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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Stroncato a soli 28 anni da un'aneurisma, assoluzione per medico del 118

Non ci fu alcuna colpa professionale, negligenza e imperizia nell'operato di Maria Donata D'Aprile, il medico del 118 intervenuto, il 7 settembre del 2009, per prestare le prime cure del caso a Ernesto Mele, 28enne di Ruffano deceduto alcune ore dopo. Il giudice Stefano Tosi ha assolto l'imputata

LECCE – Non ci fu alcuna colpa professionale, negligenza e imperizia nell’operato di Maria Donata D’Aprile, il medico del 118 intervenuto, il 7 settembre del 2009, per prestare le prime cure del caso a Ernesto Mele, 28enne di Ruffano deceduto poche ore dopo. Il giudice Stefano Tosi ha assolto l’imputata, assistita dagli avvocati Giuseppe Corleto ed Ezio Garzia, dall’accusa di omicidio colposo con formula piena, perché il fatto non sussiste. La dottoressa, dunque, non ha alcuna responsabilità nella morte del giovane paziente. Una morte che, secondo quanto evidenziato dalle consulenze tecniche, fu causata da una dissezione aortica.

La difesa ha dimostrato, anche attraverso le perizie di due consulenti, il corretto operato del medico che, in quella situazione d’emergenza, mise in atto tutte le procedure previste. Una tesi condivisa dal giudice, che non ha accolto la richiesta di condanna, a 1 anno e otto mesi, formulata dal pubblico ministero.

Mele, alcune ore dopo l’intervento del 118, fu accompagnato in ospedale a Casarano. Nel nosocomio, secondo quanto denunciato dei parenti, attese diverso tempo prima che fosse accompagnato in cardiologia e visitato. In reparto la situazione si aggravò, mentre il medico procedeva alla visita il quadro clinico si aggravò, portando in poco tempo al decesso del giovane paziente.

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