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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Dambruoso, candidato Pdl alle regionali: quasi fatta

Sembrerebbe mancare solo l'ufficialità all'investitura del magistrato barese, esportato a Milano, ma non si escludono colpi di scena anche nel centrosinistra: incertezza su candidato e coalizione

BARI - Manca solo l'ufficialità, secondo fonti vicine al centrodestra, ma il candidato del Pdl alle prossime regionali di marzo, salvo sorprese dell'ultima ora, sarà Stefano Dambruoso, noto magistrato barese, ma da anni ormai impiantato a Milano e con una carriera particolarmente impegnata nella lotta al terrorismo e ai narco-traffici. Il nome che il centrodestra pugliese dovrebbe proporre nella sfida al governatore uscente (sempre inteso che sia lui il candidato unico del centrosinistra) sarebbe, quindi, il suo, che avrebbe il merito in un sol colpo di unire anche le forze moderate dell'Udc (che da tempo spingevano verso la scelta di un centrista) e di presentarsi come una novità nel panorama politico e come l'elemento integro moralmente, in grado di proporsi come la vera alternativa ad un sistema, quello pugliese, investito dagli scandali della sanità.

Un sì quello a Dambruoso, che sarebbe stato sancito dall'avvistamento a Roma, nei pressi di Palazzo Chigi, sede del governo, dello stesso magistrato a fianco del ministro per gli affari regionali, Raffaele Fitto, numero uno del Pdl pugliese; ma se Fitto continua a smentire ogni connessione tra la cordialità di un incontro e la competizione elettorale, gli indizi che portano alla investitura quasi certa di Dambruoso restano perfettamente in piedi. Ieri, ad esempio, si era persino rincorsa la voce che fosse il giorno dell'ufficializzazione della candidatura del magistrato e sulla mancata designazione aleggia qualche mistero: c'era, infatti, la convinzione diffusa nei vertici del Pdl pugliese di dover assolutamente giungere alla scelta del candidato presidente entro e non oltre la prima decade di ottobre (quindi, in teoria, restano solo due giorni per sciogliere il nodo, prima che termini questa iniziale scadenza); ma, d'altro canto, restano ancora delle perplessità nei gruppi politici, alleati col Pdl, e nei rappresentanti del centrodestra alla regione Puglia, che la scelta dovrebbe ricadere all'interno del gruppo di opposizione a Viale Capruzzi, meritevole di aver conquistato sul "campo" il diritto di questa occasione. Gli occhi e le attenzione si arrestano ovviamente su Rocco Palese, capogruppo Pdl alla regione, che già diversi esponenti politici del centrodestra hanno indicato come il candidato ideale di una coalizione alla riscossa e desiderosa di riconquistare il governo della Puglia.

Sul nome di Dambruoso sembra che ci possa essere stata l'indicazione forte di Alfredo Mantovano, che avrebbe, dunque, caldeggiato la scelta del magistrato agli alleati del Pdl di area forzista, facendo leva sull'uomo delle istituzioni, in grado di attrarre a sé più forze, per ridare vita all'alleanza amministrativa, che sostenne Fitto nel 2000 e nel 2005. C'è un altro elemento, che sembrerebbe giocare a favore di Stefano Dambruoso: una questione d'immagine, se così si può indicare, ossia il beneplacito di Silvio Berlusconi alla candidatura del magistrato sarebbe un modo per sovvertire l'idea di un premier, che demonizza la magistratura tout court, ma, che, piuttosto entra in contrasto solo con quella ritenuta politicizzata (anche se spesso finisce per ritenere politicizzata solo quella che indaga su di lui). Quel che appare certo, però, è che fino all'ultimo minuto utile, Palese sarà sempre dentro alla rosa dei papabili del centrodestra.

Nel centrosinistra, sarà per la concomitanza della riapertura del Teatro Petruzzelli a Bari, ma non mancano davvero i colpi di teatro: fino a pochi mesi fa, era persino sottointesa la ricandidatura di Nichi Vendola alla presidenza della Regione Puglia, ora, invece, appare un terno al lotto. Se da una parte il Pd continua a sostenere Vendola come il personaggio del buon governo (si punta sui risultati del turismo, delle energie alternative, delle misure anticrisi e degli investimenti nelle politiche giovanili), dall'altra ci sono aree dello stesso partito ed espressioni politiche del centrosinistra che continuano ad insistere sul concetto di discontinuità amministrativa (partendo dalla questione sanità, che doveva essere il punto di forza del governo vendoliano e che si sta rivelando il tallone d'Achille), dopo il polverone di scandali delle ultime settimane. Molto, ma forse non tutto, sembra dipendere dall'esito del congresso del Pd regionale, da cui verrà fuori il nuovo segretari: i quattro candidati (Sergio Blasi, Michele Emiliano, Enrico Fusco e Guglielmo Minervini) continuano a dirsi pro Vendola, ma è dal Pd nazionale che sembra giungere un'indicazione diversa.

Francesco Boccia, già avversario di Vendola nelle primarie di coalizione del 2005, dovrebbe avanzare nei prossimi giorni la propria candidatura per il 2010: è lui il più accreditato a guidare il centrosinistra nel tentativo di conservare la Regione; accanto all'economista, ci sarebbe l'area Margherita del Pd, l'Idv (che ha posto espressamente il veto su Vendola) e forse l'Udc stesso, sempre aperta ad ipotesi centriste. Se, infatti, il nome di Dambruoso fa gola all'Udc, quello di Boccia s'inserisce nel quadro di un laboratorio politico Udc-Pd, già sperimentato con successo in alcune zone della Puglia; impensabile, invece, qualsiasi stretta dell'Udc attorno alla candidatura di Vendola, ritenuto troppo di sinistra per essere preso in considerazione in un'idea di alleanza allargata al centro. Una ulteriore ipotesi resta quella di Adriana Poli Bortone, candidata ufficiale dello scudo crociato e di Io Sud, qualora il partito di Casini scegliesse la via in solitaria. In tal caso, potrebbe aprirsi ancora uno scenario più interessante, col Pd ed alcune forze del centrosinistra pronte a confluire, come a Brindisi, sul candidato indicato dall'Udc.

Ma non si escludono altre due eventualità: la più suggestiva è quella della discesa in campo dell'attuale amministratore di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola, particolarmente corteggiato dagli schieramenti nelle ultime ore; l'altra, sarebbe quella di vedere anche l'Idv sradicata da ogni alleanza di coalizione, se non pienamente convinta dal nome del candidato del centrosinistra.

Le candidature per la poltrona di governatore, alla fine, potrebbero anche essere quattro. La mina vagante, però, potrebbe essere l'outsider di lusso alla segreteria regionale del Pd, ossia Michele Emiliano, che resta il maggiore sponsor di Vendola alle prossime regionali. Qualcuno inizia a supporre che se il governatore uscente non sarà ricandidato, il sindaco di Bari stia già pensando a qualche mossa sensazionale, che sconvolga gli scenari. Vendola, dal canto suo, di fronte alle critiche dei suoi stessi alleati, continua a dimostrare apertura al concetto di discontinuità: per questo, chiede le primarie di coalizione. In tutto questo marasma, il quadro politico pugliese sembra destinato a riservare ancora qualche colpo a sorpresa.

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