Centrosinistra, dubbi su sanità ed accuse al vetriolo

BARI - Un gioco di ripicche o forse una forma consolidata di autolesionismo: la partita chiusa sul presidente del consiglio regionale pugliese, con la condivisione un po' forzata nel centrosinistra di Onofrio Introna, non ha, però, spento i dissensi e le contestazioni, all'apertura di una legislatura, vista come "costituente" e che rischia, però, di partire col freno tirato. I malumori del Pd esistono: non ne ha fatto mistero Antonio Maniglio, l'uomo escluso da Vendola, per ragioni di equilibrio interno alle forze di coalizione, sia dalla vicepresidenza prima che soprattutto dalla presidenza dell'assise regionale.

L'ex capogruppo Pd, che, però, potrebbe vedersi riconfermato, ha accusato Vendola di aver sbagliato a non favorire scelte di garanzia. Maniglio ha evidenziato di aver segnalato allo stesso presidente un concorso per dirigente medico, tenutosi a Campi Salentina, dove ci sarebbe stata la "manina" di qualche "suo" assessore: un'affermazione che non sembra aver fatto piacere ai membri del governo regionale né allo stesso Vendola, vista l'ipotesi mica tanto nascosta di una raccomandazione bella e buona, con nomi già circolati e recanti marchio salentino. E Loredana Capone e Dario Stefàno, salentini alla corte di Vendola, quindi, "indiziati", sembrano non aver gradito le esternazioni di Maniglio.

L'assessore alla Sanità, Tommaso Fiore, nelle scorse ore, dinanzi alle dichiarazioni di Maniglio, ha invitato l'esponente Pd a presentare denuncia alla procura, se a conoscenza di particolari in merito a presunte irregolarità sul concorso citato; inoltre ha assicurato di voler mandare un nucleo ispettivo a Campi Salentina, per verificare la veridicità di quanto esposto. Di certo, Fiore ritiene necessaria l'organizzazione di un osservatorio sui concorsi.