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Casa circondariale senza acqua da due giorni, i detenuti invocano aiuto

Il sovraccarico di consumo elettrico ha causato blackout in vari punti della città, ma a Borgo San Nicola le conseguenze, per due giorni, sono state molto pesanti

LECCE - Nel carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, è stata registrata una prolungata assenza di acqua e una limitata disponiblità di energia elettrica.

La tensione è salita alle stelle e solo nelle ultimissime ore il problema pare essere stato avviato a risoluzione, come ha dichiarato la garante delle persone private della libertà del Comune di Lecce. Maria Mancarella, che si è recata nella casa circondariale dove ha incontrato la neo direttrice, Valetina Meo Evoli, e il dirigente Pasquale Somma, potendo ricostruire l'accaduto.

I guai sono iniziati già da martedì dopo un primo blackout delle rete elettrica. Da allora la situazione, all'interno dei blocchi, è progressivamente peggiorata, causando frustrazione e rabbia mentre le temperature, elevate anche di notte, non hanno concesso tregua, essendo i bracci e le celle già di per sé privi di condizionamento di aria. Il giorno dopo, infatti, a distribuzione della corrente elettrica è stata interrotta, a causa di un guasto, in tutta la zona del territorio comunale nella quale si trova il penitenziario. 

Il limitato soccorso fornito dal generatore interno è durato un giorno perché nella mattinata di ieri, giovedì, è andato in blocco, probabilmente per un sovraccarico. Si è deciso dunque di reperire una secondo generatore ma intorno alle 20 l'erogazione di energia sarebbe stata interrotta dal gestore nazionale nella sola area del carcere determinando l'interruzione definitiva della fornitura di acqua: le vasche di accumulo, infatti, si erano intanto svuotate.

Forte si è levata la richiesta di aiuto: senza l'energia elettrica è impossibile fare una doccia e conservare gli alimenti. "Acqua" è stata l'invocazione che si sente ripetutamente in un video girato ieri sera all'esterno del penitenziario leccese e diffuso attraverso i social, con il rumore di sottofondo di stoviglie e arredi battuti con le mani tipico delle proteste dei detenuti. In una sezione in particolare il malcontento sarebbe degenerato per poi rientrare nei ranghi.

Anche l'associazione Antigone, informata della situazione di criticità, si è mossa per sollecitare il ripristino di condizioni di agibilità della vita carceraria, nel rispetto dei fondamentali diritti umani. La referente pugliese, Maria Pia Scarciglia, ha avuto un colloquio con la neo direttrice del carcere, ricevendo alcune rassicurazioni: è stato fatto un incontro con le delegazioni di di tutte le sezioni del carcere e sono state distribuite bottigliette e taniche di acqua. 

"Certamente non posso che esprimere la mia soddisfazione per la soluzione del grave problema - ha poi commentato la garante -, ma nello stesso tempo far sentire la mia vicinanza ai detenuti e alle detenute per i gravi disagi affrontati che vanno purtroppo ad aggiungersi ai tanti problemi da cui è afflitto un carcere ormai vecchio strutturalmente, gravemente sovraffollato e con carenze di tipo sanitario ormai croniche come Borgo San Nicola. Continuerò a monitorare la situazione e darne comunicazione ai tanti familiari che in queste ore mi hanno contattato attraverso tutti i canali a mia disposizione".

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