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Martedì, 30 Aprile 2024
Maglie Maglie / Via Ignazio Ricci

Minacce a carabinieri, giornalisti e abitanti di Maglie. Spuntano due scritte sul muro

Due enormi scritte, dai caratteri di colore rosso, è spuntata nella notte in vis Ignazio Ricci, a Maglie, a circa 500 metri dal bar "Gemelli", precedentemente gestito da uno degli 11 arrestati durante l'operazione "Sacro cuore", eseguita dai carabinieri a febbraio. Ora si indaga per tentare di risalire all'autore

MAGLIE – Lui è ancora vivo. E, sembrerebbe, anche piuttosto adirato. Un ignoto "graffitaro", nella notte, ha lasciato un post. Anzi due. Non sulla bacheca virtuale di un social network, ma su quella molto più reale di un muro di Maglie. Sebbene, del suo “profilo”, non ci sia neppure l’ombra.

Se in uno ricorda di essere in vita, nel secondo murales apparso su un edificio di via Ignazio Ricci,  con i caratteri a stampatello minuscolo di colore rosso, parla chiaro: l’autore (o vista la grafia, forse più plausibile che si tratti di un’autrice) intende farla pagare a tutti. I magliesi, in primis. Forse troppo ficcanaso. Non è dato sapere quali dei circa 20mila abitanti, ma sulle categorie si è espresso, eccome: carabinieri (sebbene si parli di "sbirri", Maglie non ha una sede del commissariato di poliza) e giornalisti. I quali, in passato, devono avercela avuta con lui per portarlo fino a questo grado di esasperazione.

Fatta eccezione che per il termine “vivo" - che potrebbe, nello slang, indicare lo stato di libertà di chi è sfuggito al regime carcerario – non ci sarebbero, al momento, altri elementi determinanti che permettano di chiarire l’ambito in cui un simile livore sarebbe lievitato. Uno degli aspetti segnalati da più di un residente, riguarda quella sospetta vicinanza spaziale tra il luogo della scritta e il bar “Gemelli”, che spunta a circa 500 metri di distanza. Potrebbe trattarsi di una semplice coincidenza, ma i carabinieri della compagnia locale, tra i destinatari di quell’avvertimento- giocoso o serio che sia – hanno comunque avviato una serie di indagini, per cercare di fare chiarezza su questo inquietante episodio.

La caffetteria  dei paraggi, infatti, a partire dal mese di agosto del 2012, era stata presa in gestione da Andrea Santese, il 35enne tratto in arresto dai militari dell’Arma del posto, nel corso dell’operazione denominata “Sacro Cuore”, che portò, dopo mesi di indagini, ad undici ordinanze di custodia cautelare in carcere, con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti finalizzata all’approvvigionamento di clienti locali. Tra i quali emersero anche nomi di noti professionisti. Persino un medico che si riforniva di droga durante i turni di lavoro. Quel ba(za)r era utilizzato per cedere cocaina e marijuana, con la compiacenza, e l'omertà,  persino di alcuni commercianti della zona.1-612-62

Il blitz fu eseguito a cavallo tra il 20 e il 21 febbraio di quest’anno, ed ebbe inizio da un maxi furto compiuto nell’omonima chiesa della cittadina che diede i natali ad Aldo Moro, nell’autunno di due anni addietro.  In quell’occasione, una banda di ladri si introdusse nel luogo di culto, trafugando preziosi ed oggetti sacri per un valore di circa 30mila euro. Quella cassaforte fu poi rinvenuta dagli uomini coordinati dal maggiore Andrea Azzolini, e portò all’arresto dei responsabili, inaugurando un altro filone investigativo che condusse alla serie di arresti.

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