, il consigliere Idv interroga il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e l'assessore alle opere pubbliche, Fabiano Amati, per saper se non ritengano si debba fare obbligo all'Acquedotto pugliese a fornire acqua potabile conforme ai requisiti di legge.
Inoltre che si rinnovino tutte e completamente le condutture vecchie e obsolete; che si riconosca il diritto al rimborso delle fatture pagate per acqua e fognatura in questi ultimi sette anni, almeno a quei Melendugnesi che hanno evidenziato problemi di acqua rossa sia effettuando pagamenti parziali di fatture sia denunciando formalmente il fenomeno presso la locale stazione dei carabinieri; e che si sospenda il pagamento delle bollette future, o in alternativa la loro riduzione del 50%, in base al Provvedimento C.i.p., fino alla completa soluzione del problema.