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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Regione, mossa Udc: Emiliano-Poli per far fuori Vendola

L'ultima ipotesi d'accordo tra lo scudo crociato e il Pd prevedrebbe la candidatura alla Regione del sindaco di Bari con la Poli vicepresidente: Blasi tenta di "salvare" Vendola. Regna l'incertezza

BARI - Incertezza assoluta nel centrosinistra che affronterà le prossime regionali pugliesi: se la sensazione diffusa fino a ieri era che Nichi Vendola, nonostante la diffidenza di Idv, di alcuni settori della sinistra radicale e dei moderati del Pd, vicini a Francesco Boccia, avesse brillantemente superato ogni veto, potendosi ricandidare alla presidenza della Puglia, oggi l'aria sembra diversa. Perché nuove indicazioni arrivano dai contatti tra gli schieramenti in cerca di alleanza. E paradossalmente l'inizio ufficioso della campagna elettorale di Vendola, con una manifestazione il prossimo 15 novembre, potrebbe trasformarsi in un appuntamento in grado di sancirne persino la defenestrazione.

Sì, perché l'Udc ha parlato chiaro: nessun tentennamento sul presidente regionale uscente. La sua sarebbe ormai un'esperienza politica chiusa, ancorata ad una gestione partitica passata: questa fase rende necessario, secondo i centristi, un cambio di prospettive con alleanze in grado di andare oltre le semplici indicazioni e differenziazioni ideologiche, privilegiando progetti amministrativi di largo raggio ed intesa. Sottobanco, dunque, si lavora ad un capovolgimento di strategie che ha del sorprendente: Adriana Polo Bortone resta sempre la candidata ideale per lo scudo crociato, ma le vicende giudiziarie leccesi ne starebbero offuscando la stella; ecco perché urge proporre tattiche alternative. E se Francesco Boccia resta un valido riferimento, la convinzione crescente è che ci sia la necessità di un volto ancora più vincente. Da qui, l'ultima indiscrezione: Michele Emiliano candidato di una nuova asse Udc-Pd, con un coinvolgimento (magari nel ruolo di possibile vicepresidente) della Poli Bortone. Due pezzi da novanta, per un mix esplosivo elettoralmente, che metterebbe alle corde il centrodestra, ancora incerto sul nome del magistrato, Stefano Dambruoso.

C'è da superare lo scoglio Emiliano, perché è lo stesso sindaco di Bari il meno propenso a scendere subito in campo per un ruolo che ritiene necessariamente debba essere dell'amico Vendola. Ma incombe scegliere, perché, dopo la tregua di qualche giorno fa tra Casini e Berlusconi, l'Udc non sembra più così indifferente alle lusinghe del centrodestra e, in Puglia, potrebbe servire un 10% di consenso che fa gola a chiunque. Optare per Vendola potrebbe significare oggi più che mai perdere quell'allargamento centrista, tanto propagandato e promosso da alcuni mesi a questa parte. Lo stesso D'Alema cerca di prendere tempo, sperando in un passo indietro di Vendola, che, tuttavia, è intenzionato ad andare per la sua strada e che sta già lavorando a "La fabbrica di Nichi", un movimento politico di raccolta di idee per la Puglia del futuro.

Sul sindaco di Bari, in queste ore, si registrano i favori dell'Idv, di "Io Sud" e Udc, compreso un 30% del Pd pugliese che l'ha sostenuto nella fase congressuale: ma anche il resto del partito, qualora lo stesso Emiliano scegliesse di sciogliere le riserve, sarebbe pronto a sostenerlo nel tentativo di rivedersi assegnare anche nel ruolo di presidente un ruolo primario nella coalizione.

Sergio Blasi, neo segretario del Pd pugliese, incontrerà nel pomeriggio i consiglieri regionali del partito e proverà a blindare il nome di Vendola, con l'augurio di costringere i centristi a correre da soli, senza contaminarsi con la proposta del Pdl. Nessuno poteva credere che a quattro mesi dalle elezioni, l'unica candidata sicura fosse proprio l'incertezza.

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