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Focus su nuovi alloggi a Lecce

Studenti nella morsa del “caro affitti”: proposte e confronto con Capone e Leo

Avviato questa mattina un primo tavolo di confronto delle associazioni studentesche, Udu e Link, con i rappresentanti regionali per raccogliere istanze e soluzioni da sottoporre anche all’attenzione del Governo. Presenti anche Adisu e l’assessore Miglietta

LECCE – La morsa insostenibile delle spese per il “mantenimento” agli studi e la mobilitazione dei giorni scorsi che non ha risparmiato gli studenti universitari delle realtà accademiche di Lecce e del resto del territorio regionale. E proprio sulla tematica calda e controversa del “caro affitti” è partito dal capoluogo, il confronto con le associazioni studentesche voluto dalla presidente del consiglio regionale, Loredana Capone e dall’assessore regionale all’Istruzione e all’università, Sebastiano Leo.

Nel 2018 il costo di una stanza singola per le studentesse e gli studenti leccesi era pari a 186 euro al mese, oggi si parte da una base di almeno 240 euro. Sono partiti da questo dato gravoso, stamattina, a Lecce, nella sede della Regione Puglia di viale Aldo Moro, i rappresentanti delle associazioni studentesche, Udu e Link, già in prima linea, nelle scorse settimane, nella protesta che ha visto centinaia di studenti in tenda fuori le sedi universitarie a causa dell’aumento dei costi per gli alloggi in locazione.

Un grido d’aiuto, e una richiesta di intervento immediato che è stato indirizzato al Governo nazionale, che ha percorso l’Italia da nord a sud, portando all’attenzione delle istituzioni locali una problematica che vede nel caro affitti la punta di un iceberg che si snoda in un sistema ben più complesso che abbraccia i diversi ambiti che incidono sul diritto allo studio: dall’abitare all’energia, ai trasporti, al sommerso.

Nell’incontro odierno i rappresentanti delle associazioni studentesche hanno consegnato alla presidente Capone e all’assessore Leo, una serie di proposte per contribuire attivamente alla definizione di un programma di interventi che possa fornire nel più breve tempo soluzioni concrete e durature. Presenti al confronto anche l’assessore comunale all’Urbanistica, Rita Miglietta e Marco Cataldo di Adisu Puglia.

Si è avanzata, in termini concreti, la proposta di un monitoraggio sullo stato attuale dei prezzi degli affitti a Lecce, così da intraprendere le giuste iniziative per porre rimedio alle situazioni di maggiore svantaggio. Così come si auspicano specifici accordi per la definizione di canoni calmierati e concordati, l’utilizzo dei fondi Pnrr per la realizzazione di strutture di carattere pubblico gestite dalle università o dagli enti regionali, e l’istituzione di un tavolo permanente di contrattazione tra sindacati e istituzioni regionali e locali.

“I fondi del Pnrr che il Governo ha annunciato di voler sbloccare” sottolineano i portavoce degli studenti, “sono destinati per buona parte ai privati, mentre latitano i contributi per la copertura dei costi di affitto, utenze e trasporto e un piano organico di rilancio della residenzialità pubblica per studenti e non”.

Per queste ragioni che alimentano le legittime rimostranze degli studenti la presidente dell’assise regionale insieme all’assessore regionale all’Istruzione e all’università, hanno inteso raccogliere l’appello delle rappresentanze studentesche pugliesi avviando una consultazione al fine di individuare criticità e proposte da mettere sul tavolo delle concertazioni con il Governo. Dopo questo primo incontro a Lecce, nel corso delle prossime settimane il confronto perseguirà negli altri capoluoghi pugliesi.

Gli interventi di Capone e Leo

“Sono 18mila gli iscritti a UniSalento, e il 69 percento di essi risiede in provincia di Lecce. Se i costi degli affitti continueranno ad aumentare molti studenti saranno costretti a fare i pendolari e questo non solo a lungo andare rischia di essere pesante, anche a causa dell’attuale sistema di trasporti intercomunale, ma potrebbe addirittura scoraggiare le nostre ragazze e i nostri ragazzi a iscriversi all’università, con gravi ripercussioni sull’economia e la crescita sociale dei nostri territori” ha commentato Loredana Capone.

“La Puglia, con Adisu, è già avanti e tantissimo sta facendo con le risorse che ha a disposizione” ha aggiunto, “possiamo e dobbiamo lavorare ancora di più sull’integrazione. Solo attraverso l’integrazione tra settori si può trovare, infatti, una logica di migliore investimento. Ecco perché è fondamentale che si lavori a un nuovo concetto di edilizia residenziale pubblica. E questo significa innanzitutto darsi obiettivi chiari nei confronti delle fasce più deboli: giovani coppie, anziani e studenti. È necessario programmare in questo senso oggi che ne abbiamo la possibilità. E, invece, nell’emendamento dei 660 milioni per l’edilizia universitaria del Governo, per esempio, questa attenzione alla fragilità sembrerebbe non esserci”.

