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Venerdì, 26 Aprile 2024
Economia

Sanitaservice, "figli di un Dio minore". Scatta il presidio di protesta alla Asl

La delegazione trattante si è riunita per deliberare la nuova organizzazione del lavoro e la sostituzione dei referenti a partire dal 1° dicembre. Usb, esclusa dal tavolo, ha diffidato invece la Asl organizzando un presidio di protesta in via miglietta nel primo pomeriggio

LECCE – Spirano venti di tempesta, come sempre, in casa Sanitaservice. A causa del mancato passaggio al tempo pieno, infatti, nonostante le buone intenzioni espresse dall’azienda sanitaria locale, una parte dei lavoratori della società in house ha organizzato un nuovo presidio di protesta all’ingresso della palazzina della direzione generale.

Questi dipendenti, confluiti in Sanitaservice in virtù del processo di internalizzazione, continuano a lamentare un comportamento, a loro dire, fortemente discriminatorio: “In tutte le aziende sanitarie della Regione Puglia si è provveduto al passaggio fino al tempo pieno, quindi fino a 35/36 ore per tutti i dipendenti, con la sola eccezione della Asl di Lecce”. Mesi di incontri, trattative, interminabili riunioni, promesse e calcoli del monte ore disponibile sarebbero serviti, dunque, a ben poco. Giusto a scucire un aumento fino a 30 ore settimanali in virtù di un presunto “contratto ricatto”.

“Il direttore generale Valdo Mellone – tuonano loro -  ha pensato bene di non rispettare l’accordo sottoscritto con il sindacato Usb  e con le Rsu il 19 Settembre 2014, che prevedeva il passaggio a 30 ore dal 1° ottobre 2014 di tutti i dipendenti della Sanitaservice, il passaggio a full time entro il 2014 degli stessi e la modifica delle attuali linee guida regionali che intendono riportare all’esterno il servizio informatico della Asl di Lecce, appena internalizzato”.

Peraltro, per effetto di un accordo sottoscritto con sindacati confederali il 25 settembre, i dipendenti della Sanitaservice di Lecce operanti nei distretti di Campi Salentina, Copertino, Nardo’ , San Cesareo, Martano, di fatto non avrebbero potuto neppure usufruire dell’arrotondamento fino a 30 ore settimanali.

Ma c’è di più. Perché la miccia che ha scatenato il fuoco odierno è nella mancata convocazione di un tavolo per la verifica delle ore disponibili per il passaggio a full-time. “Allo stesso modo nessuno ha finora provveduto alla convocazione di un altro incontro, quello tecnico, che invece l’assessore regionale alla Sanità, Donato Pentassuglia, si era impegnato a convocare entro la fine di settembre”.

Usb è entrato in forte polemica direttamente con Valdo Mellone a causa della convocazione di un tavolo di delegazione trattante di comparto, composto dai sindacati firmatari del contratto di categoria e dall’amministratore unico della società in house, Lorenzo Martello, finalizzato a ridiscutere l’organizzazione del lavoro interno.  Il nuovo accordo, raggiunto oggi in via Miglietta, ha punta ad una modifica dell’attuale modello organizzativo al fine di migliorare la qualità dei servizi resi da Sanitaservice.

E, nello specifico, prevede la sostituzione degli attuali referenti, indicati dal numero uno di Sanitaservice, a partire dal prossimo mese. I sostituti  faranno ora capo ai direttori di dipartimento e ai coordinatori di reparto. Ma l’Unione sindacale di base ha avuto da ridire rispetto al fatto che la delegazione trattante abbia deciso da sé, escludendo dal tavolo la Rsu aziendale (regolarmente eletta da oltre il 90 per cento dei dipendenti della stessa società) mentre Usb, da sola, ne rappresenta il 40 percento. E per questa ragione ha inviato una diffida all’indirizzo di Valdo Mellone.

La posizione delle altre sigle sindacali, convocate al tavolo, è stata invece di ben altro tenore. Soddisfazione per l’esito dell’incontro è stata espressa, infatti, da Silvio Cataldi di Cgil Sanità che ha auspicato l’inizio di una nuova fase per Sanitaservice, caratterizzata da un “impiego più razionale del personale in funzione dei bisogni effettivi della Asl”. Allo stesso modo Dario Cagnazzo di Fsi ha spiegato che il nuovo modello dovrebbe produrre una maggiore efficienza così come Antonio Tarantino della Uil Fp ha auspicato che si possa verificare un salto di qualità nei servizi finora prestati dalla società in house. Fabio Orsini di Cisl Funzione pubblica ha espresso condivisione per il percorso, sostenendo che si è imboccata la strada giusta “per portare al full time dei lavoratori in tempi brevi”.

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