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Primo maggio, grande festa del precariato. Un giovane su due è rimasto senza certezze

Bilancio funesto, anche quest'anno, per quanto riguarda l'occupazione e la ripresa produttiva, che non mostra segni di ripresa. Preoccupanti gli ultimi dati Istat, in provincia di Lecce non si sta meglio, sindacati agguerriti. L'Europa ed il governo tentano adesso la carta della 'Youth guarantee'

LECCE – Primo maggio, tutti a casa. E per molti italiani questa giornata, purtroppo non fa più da spartiacque tra la normale routine del lavoro e la giornata di festa. Tutti a casa, infatti, è una frase che fa rima con il terrore di perdere il posto di lavoro e con la desertificazione dell’industria tricolore.

Anni dopo l’esplosione della crisi mondiale nessun settore produttivo, del resto, mostra segni di ripresa. Ed è una realtà tristemente nota ai più giovani: i dati sull’occupazione forniti dall’Istat sono freschi di giornata e precedono di poche ore i festeggiamenti e i grandi concerti del 1° maggio. La festività, istituita anni or sono per celebrare le vittorie operaie e le conquiste sull’orario di lavoro, è più che mai attuale in un periodo storico che registra un vistoso passo indietro sui diritti e le tutele della classe lavoratrice.

I dati Istat, dicevamo, offrono una fotografia impietosa e non incoraggiano gli slanci ottimistici: un ragazzo su due è precario e i disoccupati tra i 15 ed i 24 anni ammontano 683 mila. Il tasso di disoccupazione è rimasto invariato (13 per cento) e 3 milioni e 248 mila persone sono ufficialmente sprovviste di un impiego.

Restringendo il campo d’osservazione, la provincia di Lecce sembra navigare nelle stesse tempestose acque, del tutto allineata con il trend che caratterizza il Mezzogiorno. Lo rileva il report 2013 dell’Osservatorio del mercato del Lavoro di Palazzo dei Celestini: tassi di occupazione in decrescita, tasso di inattività ancora in aumento, contratti di lavoro mediamente sempre più brevi e prevalentemente a tempo determinato (oltre due terzi del totale). Se il “posto fisso” diventa un miraggio, un lusso per il 10 per cento della popolazione locale, a risentirne di più è, come da copione, la parte femminile

L’unico appiglio è rappresentato dal comparto terziario (servizi, turismo e commercio), che in qualche modo rema contro corrente, confermando una tendenza in atto da tempo nella struttura socio-economica leccese: la trasformazione da un'economia agricola ad una basata sui servizi (anche e soprattutto avanzati).

Ma ciò non basta a rasserenare né i lavoratori (o aspiranti tali) né i sindacati: “L’occupazione non si crea cambiando in peggio le regole del mercato del lavoro, soprattutto quando queste rischiano di aumentare la precarietà” tuonano i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil che da tempo hanno suonato la campanella d’allarme sull’emergenza occupazione e cassa integrazione in esaurimento.

Per quanto riguarda la Cig, infatti, nel periodo gennaio - marzo 2014, risultano coinvolti oltre un milione di lavoratori, 37 mila solo in Puglia. “I lavoratori in cassa integrazione continuano a perdere salario: ogni lavoratore, in Cig a zero ore già nel primo trimestre del 2014, ha perso oltre mille e 900 euro al netto delle tasse e c’è stata una riduzione nel monte salari di oltre un miliardo di euro nelle tasche dei lavoratori coinvolti”, precisano Salvatore Arnesano, Piero Stefanizzi, Salvatore Giannetto che ricordano come quest’anno, non a caso, i sindacati confederali abbiano scelto di celebrare la festa a Pordenone, città sede dello stabilimento Electrolux, dove è in atto una vertenza simbolo dello smantellamento delle politiche industriali.

Ma quella del 1° maggio 2014 sarà anche la data di avvio del “Programma garanzia giovani” frutto di un patto che il governo intenderebbe stringere con le giovani generazioni. “Il Programma funzionerà solo a patto che verso quest’unico orizzonte convergano tutte le Regioni, tutte le associazioni datoriali e di categoria, tutte le imprese. Per me è il modo migliore, concreto, di celebrare la festa del lavoro”, spiega il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova. 

Ed a proposito della ‘Youth Guarantee’ , Bellanova spiega che verrà stretto un patto con i ragazzi dai 15 ai 25 anni che non studiano e non lavorano: un bacino potenziale di 900mila giovani che, grazie al progetto sostenuto dall’Unione Europea, potrà avere un’opportunità di reinserimento nel mondo della formazione o nel mondo del lavoro in 24 mesi. “L’apporto di tutti, in questo caso come non mai, è fondamentale. Ed è fondamentale lavorare per sradicare radicalmente quel meccanismo micidiale che porta i ragazzi a perdersi, senza formazione, senza lavoro, senza prospettive, senza speranza”, ha commentato il sottosegretario Bellanova. 

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