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Lunedì, 29 Aprile 2024
Punti sensibili

Piazza d’Italia, stazione, Villa: il sindaco chiede di attivare “Strade sicure”

Circa un mese addietro la richiesta di Salvemini al prefetto Rotondi, per consentire la presenza congiunta di militari dell’Esercito e forze dell'ordine, come avviene in altre città. La decisione spetta al ministero dell’Interno

LECCE – Una città mediamente sicura, come dicono tutti gli indicatori e le statistiche ufficiali (al 55esimo posto e in miglioramento sul periodo precedente), ma in alcuni contesti specifici la percezione del livello di sicurezza a Lecce da parte dei cittadini è condizionata da focolai di degrado e criminalità spicciola.

La presenza dei militari dell’Esercito potrebbe quindi contribuire a rassicurare i residenti, affiancando quella delle forze dell’ordine e della polizia locale che, con gli organici che si ritrovano, devono occuparsi di un territorio comunale comunque esteso per 240 chilometri quadrati, tra centro storico, quartieri, marine e borghi.

Va in questo senso la richiesta avanzata dal sindaco, Carlo Salvemini, al prefetto, Luca Rotondi, di considerare l’attivazione anche a Lecce, come in altre città italiane, del progetto “Strade Sicure” che prevede l’impiego, congiuntamente alle forze dell’ordine, delle donne e degli uomini dell’Esercito per la creazione di presidi fissi o mobili nelle zone più esposte: il primo cittadino ha indicato la Villa Comunale, l’area della stazione e piazza d’Italia.

La richiesta risale a un mese addietro, ma il sindaco ne ha parlato ieri in un incontro con i residenti in viale Oronzo Quarta (stazione): “È innegabile, dunque – ha scritto Salvemini a Rotondi – che anche in situazioni locali non a rischio generale ci siano, situazioni più critiche. Per tale ragione, ritengo doveroso considerare il ricorso al cosiddetto progetto ‘Strade sicure’ che ha autorizzato, per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze Armate, posto a disposizione dei prefetti delle province, per condurre attività di vigilanza a siti ed obiettivi sensibili e di pattugliamento, in concorso e congiuntamente alle forze di polizia. Detto dispositivo di forze, che dopo un quindicennio dal suo dispiegamento è ancora attivo, non solo si è dimostrato un efficace strumento di deterrenza e prevenzione ma, soprattutto, uno straordinario quoziente incrementale del livello di sicurezza percepito dai cittadini”.

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