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Ma non si spengono le polemiche / Tricase

Piazza Pisanelli “affittata” per matrimonio: le immagini della festa

Ieri la celebrazione a Tricase delle nozze che hanno fatto discutere dopo la concessione da parte degli amministratori di Piazza Pisanelli e parte del centro storico a privati

TRICASE - Un matrimonio da 500 invitati nella straordinaria cornice di Piazza Pisanelli, una cassarmonica davanti alla chiesa di San Domenico, un centro storico chiuso per una cerimonia privata e un fiume di polemiche, scaturite dalla scelta dell’amministrazione comunale di Tricase affittare l’area per un evento di questa portata: si sono tenute ieri quelle che ormai, a detta dei più, sembrano le “nozze dell’anno”, se non altro per l’attenzione mediatica scaturita attorno a questo appuntamento che ha diviso l’opinione pubblica e scatenato la politica locale.

Non si parla d’altro da quattro giorni, a Tricase, e, all’indomani del fatidico “sì”, non si ferma il dibattito su un tema che appare semplice e allo stesso tempo complesso, come quello dell’utilizzo esclusivo da parte di privati di beni pubblici. Qualcuno, ironizzando, ha tirato in ballo il riferimento ad una nota scena di un film di Checco Zalone, quando in “Che bella giornata”, lo zio, maresciallo dei carabinieri, inibiva il traffico veicolare per “battesimo del nipote”.

Ma, al di là dei riferimenti cinematografici, la disputa è seria e scalda gli animi. Tutto è iniziato con la delibera della giunta cittadina, presieduta dal sindaco Antonio De Donno, con cui si è concesso per sette ore l’uso riservato di piazza Pisanelli e di parte del centro storico, per «consentire la cerimonia del matrimonio visto anche il numero elevato di partecipanti fra parenti, amici e cariche istituzionali».

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Ne è derivato che, per permettere il corretto svolgimento dell’evento, si sono poi disposti il blocco del traffico e l’interdizione alla sosta delle auto dalle 16 alle 23 in Piazza Pisanelli, via Martiri del 25 Maggio, via Tempio e via Marina Porto. Non solo: chi ha presentato la richiesta di utilizzo dei luoghi, è stato autorizzato anche al montaggio di una cassarmonica sul lato della chiesa di San Domenico, dal 1° giugno al 4 giugno, pagando un canone di occupazione di tremila euro da versare in una sola soluzione.

Da qui, le prime inevitabili polemiche, a cui, dal canto suo, il primo cittadino si è difeso, sottolineando il ritorno d’immagine della città in un evento che vede la partecipazione di invitati, arrivati da più parti del mondo, e ribadendo il coinvolgimento delle attività commerciali del territorio. Altro tema, però, è a chi è stata concessa questa autorizzazione, perché, pur senza conferme, si parla di un funzionario del ministero degli Esteri con origini tricasine: da qui, la seconda questione legata all’idea di una decisione che, in qualche modo, rappresenti un privilegio per pochi, visto che appare difficile pensare che i luoghi possano essere dati in concessione a chiunque ne faccia esplicita richiesta.

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Fatto sta che, ieri, quando gli sposi sono arrivati in vespa, scorrazzando nel centro storico, c’è chi ha sorriso e chi ha storto il naso.

In sede di consiglio comunale, alcuni esponenti dell’opposizione (Giovanni Carità, Antonio Baglivo e Armando Ciardo) hanno protocollato una richiesta di parere di legittimità indirizzata al segretario comunale della città di Tricase, a cui il primo cittadino si è impegnato a rispondere formalmente. Nella propria istanza, i tre rappresentanti dell’assise consiliare rimandano all’articolo 3 della Costituzione italiana in materia di parità di trattamento per tutti i cittadini, senza distinzione di genere, di religione, di lingua, di appartenenza sociale. Il sì è stato pronunciato dagli sposi, ma il “conto” della cerimonia, almeno sul piano delle spiegazioni, è tutto ancora da saldare.

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