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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Palazzo Carafa e il rebus del sindaco Paolo Perrone

Continua a tener banco l'equilibrio a Palazzo Carafa, dopo la scelta di Pankiewicz di non appoggiare Perrone. Tondo replica a Giordano: "Le scelte personali l'hanno fatte gli altri e non noi di Io Sud

Ore di ansia per Palazzo Carafa. Il colpo di scena di ieri ha del clamoroso, sebbene qualche indiscrezione fosse filtrata già la sera prima. Wojtek Pankiewicz abbandona anzitempo la maggioranza leccese di Paolo Perrone e rimette in gioco le certezze di una giunta traballante e sempre più a rischio. L'appoggio al governo cittadino del rappresentante del centro moderato si è consumato in un baleno, come del resto, tante piccole grandi evoluzioni di una campagna elettorale perenne, che ha fatto dell'imprevisto la sua regola e del cambio delle carte in tavola legge da accettare.

La notizia dell'addio prematuro di Pankiewicz (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=14441) riporta l'incubo delle elezioni anticipate a Palazzo Carafa, tra i banchi del centrodestra. Perché, se fino a due giorni fa, la convinzione di aver risolto i problemi interni del governo cittadino, con l'esclusione di Adriana Poli Bortone e gli altri assessori di Io Sud dalla giunta, fosse crescente e forte, la realtà, a poche ore di distanza, sembra esattamente dire il contrario. Colpa (almeno visto con gli occhi del Pdl salentino), dell'esponente del centro moderato, che, dopo aver assicurato il sostegno a Perrone, è ritornato sui suoi passi, aprendo la voragine della crisi nella maggioranza cittadina, o forse, come più logico ritenere confermando una crisi e non dando più alibi sulla precarietà e sulla stabilità dell'amministrazione. Colpa, senz'altro della prassi della transumanza, tanto chiacchierata, stigmatizzata, deturpata dagli stessi politici in campo, quando i pezzi "persi" sono i loro, ed, invece, scusata, imbastita di motivazioni ragionevoli e di interpretazioni degne del miglior Freud, quando si risolve a proprio vantaggio.

Prima o poi, però, il giocattolo è destinato a rompersi, soprattutto se il cambio di casacca prevede un riconoscimento evidente, quantificato in un assessorato o in una candidatura. Del resto, l'ha chiarito lo stesso consigliere Pankiewicz, tornato tra i banchi dell'opposizione, che il fattore determinante ai fini della sua scelta risiederebbe nel mancato conferimento di un assessorato, per il proprio ingresso in maggioranza, in tempi celeri: ruolo e condizione evidentemente imprescindibili per rinnovare o confermare ogni accordo. E, invece, l'assessorato non arriva. E patti chiari, amicizia lungo. Perciò, una stretta di mano cordiale ed un cortese arrivederci alla prossima. No assessorato? no party!

Fatto sta che il ritiro del sostegno del consigliere di centro non solo permette a Perrone di non festeggiare, ma lo mette nelle condizioni di vedere decretata la fine stessa della sua amministrazione, visti i numeri risicati in aula e la sensazione, ormai chiara, che il sindaco, al di là delle dichiarazioni di ufficio, sia già in minoranza. La nuova giunta, definita "light", leggera, nasce, dunque, sotto oscuri presagi e tra mille incertezze: l'unica a fare da collante è la tensione nei confronti della Poli defenestrata, contro la quale restano forti gli accenti polemici. La scelta di Pankiewicz di non sostenere la maggioranza porta alla contemporanea scelta di ritirare la propria candidatura alle provinciali con "La Puglia Prima di Tutto", la formazione che fa riferimento al ministro Fitto: sulla mossa del consigliere moderato, peraltro, avrebbe pesato, anche se in maniera minore, il piazzamento nella corsa per il consiglio di Palazzo dei Celestini in un collegio, quello di Centro-Mazzini, con scarse possibilità di risultato.

Resta da capire cosa succederà a Palazzo Carafa e quali saranno le mosse del sindaco, Paolo Perrone, per cercare di comprendere i risvolti politici di questa ennesima rapida evoluzione. Le segreterie del sindaco sono già a lavoro, per monitorare la situazione, tanto che qualcuno dall'opposizione inizia a pensare che sia in atto l'ennesima campagna acquisti di questa lunga campagna elettorale. Ovviamente da destra a sinistra si mette Pankiewicz sul banco degli imputati in maniera trasversale. E su siti e blog, si ritrovano le dichiarazioni che lo stesso esponente del centro moderato faceva nel maggio 2007, a pochi giorni dal voto alle comunali leccesi sul sindaco Perrone: "Il candidato del centrodestra Paolo Perrone elettoralmente parlando, lentamente muore, perché un giorno sì e l'altro pure va ripetendo le stesse vili menzogne e, cioè, che il Centro Moderato sarebbe solo una lista di disturbo per favorire Rotundo, quando ormai tutti hanno ben compreso che il nostro progetto politico risponde a quella grande voglia di centro… Perrone dimostra, dunque, ancora una volta, arroganza, mancanza di rispetto e immaturità. Egli, infatti, dal punto di vista politico, è solo un bambino viziato. Mi chiedo se tale personaggio possa ritenersi idoneo a ricoprire un ruolo così importante e delicato come essere sindaco della città di Lecce. Nutro sinceri dubbi in proposito, anche in considerazione del fatto che Perrone candidato già in partenza non aveva alcuna forza, credibilità e autorevolezza".

