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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Fitto ribadisce: "E' crollato l'impianto accusatorio"

Il ministro agli Affari regionali incontra i giornalisti e commenta il proscioglimento di alcuni capi d'imputazione per l'inchiesta sulla sanità: critiche ai tempi dei processi e alle intercettazioni

LECCE - "È crollato l'impianto accusatorio": è UN Raffaele Fitto disteso e convinto delle sue ragioni quello che si presenta nella sala conferenza dell'Hotel Tiziano per incontrare i giornalisti e commentare la notizia del proscioglimento di alcuni dei capi d'imputazione della famosa inchiesta sulla sanità e sull'intreccio appalti-tangenti (in cui è coinvolto l'imprenditore romano Francesco Angelucci) e il rinvio a giudizio per altri sei reati contestati).

Il ministro ostenta soddisfazione per il risultato dell'udienza preliminare, persuaso che "tutto poggiava su dei falsi che avremmo commesso sia io che i funzionari regionali per far sì che la gara (quella per la gestione delle residenze sanitarie assistite pugliesi, ndr) andasse in quella direzione. Oggi - afferma il ministro agli Affari regionali - siamo di fronte ad un'affermazione chiara: il rito abbreviato e l'assoluzione di alcuni dirigenti, tra i quali l'allora direttore generale dell'Agenzia regionale della sanità, il dottor Morlacco, e il non luogo a procedere nei miei confronti per il falso dimostrano con chiarezza che la gara è stata svolta in un modo assolutamente regolare e che quindi non c'è nessun nesso e nessuna ipotesi di patto corruttivo che possa stare dietro questo. Dimostreremo - prosegue Fitto - nel dibattimento, come alla luce del fatto che la gara sia stata regolare, come anche i finanziamenti assegnati sono regolari".

Fitto spiega di ritenere il punto di forza principale della propria difesa la chiarezza con cui emergerebbe la forza dell'azione politica, in virtù proprio del fatto che tutti quei contributi sino stati regolarmente scritti nel bilancio e "nessuno potrà dimostrare il contrario". L'ex governatore pugliese poi passa ad analizzare il peso che l'inchiesta avrebbe avuto dal punto di vista politico sulle scorse regionali, perse con Nichi Vendola: "Nel 2005 - afferma -, il tema del dibattito politico di quella campagna elettorale era assolutamente collegato all'azione e alla discussione sulla modalità gestionali della sanità. La contestazione che mi è stata fatta per iscrivermi nel registro degli indagati e mettere sotto controllo i miei telefoni era collegata all'associazione a delinquere per questo reato. Ora l'udienza preliminare insieme a tanti altri gravi reati contestati alla mia persona, come la concussione e degli importanti falsi, ha fatto cadere il reato più grave, quello dell'associazione a delinquere che non aveva motivo di esistere".

Secondo Fitto, il vero tema è quello dei tempi della giustizia, soprattutto in una fase in cui si discute molto in Italia sull'opportunità delle intercettazioni e sulla possibilità di approvare il processo breve: "Un'indagine iniziata nel 2001 e che vede iscritto me, nel febbraio 2005, all'inizio della campagna elettorale, trova un riscontro evidente e chiaro con il crollo totale dell'impianto accusatorio. Penso che trovandosi qui nella situazione che, a nove anni dall'inizio del procedimento si chiude l'udienza preliminare con sostanzialmente il crollo della stragrande maggioranza dei reati e, con l'inizio il prossimo anno, a quasi dieci anni dall'iscrizione del fascicolo, dell'udienza dibattimentale di un processo, che dovrebbe avere tre gradi di giudizio, chi critica il processo breve, dovrebbe avere il buon gusto di chiedersi il perché della proposta e del perché un cittadino debba trovarsi in un processo lumaca o tartaruga, che comporta disagi personali, ma anche, come nel mio caso, di carattere politico".

"Se io non fossi stato deputato nel 2006 - ribadisce Fitto -, sarei stato arrestato sulla base di accuse che oggi sono crollate nell'udienza preliminare. E oggi sarei probabilmente una persona distrutta, che avrebbe fatto qualche mese di carcere per delle accuse crollate". Il ministro racconta di aver affrontato ingenti spesi processuali, sottolineando che altri cittadini avrebbero faticato a difendersi, senza avere i mezzi per farlo.

