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"Lo capisce anche un bambino": genesi di una famiglia arcobaleno

Mattia Zecca è uno scrittore e avvocato penalista leccese che vive ed esercita a Roma. Il suo primo libro, edito da Feltrinelli, è un'autobiografia che alla narrazione della nascita di Lorenzo e Martino tramite Gpa (Gestazione per altri), alterna flashback per raccontare la famiglie di origine sua e del compagno

Nonostante le ricerche internazionali dimostrino che i figli di genitori gay o lesbiche abbiano uno sviluppo emotivo, cognitivo, sociale e sessuale uguale quello dei bambini che hanno genitori eterosessuali, quello dell’omogenitorialità è un tema ancora molto dibattuto. 

Intanto cosa significa? L’omogenitorialità è un termine ombrello che comprende diverse realtà familiari, in cui almeno un genitore ha un orientamento sessuale non eterosessuale. Il 15° censimento generale della popolazione italiana, svolto dall’Istat nel 2011, riporta un totale di 7513 coppie dello stesso sesso che hanno dichiarato di essere unite da un legame affettivo di tipo coniugale; eppure lo stesso istituto precisa che il dato è sottostimato poiché riguarda solo le coppie residenti sotto lo stesso tetto, e molte coppie conviventi preferiscono non fare coming out.

Una preziosa testimonianza a riguardo la offre il libro Lo capisce anche un bambino. Storia di una famiglia inconcepibile (Feltrinelli) del leccese Mattia Zecca.

È il racconto autobiografico della genesi della famiglia arcobaleno di Mattia, Nicola, Lorenzo e Martino; un diario confessione che alla narrazione della nascita di Lorenzo e Martino negli Stati Uniti tramite Gpa (Gestazione per altri), definita in senso dispregiativo e improprio “utero in affitto”, alterna dei flashback per raccontare la famiglia di origine di Mattia, quella del suo compagno Nicola, e del lungo iter cui l’ordinamento italiano ha sottoposto l’intero nucleo familiare per raggiungere un equilibrio giuridico di legittimazione, pur ribadendo che Lorenzo e Martino non sono di fatto fratelli.

Al netto della gioia quotidiana nel costruire questo progetto di vita insieme, il libro è importante per comprendere le difficoltà concrete che bisogna affrontare, perché come dice l’autore: “Per il nostro paese siamo quattro simpatici coinquilini che si vogliono bene e che, se trovassero un buon portiere, potrebbero formare un’ottima squadra di calcetto a cinque. Se solo papà Mattia e papà Nicola sapessero giocare a pallone. È questo, il problema.”

Lo capisce anche un bambino è il racconto di una famiglia felice, perché è vero che Tutte le famiglie felici si somigliano (Anna Karenina, Lev Nikolaevič Tolstòj), e quella di Mattia, Nicola, Lorenzo e Martino non fa eccezione ed è soprattutto una storia d’amore, determinazione e cura.

Per preparare questa intervista, e tenendo a mente che per l’ordinamento del nostro paese la vostra famiglia non è concepibile, ho riletto più volte le direttive e le indagini richieste dal tribunale citate in molti capitoli del libro. Si parla di presidio, turbamento, confusione, competenze genitoriali, idoneità affettiva e potrei continuare a lungo. C’è sicuramente un problema di natura linguistica che si aggiunge a quello di natura umana, politica e giuridica. Sei uno scrittore, e vorrei una riflessione sul peso dell’inchiostro e delle parole.

“Le parole hanno il potere di definire la realtà. Del resto, è il compito che affidiamo alle storie: raccontare identità e vissuti, mostrare le meraviglie e brutture del mondo, avvicinare le persone anche a ciò che – quando non lo si conosce – può apparire distante, può far paura, può sollecitare dubbi. Le parole e, quindi, le storie hanno il potere di farci scoprire molto più simili in realtà, di quanto non si pensi in teoria: è quanto accade, ad esempio, nell’incontro con famiglie come la mia”.

Di seguito alcuni degli stereotipi e dei pregiudizi più diffusi sull’omogenitorialità:

  1. “Per crescere bene, un bambino ha bisogno di una mamma e di un papà”;
  2. “Le persone gay e lesbiche che vogliono avere un figlio sono egoiste perché pensano soltanto a soddisfare un loro volere”;
  3. “Le persone gay e lesbiche che vogliono diventare genitori non pensano all’interesse dei bambini”;
  4. “I bambini non avranno una figura di riferimento maschile (per le coppie di donne lesbiche) o femminile (per le coppie di uomini gay);
  5. “Le relazioni gay e lesbiche sono instabili e non danno garanzia di continuità al bambino”;
  6. “I figli di genitori gay e lesbiche hanno più probabilità di diventare gay o lesbiche anche loro”;
  7.  “I figli di genitori gay e lesbiche avranno problemi rispetto alla loro identità sessuale”.

Cosa ti senti di dire a chi pensa per luoghi comuni o si lascia influenzare dagli stessi?

“Che lo capisco, che è inevitabile essere raggiunti da narrazioni ideologicamente orientate e non sempre è facile comprendere che, quelle narrazioni, non corrispondono in alcun modo alla realtà: è per questo che è importantissimo porsi in ascolto delle vere storie delle persone, che ci raccontano la natura semplicemente per quella che è”.

Per concludere, pongo sempre la stessa domanda agli autori e alle autrici ospiti di Terza Pagina cioè: nella lista dei suoi classici preferiti quale occupa il primo posto? Ce lo racconta in un tweet? Siccome nel prologo e nell’epilogo del libro parli ad un adolescente X, forse al quindicenne che sei stato e ai tutti i quindicenni che si ritrovano a comprendere di avere un orientamento sessuale diverso da quello maggiormente diffuso, vorrei trasformarla un po’ e chiederti di raccontarci il DDL Zan in un tweet.

“È anche dal modo in cui un ordinamento giuridico protegge le persone che sono più esposte alla violenza o alla discriminazione altrui, che si comprende il grado di civiltà e cultura che lo caratterizza”.

Mattia Zecca è uno scrittore e avvocato penalista leccese che vive ed esercita la professione a Roma. Lo capisce anche un bambino. Storia di una famiglia inconcepibile (Feltrinelli)  è il suo primo libro.

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