rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Casarano

Tentata estorsione dopo l'asta giudiziaria, imprenditore condannato a due anni

Fulvio Alfarano, già presidente di alcune società di calcio del basso Salento, era finito ad ottobre ai domiciliari: avrebbe cercato di impedire ad una coppia di fratelli di entrare in possesso di un capannone aggiudicato tramite asta

LECCE – Si è conclusa con una condanna a due anni di reclusione (pena sospesa) la disavventura giudiziaria di Fulvio Alfarano, imprenditore molto noto nella zona di Casarano, specie negli ambienti sportivi delle serie minori (è stato, negli anni, presidente del Casarano, del Racale e, di recente, del Taviano) accusato di tentata estorsione. La sentenza è stata emessa dal gup Simona Panzera al termine del giudizio con rito abbreviato. L’imputato è assistito dall’avvocato Francesco Fasano. Nei confronti della parte civile, costituitasi con l'avvocato Amilcare Tana, il giudice ha disposto un risarcimento il cui importo dovrà essere stabilito in sede civile.

Alfarano era finito agli arresti domiciliari a ottobre scorso (per poi essere scarcerato pochi giorni dopo) perché, secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe cercato di impedire a una coppia di fratelli di Collepasso (fratello e sorella, per la precisione) di entrare in possesso di un capannone. Una struttura un tempo di sua proprietà quando, all’interno, vi gestiva un’azienda che operava nel settore calzaturiero, e poi espropriato dopo la dichiarazione di fallimento.

ALFARANO FULVIO-3I due fratelli, che avevano intenzione di creare un’attività imprenditoriale in quel magazzino dismesso, erano riusciti ad aggiudicarselo dopo aver partecipato a un’asta giudiziaria bandita dal Tribunale di Lecce. Alfarano, a quel punto, si sarebbe fatto avanti di persona, nel tentativo di impedire che i fratelli entrassero materialmente in possesso del fabbricato. Da una loro eventuale rinuncia, infatti, sarebbe scaturita una nuova asta. Non si esclude che, in quel modo, l’ex proprietario sarebbe riuscito a tornare in possesso dell'immobile. La denuncia delle presunte vittime, che avrebbero ricevuto minacce e intimidazioni, aveva fatto scattare l’inchiesta che ha poi portato alla sentenza di condanna di primo grado dell’imputato.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tentata estorsione dopo l'asta giudiziaria, imprenditore condannato a due anni

LeccePrima è in caricamento