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Salute

Trasferimenti da altri reparti in Pronto soccorso: medici rispondono al presidente dell’Ordine

Nelle scorse ore Donato De Giorgi aveva espresso perplessità sull’idea di riportare professionisti da altri reparti alle unità di pronto soccorso in affanno. Il personale del Ps gli invia una lettera

LECCE – I medici di pronto soccorso della Asl di Lecce rispondono alle dichiarazioni del presidente dell’Ordine dei medici, rilasciate nei giorni scorsi. E indirizzano una lettera anche alla direzione generale dell’Azienda sanitaria. Donato De Giorgi aveva infatti preso posizione a favore di una ventina di professionisti che stanno per essere spostati da reparti e dalle quotidiane mansioni per fronteggiare la carenza nei pronto soccorso, esprimendo perplessità su una simile scelta. Di seguito, riportiamo la risposta dei medici che hanno condiviso la risposta indirizzata a De Giorgi e agli uffici di via Miglietta.

“Riteniamo che le considerazioni del presidente dell'Ordine dei medici di Lecce esprimono una forzatura e con essa fatalmente un errore: quello di essersi voluto inserire, mal posizionandosi, tra due opposte posizioni/esigenze.

Da un lato lo stato di necessità di un servizio pubblico indispensabile ed indifferibile come il pronto soccorso (per la cui garanzia di funzionamento può anche essere concepito un “ordine di servizio collettivo”) e le aspettative pur legittime di singoli Medici. Schierandosi nettamente per i secondi e nel contempo indirettamente nutrendo scarsa considerazione per la condizione di estrema sofferenza dei medici del Ps con un “pregiudizio” affrettato quanto improntato a genericità su una situazione molto più articolata e per altri versi eccezionalmente esplosiva.


D'altronde, le soluzioni prospettate dal dott. De Giorgi, di arruolare medici anche non specialisti, del 118, corsisti di Medicina Generale, proposte trite e ritrite, sono semplicemente inattuabili. Perché non ci sono i medici e volontà politico-sindacale di mettere al centro in una gerarchia dei bisogni quello più esiziale: l’interesse collettivo della popolazione per un’emergenza che riguarda il superiore bene pubblico della presa in carico e garanzia dei bisogni di salute della popolazione (Vedi il caso Di Brindisi della Proclamazione dello Stato di Emergenza). Proviamo a dare un contributo di analisi più aderente alla realtà dei fatti. Nel corso degli anni vari colleghi, sono entrati nel servizio sanitario nazionale attraverso la porta delle procedure concorsuali di assunzione nei Ps. Le Mecau sono andati progressivamente sempre in maggiore sofferenza a causa delle ataviche incapacità di intercettazione della domanda di salute del territorio e la speculare altrettanta incapacità di accoglimento delle richieste di salute del sistema ospedaliero, trasformandosi in un grosso ammortizzare e dovendo supplire con sovraccarichi di lavoro esponenziali e responsabilità alla complessiva incapacità del sistema salute nel suo complesso. Una quota parte di questi colleghi ha trovato modo, pur in carico ai Ps, e con procedure, vogliamo definirle “opache” (?) in alcuni casi, di trasferirsi in altri Reparti o collocazioni meno intensive.  Senza la contropartita di personale sostitutivo, contribuendo di fatto a depauperare gli organici medici dei Ps. Altri fattori hanno inciso a tale fenomeno della fuga dei medici dai Ps: le mancate stabilizzazioni dei precari con scelte verso la Medicina Generale e le Specializzazioni, i licenziamenti tout-court per l’insostenibilità del tipo di lavoro. Ma il combinato disposto è di un dramma quotidiano sulle vite dei Colleghi  dei Ps restati al loro posto ob torto collo.

Certamente, al di fuori delle esternazioni formulate dal presidente dell’ Ordine dei Medici, oggi s’impone una valutazione dei singoli casi e le necessarie tutele per quanti effettivamente da garantire. Ma il fenomeno si connota di anomalie che andrebbero chiarite e riportate nell’alveo di un’analisi più equilibrata dove gli interessi personali, dovrebbero contemperarsi con quelli più generali. Perché sono stati inviati dei messaggi inaccettabili:

  1. Se il razionale degli ordini di servizio tra internisti e pneumologi è quello del rischio bournout, allora quale più rischio di bournout per i medici di PS dove nessuno vuole lavorarci? Allora con lo stesso razionale perché non dare a questi ultimi le stesse opportunità?
  2. C’è chi tra i medici del Ps transitati in altri reparti, in diversi hanno provveduto a regolarizzare la propria posizione riproponendosi come vincitori di concorsi specifici od affini alle proprie specializzazioni. Mentre altri non lo hanno fatto e altri non dispongono affatto di specializzazioni.
  3. Se il messaggio è quello che tutti possono trasferirsi in altre collocazioni rispettandone e tutelandone i desiderata, molti dei Medici in organico al Ps, chiederanno di farlo. Ed allora quale saranno le conseguenze e quale la posizione del Presidente dell’Ordine dei Medici? Ci saremmo aspettati diversamente un qualche attestato di riconoscimento per i Medici dei Ps che a fronte degli immani sacrifici, vengono ulteriormente mortificati. Le Mecau hanno arretrati sul Fondo di perequazione da ben 6 anni, senza contare che da oltre 10 anni non vengono assegnati incarichi di Alta Professionalità. Quanto ai bonus, il dott. De Giorgi, sa benissimo che né il Governo, né la Regione, né tanto più l’Asl vogliono/possono intervenire in questo”.

         

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