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Lunedì, 29 Aprile 2024
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"La cultura non basta", Luigi De Luca presenta il suo libro ai Cantieri Koreja

Nel corso della sua carriera l'autore si è occupato di teatro, cinema, musei e tanto altro. "Si tratta di un libro contro l’industria della cultura per un arte capace di fare comunità" afferma. Il ricavato della vendita sarà destinato alla promozione di alcune iniziative in Kenia

LECCE - Sabato 7 ottobre alle ore 18.30 il foyer dei Cantieri teatrali Koreja di Lecce ospiterà la presentazione del libro La cultura non basta di Luigi De Luca, appena uscito per Edizioni dell'Asino, casa editrice coordinata da Goffredo Fofi. 

Dopo gli studi in semiologia a Bologna, De Luca sceglie di tornare in Puglia dove approda alla carriera pubblica. Si è occupato di teatro, cinema, musei, biblioteche e cooperazione euro-mediterranea. La gestione del patrimonio culturale in una prospettiva di cooperazione territoriale è il campo nel quale si colloca il suo impegno attuale.

In occasione della presentazione del testo, dialogheranno con l'autore il sindaco Carlo Salvemini, l'architetto e docente di scenografia virtuale alla Sapienza di Roma Luca Ruzza, e Georgia Tramacere di Teatro Koreja. Coordinerà l'evento Pierpaolo Lala, giornalista e operatore culturale. 

Il ricavato della vendita del libro è destinato a Huipalas che a Kijiji, in Kenia, coltiva il sogno di una comunità per l’arte e la cultura.

Perché la cultura non basta?

Il riparo cauto nelle case e dietro le mascherine non è bastato contro lo spaesamento e la paura che ha colto la gente durante la recente pandemia. Dopo aver percepito l’incertezza di come sarebbe diventato il mondo, le persone ne sono venute fuori davvero migliori, come tutti speravano? E' mancato un antidoto per l’isolamento, un immaginario possibile e sostenibile per l’animo umano, un sentirsi comunità capace di dare risposte collettive alle attese di futuro. 

“La più grande trasformazione sociale che l’umanità ha vissuto è stato il crollo delle comunità locali, determinato dalla rivoluzione industriale e dall’avanzata del capitalismo. Lo Stato e il mercato hanno soppiantato i tradizionali legami di solidarietà costitutivi della comunità - scrive De Luca. Lo Stato attraverso i suoi funzionari e il mercato attraverso la propaganda hanno ridisegnato l’universo dei bisogni e delle aspettative di una umanità privata degli ancestrali punti di riferimento e trasformata in massa amorfa".

Si tratta di un libro contro l’industria della cultura per un arte capace di fare comunità. In questa prospettiva il teatro riveste un ruolo centrale. Infatti, come scrive ancora De Luca “l’eterno e immateriale presente, al quale ci condannano la civiltà delle immagini e la simultaneità della cultura digitale, ha bisogno del teatro come esercizio di memoria collettiva ed esperienza fisica e della vicinanza dell’altro, elementi imprescindibili della vita”.

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