Quanto ai reati ancora contestati e su cui dovrà affrontare il dibattimento processuale, Fitto sembra non dare molto peso: "Il gup - dichiara - ha dato il non luogo a procedere per una serie di reati più gravi: in un'udienza preliminare significa che non esiste alcun argomento su cui discutere. Sulla parte residua, il giudice ha ritenuto che l'udienza preliminare non sia il luogo dove risolvere alcune questioni e che l'accusa potrebbe portare nuovi elementi nel corso del dibattimento: lo verificheremo nei prossimi mesi. Io sono assolutamente sereno, soprattutto sulla principale contestazione, quella della corruzione, in quanto essendo caduta l'accusa di falso, con l'affermazione della regolarità delle gare erano regolari, anche la potenziale corruzione, che dovrebbe essere accaduta sulla possibile estensione della gara, cadrà, in quanto la modalità era prevista dalla legge e comunque non effettuata dalla giunta regionale e dal sottoscritto".

Una battuta, infine, anche sul numero delle intercettazioni (circa 150mila), paragonate con le decine di migliaia di Padovano e le circa 90mila di Luciano Moggi: "Ogni inchiesta ha una storia in sé: questa la trovo anomala nei tempi. In quattro ore di udienza preliminare su 85 indagati, si sono dedicate tre ore e mezzo solo a me. Quanto alle intercettazioni non possono essere usate nella logica con cui usate in questa inchiesta. Sta facendo bene il governo a lavorare sulla delimitazione dello strumento, per evitare la perdita inutile di risorse e per salvaguardare il principio importante della privacy".

Ancora commenti dal mondo politico

Esprime soddisfazione, Cosimo Gallo, coordinatore provinciale del Pdl, a titolo personale e nome del partito leccese, la "piena soddisfazione per la sentenza del gup di Bari che ieri ha sconfessato clamorosamente la montagna di accuse infamanti e strumentali nei confronti del ministro Raffaele Fitto". Gallo parla di "processo urlato", "spettacolarizzato", "nato addirittura con la richiesta di arrestare Fitto" ma che "non ha retto neanche all'udienza preliminare".

"Ciò - afferma - dimostra quanto fosse costruito sul nulla. Non abbiamo mai dubitato neanche un secondo dell'innocenza dell'amico Raffaele e siamo certi che nel processo dimostrerà la totale estraneità anche dai reati minori". Dello stesso avviso, la segreteria provinciale de "La Puglia prima di tutto" che evidenzia come si chiuda "un capitolo inquietante e oscuro" e come oggi si faccia "piena luce sulle vicende che hanno coinvolto il Ministro agli Affari Regionali".

Nota della redazione: Con tutto il rispetto per l'entusiasmo degli esponenti del centrodestra e nel rispetto delle ragioni del ninistro, che ha conseguito il proscioglimento su alcuni capi d'imputazione gravi, e che avrà modo per dimostrare la sua estraneità anche agli altri che restano tuttora contestati, appare francamente inspiegabile che i vertici del Pdl tacciano come "reati minori" la corruzione, l'abuso d'ufficio ed il finanziamento illecito (fermo restando, va ribadito, che siano ovviamente da dimostrare). Reati di cui peraltro è accusato un ministro, già governatore pugliese, non uno qualunque insomma.

Perciò, al di là dell'ottimismo e del sospiro di sollievo per la caduta di un'accusa tanto importante quale l'associazione a delinquere, sarebbe più opportuno una maggiore parsimonia di giudizio, visto che siamo dinanzi ad una situazione chiarita a metà. I toni trionfalistici non trovano riscontro nell'obiettività dei fatti e se i processi rischiano di essere "urlati" e "spettacolarizzati", forse anche certe esultanze e congratulazioni non sono da meno. Non è stata fatta ancora "piena luce" sulle vicende contestate: chi vorrà esultare lo faccia al momento del proscioglimento pieno. E senza classificare alcuni reati come "minori". Soprattutto onde evitare che, se le altre accuse non dovessero cadere, si finisca col solito giochetto fastidioso dei giudici "politicizzati", quando condannano, ed "onesti", quando prosciolgono.

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