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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Puglia e Sanità: Vendola pronto a commissariare le Asl?

Potrebbe essere la mossa a sorpresa dei prossimi giorni, ma anche nel centrosinistra c'è chi la vede come una mossa di moralizzazione in extremis. Pdl senza candidato strizza l'occhio all'Udc

BARI - La Regione Puglia ad un bivio: il presidente Nichi Vendola potrebbe azzerare i vertici delle Asl pugliesi e nominare sei commissari ad hoc. Un ultimo disperato tentativo per liberarsi dalle ombre che le inchieste della magistratura barese, piombate sulla sua giunta e che ne hanno, in qualche modo, offuscato la stella: l'idea di fondo è la stessa che ha animato nel rimpasto della propria squadra di governo, ossia lanciare un segnale chiaro di trasparenza di azione, in un contesto, quello politico, dove prese di posizione di questo tipo non trovano più dimora e nessuno sembra davvero avere il coraggio di sostituire chi, in qualche modo, ha smarrito buona fetta della propria credibilità. Detto questo, una premessa ulteriore va aggiunta: continuano a non esserci avvisi di garanzia, nonostante ogni giorno gli elenchi dei "nominati", stile reality, crescano in maniera esponenziale, rischiando di generare un corto circuito anche sul meccanismo delle stesse indagini.
Quanto alla possibilità di un azzeramento dei vertici Asl regionali, i problemi per Vendola sono interni, perché se c'è chi, nella sua maggioranza, sembra apprezzare e caldeggiare l'ennesima prova di coraggio, dall'altra parte, c'è chi ritiene inopportuno il tentativo di moralizzazione in extremis, che potrebbe finire per essere inteso, appunto, come una furberia in tempi di campagna elettorale, dando il colpo di grazia al governatore, anche tra gli stessi partiti di coalizione, non tutti pienamente convinti ancora della sua ricandidatura, nonostante le dichiarazioni di facciata.

In tal senso è interessante quanto affermato da Giovanni D'Agata, dell'Idv, che sottolinea come "Se Vendola ed il centrosinistra pugliese vogliono dimostrare di essere diversi dai propri avversari politici, se vogliono dare un chiaro segnale di rinnovamento della politica, soprattutto con riferimento alla questione morale, devono dimostrare nei fatti di essere incompatibili con simili comportamenti, facendo chiarezza politica e morale nella coalizione senza attendere la verità giudiziaria, o, forse, senza sperare che la verità giudiziaria cali il sipario sulla vicenda"; questo affinché "non si ripeta quanto avvenuto al Comune di Lecce, dove un assessore sfiorato da una indagine penale qualche anno fa fu revocato dal sindaco, per poi esser reintegrato dopo qualche tempo, sul semplice presupposto che l'indagine si era conclusa senza che egli fosse indagato; in quella circostanza non avvenne alcun chiarimento, alcun dibattito in ordine alle vicende sottostanti, che, pur non assumendo rilevanza penale, presentavano comunque profili inquietanti sotto il profilo morale. Qualche giorno fa quello stesso assessore ha subito due attentati incendiari, il che fa tornare attuali i dubbi irrisolti che all'epoca suscitò la vicenda". Il centrosinistra, secondo D'Agata, oggi come non mai dovrebbe rassicurare i cittadini pugliesi sul fatto che "a differenza del centrodestra, certi comportamenti non sono la regola o il modello cui uniformarsi, ma l'eccezione, e vengono immediatamente e inesorabilmente emarginati".

La questione morale, tanto argomentata in politica, resta il punto nodale da cui lo stesso Vendola sembra intenzionato a ripartire. Ma occorrerà comprendere con che forza. Del resto, l'argomento non è di poco conto, come non lo è neanche a livello nazionale: se qualcuno, infatti, continua a sostenere che gli atteggiamenti del premier o quelli di alcuni politici regionali siano "privati" e "non interessino", và tuttavia rilevato che se son messi in atto con soldi pubblici, una qualche rilevanza pubblica l'avranno, anche perché, in genere, l'elettore vorrebbe dal suo politico che si utilizzassero le risorse economiche per mandare avanti il paese e non per intrattenersi con avvenenti escort. Ci sarebbe poi un tema discriminante: a maggior ragione, la valenza di certi atti diventa pubblica, nel momento che il politico si proclama difensore dei valori di una cultura cattolica, salvo poi dimostrarlo solo a parole o a gesti di convenienza: per intendersi, non si può strumentalmente partecipare al family Day o promuovere campagne antiprostituzione ed antidroga, salvo poi rendere manifesti tradimenti coniugali, giri di escort e festini a base di sostanze stupefacenti, a cura degli stessi membri della "Casta moralizzata".

Dal punto di vista strettamente politico, continua l'avvicinamento lento alla tappa del voto del marzo prossimo: nel centrodestra, il forfait dell'ultima ora di Berlusconi alla Fiera del Levante, con la partecipazione del ministro Scajola, ha spento qualche entusiasmo, rimandando la riflessione e la scelta del candidato da contrapporre all'uscente Vendola. In lizza, al momento, restano le solite ipotesi: quella esterna, di un uomo della società civile, centrista, che permetta un accordo con l'Udc di Casini (tuttavia bocciata dai consiglieri regionali del Pdl in un proprio documento) e quella di un candidato, rimediato nelle file di chi si è seduto all'opposizione nel quinquennio Vendola, con in pole position lo scudiero del ministro Fitto, il salentino doc, Rocco Palese. Ma nulla è ancora deciso. C'è l'Udc da attendere: e, al momento, nonostante le strizzate d'occhio dei vecchi alleati, lo scudo crociato non ha intenzione di bruciare le tappe, ufficialmente in nome della propria vocazione centrista, ufficiosamente perché intende capire cosa succederà al Pd, pronto ad affrontare la fase congressuale. Dalle scelte che emergeranno in quella sede, potrebbero profilarsi nuovi scenari, che moltiplicherebbero le ipotesi del già complesso quadro politico locale. E chissà che le sorprese non tardino a manifestarsi.

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