La presidente del consiglio regionale lamenta che non vi siano “nessuna regola, nessun vincolo a tutela degli universitari, e le tariffe, addirittura, potrebbero essere decise discrezionalmente dagli affittuari anziché prevedere piuttosto un accordo con i Comuni per calmierare i prezzi. Si rischia di sciupare una grande occasione: per gli studenti, e per le istituzioni che potrebbero, per esempio, approfittarne per investire sul recupero di tutti gli edifici pubblici vuoti e in degrado”.

L’assessore Sebastiano Leo è partito invece dalla constatazione sulla Puglia come eccellenza per il diritto allo studio sia per quanto riguarda le borse di studio (perché tutti gli aventi diritto oggi possono contare sulla loro borsa), sia per quanto riguarda l’investimento nelle residenze universitarie.

“La Regione Puglia è pronta a fare ancora di più, ma lo Stato deve stanziare maggiori risorse per la gestione e darci l’opportunità di intervenire sulla carenza dei posti alloggi” ha puntualizzato Leo, “c’è una specie di bolla speculativa e per questo, proprio qualche giorno fa, ho scritto una lettera alla ministra Bernini affinché l’Italia si allinei con gli altri Paesi europei che in questi anni hanno investito ingenti risorse sull’housing studentesco e sull’attrattività delle loro città universitarie, affinché con le conseguenze del caro affitti non si disperda il nostro più importante capitale, quello umano. E soprattutto affinché il diritto allo studio sia garantito a tutte e tutti. Un diritto che anche attraverso le residenze deve essere pubblico”.

Focus su Lecce città universitaria

La Puglia è considerata ormai la prima delle regioni del Sud per quantità e qualità di progetti legati all’ampliamento dei posti-alloggio universitari: dai concorsi di progettazione e workshop di progettazione partecipata per la riqualificazione degli immobili di pregio da destinare a nuove Case dello Studente, come ad esempio il concorso per la riconversione dell’ex-convento dei Carmelitani Scalzi di Lecce (ex Caserma Cimarrusti) che trasformerà un edificio in disuso nel centro storico di Lecce in una nuova residenza con 80 posti letto e nuovi spazi per gli studenti e la città.

Oppure il concorso di progettazione per l’ex Galateo che, all’interno di un progetto di social housing, prevede anche una quota parte, 18 nello specifico, di nuovi posti alloggio a disposizione degli studenti universitari.

E, ancora, il progetto per l’ampliamento della residenza “Ennio De Giorgi”, approvato dal Comune di Lecce, con cui aumenteranno i posti alloggio a disposizione degli studenti passando da 106 a ben 258 unità.

“Abbiamo massimizzato tutte le risorse che sono state messe in piedi dal Ministero e dalla stessa Regione” ha spiegato Marco Cataldo di Adisu Puglia, “per la creazione di posti alloggio. Contestiamo la scelta del Ministero di aver messo altri 600 milioni sull’edilizia residenziale studentesca destinati sia ai pubblici, ma soprattutto ai privati. Un bando un po’ anomalo perché va nella sola direzione della gestione, il che significa che tutti possono candidare il proprio immobile e se hanno i requisiti potranno ottenere il finanziamento, ma non definisce alcun vincolo e, anzi, lascia libera scelta sulle tariffe”.

“Quello che si è fatto negli ultimi anni è stato straordinario”, è intervenuta l’assessora comunale all’Urbanistica, Rita Miglietta, presente all’incontro in rappresentanza del Comune di Lecce.

“La Regione ha messo in piedi un meccanismo innovativo e negli ultimi cinque anni c’è stata una grande condivisione tra Regione e amministrazione comunale sulle politiche urbanistiche, sull’idea che gli studenti devono vivere pienamente la città, non stando solo in un quartiere o in un campus e devono potersi muovere liberamente”.

“Lecce è una città che non ha grandi fratture e, potenziando la mobilità intercomunale, può essere sempre più accogliente. I progetti finora in campo sono di grande qualità, dal De Giorgi all’ex Caserma Cimarrusti, allo stesso Galateo. E stimolare il privato a riqualificare un capitale di edifici dismesso è giusto” ha concluso l’assessore comunale, “ma è importante che ci siano dei vincoli per garantire accessibilità piena agli studenti. Il Comune è naturalmente disponibile a mettere in campo anche propri immobili da destinare a questo scopo”.

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