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Domenica, 28 Aprile 2024
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Bellanova su Filanto: "Salvaguardare i lavoratori"

La parlamentare del Pd riaccende i riflettori sulla vicenda Filanto e sui lavoratori restati senza cassa integrazione da maggio: "Le istituzioni facciano qualcosa. È in gioco il futuro delle famiglie

CASARANO - Lavoro che viene, lavoro che va'. Nel giorno in cui Sergio Adelchi rispetta gli accordi, presi lo scorso 7 ottobre, aprendo i cancelli della sua azienda a dieci unità, si riaccendono i riflettori sugli esuberi interni alla Filanto e alla Zodiaco srl, che a quest'ultima fa capo, e sull'accordo del 1° aprile 2008, che aveva previsto una strategia di ricollocazione dei dipendenti licenziati. La polemica scoppia tra la Cisal, convinta che non ci sarà alcuna ricollocazione e la Confindustria, che giustifica i ritardi con la crisi economica mondiale. Sulla questione, interviene Teresa Bellanova, deputata del Pd, che chiede che l'imperativo sia "salvaguardare i lavoratori e le loro famiglie".

"La burocrazia nega - afferma la Bellanova - a circa duecento persone una vita dignitosa. I lavoratori della Zodiaco Srl, azienda che rientra nel gruppo Filanto, da maggio vivono senza percepire un solo euro. Da gennaio '09 era scattata la proroga per un anno della Cassa Integrazione, concessa con Decreto Ministeriale, ed in base ad un accordo tra Inps di Lecce e parti sociali, l'Istituto di Previdenza si era impegnato ad anticipare le prime quattro mensilità".

Le mensilità sono state corrisposte regolarmente, secondo quanto sottolinea l'esponente del Pd, fino ad aprile 2009, ma poi l'Inps ha sospeso i pagamenti in attesa della pubblicazione del Decreto sulla Gazzetta ufficiale: "Pubblicazione - chiarisce la Bellanova - che ad oggi, dopo undici mesi, non è ancora avvenuta".

"Istituzioni ed Enti preposti hanno il dovere - ribadisce - di sbloccare questa situazione, perché è in gioco il futuro ed il progetto di vita di centinaia di famiglie. Ritengo sia indegno di un Paese che voglia definirsi civile condannare i lavoratori a fare le spese della macchinosità burocratica. Stiamo parlando di famiglie che non hanno un euro per andare avanti ormai da sei mesi, famiglie costrette a chiedere soldi in prestito per sfamare e vestire i propri figli, famiglie alle quali il verbo ‘vivere' è negato e ‘sopravvivere' descrive un miracolo quotidiano.

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