Ma, al di là delle evoluzioni di pensiero del consigliere di centro (che evidentemente non sono le uniche nel contesto politico locale), il dibattito è aperto ed Angelo Tondo, presidente provinciale di Io Sud replica all'assessore Michele Giordano, che aveva ridimensionato la crisi a Palazzo Carafa.

"Se l'assessore Giordano - spiega Tondo - vuol continuare a far finta di non vedere ciò che è sotto gli occhi di tutti, continui pure. Probabilmente sottovaluta il giudizio dei cittadini che sono bene attenti a quello che è il lavoro dell'attuale amministrazione comunale, conoscono quanto è stato realizzato nei nove anni di amministrazione Poli Bortone e sanno trarre le giuste conclusioni. Ma se proprio vuole provi a spiegare quali sono questi ‘risultati importantissimi' realizzati dall'amministrazione Perrone in questi due anni di governo a Palazzo Carafa. Cosa è stato fatto di nuovo che non sia stato avviato dalla precedente amministrazione?

La questione della ‘complicata amministrazione finanziaria' ereditata dalla precedente amministrazione non regge considerato che di quella amministrazione l'attuale sindaco Perrone ed altri assessori ne sono stata parte integrante".
"Quanto al fatto - prosegue - che ‘il fulcro dell'attuale situazione' ruoti ‘intorno a scelte personali' posso anche essere d'accordo con Giordano, considerato quanto affermato oggi dal professore Pankiewicz e considerata l'indecorosa corsa alla poltrona scatenata dal sindaco che a quanto pare già da mesi aveva maturato il progetto di mettere alla porta i rappresentanti di Io Sud della giunta. Di certo scelte personali non l'ha fatte il gruppo di Io Sud e non le hanno fatte i rappresentati del movimento che ha un suo progetto politico chiaro e trasparente e che hanno saputo mantenere fede al patto fatto con gli elettori fino alla fine. Le parole - conclude Tondo - vanno argomentate sempre con i fatti. E di fatti da opporre mi sembra che l'assessore Giordano ne abbia veramente pochi. Molto pochi". E intanto, per domani, alle 12, presso l'hotel Patria, il Partitor democratico ha fissato una conferenza per illustrare le iniziative e le proposte della minoranza proprio sulla crisi al Comune. Vi parteciperanno Salvatore Capone, Antonio Rotundo, Loredana Capone, Sandro Frisullo e Fabrizio Marra.

E intanto arriva una dura replica di Pankiewicz proprio verso la sinistra. "Leggo sulla stampa odierna, con sincero disgusto, le prese di posizione sciacallesche di alcuni esponenti post comunisti del Partito democratico. Essi cercano pateticamente di strumentalizzare questa vicenda tra me e il sindaco per giungere alle elezioni anticipate. Ad essi - dice il consigliere del Centro moderato - desidero ricordare che l'articolo 49 della nostra Costituzione afferma che il corpo elettorale elegge i propri rappresentanti nei vari consessi, tra i quali i Consigli comunali, con metodo democratico, cioè, attraverso libere elezioni e che il potere che legittimamente si cerca di conquistare, in democrazia, è servizio che si rende alla comunità. Evidentemente per loro un assessorato è una postazione per perseguire interessi personali, perciò si agitano scompostamente. Questa concezione la lascio a loro".

"Invece, per me che sono cristiano la concezione del potere deriva direttamente dal Vangelo, che ci ricorda che Gesù disse: ‘Io non sono venuto per essere servito, ma per servire'. Quindi, non ho nessun problema a prevedere in un accordo politico-amministrativo nobile, anche un assessorato che consenta di attuare quanto concordato per il bene del popolo. Il Partito democratico a Lecce rappresenta la vecchia politica. E' un contenitore vuoto - aggiunge Pankiwicz -, in preda al disorientamento, che assume posizioni scomposte e spesso anche volgari. Da tempo ha fatto sua la deprecabile logica del "tanto peggio, tanto meglio", perseguita oggi in Italia da pochi irresponsabili sfascisti, e invoca un giorno si e l'altro pure le elezioni anticipate, che, comportando una gestione commissariale di oltre un anno, che andrebbe a tutto svantaggio del bene della città, sono, in questo momento, ciò di cui meno ha bisogno Lecce. Litigano marito e moglie, litigano gli innamorati. Cosa c'è di strano se litighiamo io e Paolo Perrone sulla tempistica di attuazione di un progetto nobile, che va nella direzione del bene comune? Pertanto faccio sapere al sindaco Perrone, del quale, ripeto per l'ennesima volta, apprezzo l'operosità, che ogni volta che porterà in Consiglio comunale provvedimenti che vanno nel segno dell'interesse della città, sia pure dai banchi della minoranza, voterò a favore".

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