Fasano torna alla politica attiva su invito di Emiliano
L'ex assessore provinciale, travolto dalle inchieste sul caso Padovano, si era dimesso dal Pd. Una lettera di Emiliano e la maggiore serenità l'hanno convinto a tornare nella vita politica del partito
Redazione
09 gennaio 2010 17:52
GALLIPOLI - Uno scambio di comunicazioni private rese pubbliche dagli stessi protagonisti: il presidente regionale del Pd, Michele Emiliano, aveva scritto una lettera lo scorso 19 dicembre a Flavio Fasano, l'ex sindaco di Gallipoli ed assessore provinciale, dimessosi per le note vicende giudiziarie emerse intorno alle intercettazioni del caso Padovano, rincuorandolo sui contenuti delle stesse intercettazioni ed invitandolo a tornare sui suoi passi, ossia a riprendere parte all'impegno politico attivo.
Nella lettera, Emiliano sottolinea di aver esaminato le telefonate intercettate e "senza poter disporre di altri elementi di indagine", rivolgendosi a Fasano, scrive: "Mi pare che si possa dire che tu stessi operando per consentire ad un tuo cliente di avere contatto con le forze dell'ordine al fine di fornire informazioni confidenziali, senza peraltro interferire minimamente sul contenuto delle stesse. Nessuno può rimproverarti l'ingenuità di credere che il tuo cliente si fosse ravveduto. Sono infatti molti gli avvocati ed i magistrati convinti della non pericolosità di alcuni soggetti che poi vengono smentiti dai fatti".
"La Tua azione - aveva scritto ancora Emiliano - appare sino a prova contraria penalmente irrilevante e deontologicamente scevra da censure: le informazioni confidenziali da parte di pregiudicati sono attività degli ufficiali di polizia giudiziaria assolutamente legali, spesso decisive per l'inizio delle indagini di criminalità organizzata. Ed infatti non esiste notizia di una tua sottoposizione ad indagini o a procedimenti disciplinari. Ne consegue il mio invito a ritirare le dimissioni dal Partito. Non spetta a quest'ultimo sindacare il modo col quale eserciti la tua professione di avvocato o le modalità con la quale scegli i tuoi clienti o parli con loro al telefono (le telefonate potrebbero persino essere inutilizzabili ove fossero intervenute all'interno di un rapporto di mandato legale!) quando neppure la Magistratura ed il tuo consiglio dell'ordine hanno avuto a che ridire sulla tua condotta".
Ed arriva in queste ore la replica pubblica dello stesso Fasano, che si dice "confortato" dai contenuti della missiva "per l'approccio aperto e anti-ideologico" e "per la severa competenza" con cui il sindaco di Bari avrebbe analizzato la posizione dell'ex assessore del Pd sotto il profilo delle responsabilità penali, professionali e amministrative: "Rinfrancato dalle tue valutazioni e sollecitazioni - scrive Fasano -, dalle pressioni di moltissimi amici iscritti e simpatizzanti del Pd e anche per questo forte di una maggiore serenità interiore, ti comunico di aver accolto l'invito a riprendere l'impegno politico, accettando la candidatura all'assemblea provinciale del partito, calorosamente e generosamente propostami dal segretario e dai compagni del circolo di Taviano".
Nella lettera, Emiliano sottolinea di aver esaminato le telefonate intercettate e "senza poter disporre di altri elementi di indagine", rivolgendosi a Fasano, scrive: "Mi pare che si possa dire che tu stessi operando per consentire ad un tuo cliente di avere contatto con le forze dell'ordine al fine di fornire informazioni confidenziali, senza peraltro interferire minimamente sul contenuto delle stesse. Nessuno può rimproverarti l'ingenuità di credere che il tuo cliente si fosse ravveduto. Sono infatti molti gli avvocati ed i magistrati convinti della non pericolosità di alcuni soggetti che poi vengono smentiti dai fatti".
"La Tua azione - aveva scritto ancora Emiliano - appare sino a prova contraria penalmente irrilevante e deontologicamente scevra da censure: le informazioni confidenziali da parte di pregiudicati sono attività degli ufficiali di polizia giudiziaria assolutamente legali, spesso decisive per l'inizio delle indagini di criminalità organizzata. Ed infatti non esiste notizia di una tua sottoposizione ad indagini o a procedimenti disciplinari. Ne consegue il mio invito a ritirare le dimissioni dal Partito. Non spetta a quest'ultimo sindacare il modo col quale eserciti la tua professione di avvocato o le modalità con la quale scegli i tuoi clienti o parli con loro al telefono (le telefonate potrebbero persino essere inutilizzabili ove fossero intervenute all'interno di un rapporto di mandato legale!) quando neppure la Magistratura ed il tuo consiglio dell'ordine hanno avuto a che ridire sulla tua condotta".
Ed arriva in queste ore la replica pubblica dello stesso Fasano, che si dice "confortato" dai contenuti della missiva "per l'approccio aperto e anti-ideologico" e "per la severa competenza" con cui il sindaco di Bari avrebbe analizzato la posizione dell'ex assessore del Pd sotto il profilo delle responsabilità penali, professionali e amministrative: "Rinfrancato dalle tue valutazioni e sollecitazioni - scrive Fasano -, dalle pressioni di moltissimi amici iscritti e simpatizzanti del Pd e anche per questo forte di una maggiore serenità interiore, ti comunico di aver accolto l'invito a riprendere l'impegno politico, accettando la candidatura all'assemblea provinciale del partito, calorosamente e generosamente propostami dal segretario e dai compagni del circolo di Taviano".
Redazione
09 gennaio 2010 17:52
