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Monte dei Paschi: la vertenza sbarca in Provincia. Ma la banca frena

Sindacati e gruppo bancario convocati a Palazzo Adorno per un incontro preliminare. Preoccupazioni per i 400 dipendenti del back office e chiusura filiali ma Mps ribadisce: "I posti di lavoro, a Lecce, non sono a rischio"

LECCE - Palazzo Adorno ha ospitato il primo confronto tra le parti sociali, preliminare all'apertura della vertenza vera e propria che, toccando anche il nostro territorio, sarà di casa nel quartier generale del gruppo bancario, a Siena. Al tavolo convocato dal presidente Antonio Gabellone, insieme ai rappresentanti della banca e dei sindacati, è stato messo un primo punto fermo: accedere un faro istituzionale sulla vicenda che rischia di scippare il Salento di ben 400 posti di lavoro.

 

La tensione tra gli addetti ai lavori, infatti, cresce di giorno in giorno sebbene Mps cerchi di mettere un freno: "Siamo agli albori della trattativa e ci troviamo a ragionare di qualcosa che non è ancora avvenuto. Inoltre l'impatto della chiusura delle filiali sul territorio salentino, sarà veramente limitato se non prossimo allo zero". Ed ecco la giustificazione del discusso piano aziendale per il quadriennio 2012 – 2015: "La banca, per stare sul mercato, ha bisogno di ristrutturare, ma a livello nazionale ha dato indicazioni chiare sulla volontà di non licenziare nessuno".

Il futuro occupazionale non è ancora delineato ma i sindacati – nonostante i condizionali del caso - non sembrano scorgere uno scenario "roseo": a Lecce è presente, infatti, un Consorzio (una società con capitale proprio, interamente controllata da Mps) che gestisce le attività di back office. Nelle intenzioni del management, questo ramo d'azienda dovrebbe essere esternalizzato e i dipendenti ceduti a società terze, anche al di fuori del perimetro bancario. L' operazione commerciale, in cui i nomi dei possibil partener sono del tutto sconosciuti, che porterebbe alla creazione di una new company in cui rientrerebbe anche Mps, in qualità di socio maggioritario o minoritario.

L'affidamento del back office in esterno fa nascere, negli interessati, il duplice sospetto di non vedersi più applicate le tutele del proprio contratto di categoria e che questo sia solo il primo gabellone-8passo verso la cassa integrazione o la mobilità. Addirittura preludio di un "licenziamento", secondo i sindacati, disposto non dalla banca, ma dai suoi partner. "Senza dimenticare che l'esternalizzazione tocca anche la struttura centrale della rete bancaria", aggiungono.

Anche la paventata chiusura delle filiali (400 in tutta Italia) non dovrebbe risparmiare il Salento: i sindacati annunciano, infatti, la chiusura della sede di via Templari, nel cuore del capoluogo, ed il presunto trasferimento del personale in filiali limitrofe. "Teniamo alta l'attenzione - ribadiscono i rappresentanti sindacali al presidente Gabellone – pèr evitare brutte sorprese".

Il campanello d'allarme è suonato e la vicenda Mps, del resto, non sta passando in secondo piano: i consiglieri salentini del centrodestra (Rocco Palese, Antonio Barba, Andrea Caroppo, Erio Congedo, Roberto Marti e Mario Vadrucci) hanno già presentato un ordine del giorno sulla vertenza, da discutere lunedì in Consiglio regionale.

 

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