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Ex Bat, non si fa l’incontro al ministero: lavoratori dal prefetto, proteste imminenti

Il tavolo in programma per l'8 di gennaio, è stato ancora una volta rinviato a data da destinarsi. I sindacati confederali incalzano: "Ministero dello Sviluppo economico è garante dell'accordo di riconversione". Ma i margini sono ridotti al lumicino

LECCE – Ex Bat, nemmeno a parlarne. E’ stato infatti rinviato a data da destinarsi il tavolo ministeriale convocato per domani presso il dicastero dello Sviluppo economico. E non è la prima volta che l’incontro salta.

Cgil, Cisl e Uil sbottano: “Ci chiediamo – è scritto in una nota congiunta della sigle confederali - che cosa dobbiamo ancora attendere, visto e considerato che, nel frattempo, a fine dicembre, i 32 lavoratori della Ip Korus hanno ricevuto la lettera di licenziamento e che nessuna certezza vi è neanche per i 160 lavoratori della Iacobucci, attualmente in cassa integrazione straordinaria e con un’azienda in procedura di concordato preventivo”.

La sorte dello stabilimento di viale della Repubblica appare segnata: la riconversione annunciata in pompa magna nel 2010 – dopo che la British American Tobacco aveva deciso di dismettere la produzione di sigarette – è stata un fallimento pressoché completo. Ma l’accordo sancito al Mise ha permesso all’azienda di esimersi da ogni responsabilità rispetto all’esito effettivo dalla reindustrializzazione del sito con le nuove aziende coinvolte.  Secondo l’attuale sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova, la riconversione è stata un “imbroglio”.

Eppure proprio la deputata salentina è additata, insieme a molti altri rappresentanti istituzionali del territorio, come responsabile della mancata vigilanza sui passaggi che poi hanno portato all’esito odierno. Ma i sindacati confederali non se la passano meglio: forte è la diffidenza delle maestranze, soprattutto di quelle che a più riprese hanno sfilato negli ultimi mesi.

Una loro delegazione, insieme ai segretari provinciali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, è stata ricevuta questa mattina in Prefettura. Se non dovesse essere comunicata una nuova data per il tavolo romano saranno attuate iniziative di mobilitazione: “Gradiremmo – si conclude la nota - che gli stessi sforzi profusi per la risoluzione di altre vertenze in sede ministeriale, venissero fatti anche per salvare duecento famiglie di un territorio già martoriato dalla crisi occupazionale ed economica. Ricordiamo che il ministero dello Sviluppo economico, nell’accordo di riconversione, ha un ruolo proattivo in quanto garante della sua attuazione.

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