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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica Gallipoli

Premio Barocco, niente risarcimento. E Barba esulta

Il Consiglio di Stato "sconfessa" la decisione del Tar che aveva imposto al Comune di Gallipoli di pagare i danni all'associazione. Il senatore, allora sindaco, aveva rotto i ponti con Cartenì

Premio Barocco, ogni volta che riecheggia il suo nome sulle rive dello Ionio son dolori. Una ferita ancora aperta per quanti non si rassegnano alla sua emigrazione forzata in quel di Lecce. Un contenzioso che nel primo round aveva visto soccombere il Comune di Gallipoli che ai tempi della passata amministrazione Barba aveva deciso di non versare all'associazione del Premio Barocco il corrispettivo relativo all'organizzazione della manifestazione. E questo nonostante un protocollo d'intesa che due anni prima l'allora sindaco Giuseppe Venneri aveva siglato con il patron Fernando Cartenì. L'idillio tra il Premio Barocco e il Comune di Gallipoli, o meglio tra Cartenì e Barba si era infranto prima ancora della scadenza naturale di quell'accordo. Premio Barocco esiliato per volontà politica e prima ancora di incassare i proventi del Comune per l'edizione 2006. Il Comune non ritiene di dover pagare nulla e il relativo ricorso di opposizione al Tar dell'associazione del Premio Barocco viene accolto: il Tribunale amministrativo, nell'aprile scorso, concede la sospensiva di quel provvedimento dell'amministrazione Barba. Tutto ritorna in gioco. In particolare l'accordo con il quale il Comune si impegnava a corrispondere agli organizzatori la somma di 70mila euro per ogni manifestazione trasmessa in diretta su Raiuno dal porto di Gallipoli. C'è di più perché in quella circostanza l'ex sindaco Barba che aveva revocato il finanziamento annuale, chiese altresì per conto dell'ente, ben un milione di euro di risarcimento per i (presunti) danni d'immagine arrecati alla città.

Tesi non condivise dal Tar, e accolto il ricorso di Cartenì e compagni. Il Comune teoricamente deve pagare. Ma c'è ancora il Consiglio di Stato al quale il Comune di Gallipoli si appella affidandosi al legale Gianluigi Pellegrino e che in queste ore ha ribaltato nuovamente le carte in tavola. In buona sostanza l'organo di giustizia amministrativa ha sospeso a sua volta la "sospensiva" del Tar, quindi ha legittimato l'operato del Comune e la decisione dell'allora sindaco. Quei contributi non vanno pagati, anche se la partita è da considerarsi tutt'altro che chiusa. Infatti secondo la tesi difensiva del legale dell'associazione del Premio Barocco, quest'ultima sentenza del Consiglio di Stato non entra nel merito della vicenda. O meglio il Consiglio di Stato ha di fatto bocciato il Tar in quanto non ha ritenuto lo stesso Tribunale amministrativo competente sulla materia del contendere. Trattandosi di contributi in ballo e di richieste di risarcimento la palla dovrebbe passare ora al Tribunale civile.

Di tutt'altro avviso invece l'ex sindaco Barba, già pronto a commentare a suo favore l'ultima sentenza condividendola, ovviamente, su tutta la linea e mettendo in chiaro le relative risultanze. "Anche se nel silenzio generale, a differenza degli squilli di tromba con cui era stata resa nota la sentenza del Tar e con tanto parlar degli sciacalli vestiti a festa" esordisce Barba, "ci fa piacere far conoscere ai cittadini salentini e gallipolini che il Consiglio di Stato dà pienamente ragione alla nostra interpretazione in riferimento alla mancata corresponsione del contributo all'associazione organizzatrice del Premio Barocco. È giusto che tutti sappiano che il Consiglio di Stato ha dato pienamente ragione all'Amministrazione comunale di Gallipoli presieduta dal sottoscritto, poiché noi ritenevamo allora e riteniamo oggi che non si può giocare con i soldi dei contribuenti e che i cordoni delle asfittiche casse comunali (vuote e prosciugate da anni e anni di mala amministrazione) non si possono aprire per finanziare spettacoli che non promuovono la cultura e l'identità di un territorio, preoccupandosi invece di allietare le serate annoiate di qualche spettatore con ricchi cachet per soubrette e ballerine uscite un po' fuori dal giro".

Ed ecco il seguito integrale del commento dell'ex sindaco sulla vicenda Premio Barocco: "Così come era organizzato quel Premio Barocco non poteva essere finanziato con i soldi dei gallipolini. Altro che atteggiamento persecutorio da parte dell'allora sindaco di Gallipoli Vincenzo Barba che, a meno di strani sconvolgimenti della politica italiana, tornerà alla guida della "Città Bella". Si trattava di una decisione che andava nel senso giusto delle cose e che aveva a cuore soltanto il bene comune e le risorse della nostra città e i criteri di grande managerialità amministrativa. La sentenza del Consiglio di Stato fa luce definitivamente su quella situazione e dà onore alla nostra specchiata trasparenza e moralità".

"Questo ovviamente vale per quel tipo di Premio Barocco. Nulla osta che con una forma riveduta e corretta di quello spettacolo non ci si possa sedere intorno a un tavolo, insieme al Patron dott. Cartenì, per ricominciare a parlare. Chissà! Purtroppo i tempi della Giustizia sono più lunghi di quelli dell'intuito dell'uomo e chi, come il sottoscritto, possiede almeno la dote della lungimiranza deve aspettare il fisiologico scorrere del tempo per veder riconosciute alcune ragioni che in verità appaiono sin dall'inizio naturali e quasi scontate. Infatti, è stata questione di qualche settimana e anche per la vicenda dell'estate gallipolina, contrassegnata da blande presenze se non da vuoti e assenze, abbiamo avuto ragione. Abbiamo dovuto aspettare che gli operatori turistici insorgessero in prima persona, con un importante comunicato, contro il loro presidente cittadino, che andava sbandierando dati lusinghieri che ogni gallipolino di buon senso aveva già a naso bollato come quantomeno errati".

"Noi - e tutti i quotidiani locali ce ne sono testimoni per averlo riportato - abbiamo denunciato la grave assenza di turisti nel mese di luglio e la loro scarsa presenza nel mese di agosto, imputando ciò a chi irresponsabilmente aveva mandato a casa la Giunta nell'imminenza dell'inizio della stagione estiva, provocando così l'assenza di quel cartellone di eventi e spettacoli che è garanzia di richiamo e intrattenimento per i vacanzieri. Chi ha bollato le nostre parole di allora come "strumentali" adesso dovrà ricredersi dinanzi alle affermazioni degli imprenditori turistici gallipolini e dovrà fare un tardivo Mea Culpa. Ma a queste disfunzioni potranno porre rimedio soltanto gli elettori quando saranno chiamati, in prima persona, a dire la loro e a allora sì che si saprà se la lungimiranza di chi parla e vuole amministrare per il bene pubblico è una dote da investire sul nostro territorio oppure un pericoloso fastidio di cui fare a meno lasciando correre per la nostra città gli interessi privati come cavalli stizzosi fuori dal recinto".

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