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"Notte Bianca", una festa di sonorità sotto il barocco

Una grande festa che ha coinvolto tutta la città, dal centro alla periferia, con spettacoli di rilievo e musica fino all'alba. Fra gli artisti di primo piano, i Tiromancino e gli Après la Classe

Tutto in una notte, per riscoprire il volto della città abbagliato da mille riflettori, trasformata in un catino ribollente di attrazioni. Via le ombre del buio, questa seconda edizione de "La Notte Bianca" regala ore di spassionata leggerezza, ma agli osservatori più attenti offre anche l'idea delle molteplici potenzialità attrattive di una Lecce che spesso si nasconde dietro a quella sua rinomata aria signorile e sorniona, per rifuggire il chiasso. E invece, le armonie arzigogolate dei monumenti barocchi sembrano quasi aver voglia di danzare seguendo ritmi e colori, diventando scenario ideale per le note che si fondono da un vicolo all'altro. Procedendo per la città-evento ci si accorge così come tanti angoli assumano un fascino diverso e insolito, quasi nascondessero dietro facciate austere un'anima giocosa e bambina. La kermesse classe 2008 è un successo, insomma, e sa soddisfare tutti i palati. Una combinazione ben riuscita, con qualche evitabile pecca, specie sotto il profilo logistico. Dolori di crescita, si potrebbe dire: "La Notte Bianca" è un bel balocco che può e deve migliorare negli anni. Basta fare tesoro dell'esperienza.

Mancano ancora i numeri ufficiali, ma, superata la soglia delle 3 del mattino, parlando anche con diversi commercianti che iniziano a contare i soldi in cassa, si forma il concetto che rispetto alla prima edizione vi sia stato un afflusso di pubblico inferiore, per quanto pur sempre notevole. Giocano a svantaggio, quest'anno, due fattori. Il primo è il maltempo: piove fino a pomeriggio inoltrato, e questo influisce sulla decisione di chi viene da fuori di avventurarsi in un possibile nubifragio. Nubifragio che invece non ci sarà, spazzato via da una tramonta un po' subdola. Il secondo è il "ponte". Mancano all'appello tanti leccesi (e salentini in generale) che hanno scelto di imboccare altre vie, lontano dalla città. Ma i visitatori sono tanti, e provengono davvero da tutta la Puglia. Lecce per una notte parla tutti i dialetti, e anche molte lingue straniere.

Scegliamo un percorso ideale, per assaporare un mix di tutta la festa e percorrere questa grande avventura nel cuore della notte, fino alle soglie dell'alba. In auto, lontano dai viali trasformati in fiumi in piena di auto, entriamo nel rione di Santa Rosa. Qui è più semplice trovare un parcheggio. Poi, a piedi lungo viale De Pietro, per la prima tappa, quando la lancetta sta per spostarsi sulla mezzanotte: la Villa Comunale. Il polmone verde della città, l'unico centrale, ospita selezioni di musica classica a cura di Eraldo Martucci. Al centro un concerto di fiati, intorno diverse persone. Ci sono anche molti giovani. Chi l'ha detto che amano tutti diventare sordi in discoteca? La riscoperta dei classici di Rossini è probabilmente l'unico momento di relax di una notte altrimenti ultra movimentata. Qui è terra di frontiera, introduzione per chi si addentra nel vivo. Dall'atrio della Prefettura, dove fra le arcate trovano ancora spazio mobili di una mostra d'antiquariato, si accede così a via Umberto I°. Un piccolo accesso ad una grande festa di suoni pizzicati. Le melodie del Salento riunite nel cuore dell'arte barocca, fra Santa Croce e la facciata di Palazzo dei Celestini. Sul palco, sta andando in scena l'esibizione dei Su d'Est. La folla salta e segue i ritmi impazziti del violino, poi la musica si blocca e dalla piazza si leva in cielo il "lariò-lariò-lallero, lariò-lariò-lallà" che per i salentini è ormai un inno festoso alla riscoperta delle radici.

Un passo indietro, dopo questo improvviso tuffo nella tradizione popolare, per attraversare viale XXV Luglio dove passa un bus urbano. Alle sue spalle, una scritta luminosa: "Notte Bianca". Si ferma, lascia scendere gli ultimi arrivati, poi svolta. E intanto, via Trinchese è un fiume in piena. A metà strada, nei pressi della pasticceria "Nobile" la postazione di RadioNorba. In alto, campeggiano i "Tiromancino", fra le grandi attrazioni di questa edizione. Ma la scelta della location e tutt'altro che felice. Via Trinchese, già di suo stretta, pur essendo il principale ingresso alla piazza: si forma così un imbuto umano con spintoni, strattoni, parole grosse e qualche momento di tensione. Impossibile godere le loro melodie, "la descrizione di un attimo", quello in cui si cerca di avere accesso alla piazza, è in questo caso delirante. Ma per fortuna a più riprese il "tappo" si stura e si riescono a fare cinque metri alla volta.

Quando si arriva in piazza Sant'Oronzo, inevitabile è una boccata d'ossigeno. Sosta di rito, su una sedia davanti al palco (qui si alterneranno Tiziana F., Banda Brasil, Gabriele Poso & The Youruba Soul Orchestra), poi per una birra ghiacciata al bar ed una visita agli stand enogastronomici sotto Palazzo Carafa. Sant'Oronzo, da lassù, osserva e benedice impassibile il suo popolo, illuminato ora di blu, ora di rosso, sotto effetti stroboscopici. Dopo la pausa, via di nuovo in mezzo alla fiumana, per farsi trasportare lungo corso Vittorio Emanuele, superando vari paesaggi umani (frotte di giovanotti agghindati per la festa, giovani mamme con carrozzine, qualche girovago con il sacco in spalla) e sbucare da Porta Rudiae, richiamati dai suoni latino-americani. E' davvero una festa di suoni, che diventano quelli assordanti della dance quando si svolta per viale dell'Università. Una discoteca sotto le stelle, e l'impressione che il pericoloso "viale giardino" sia una volta tanto veramente valorizzato. Musica, locali, chioschi per un'altra birra fresca, crepes alla Nutella e niente auto a sfrecciare impazzite su questa sorta di rampa di lancio.

Peccato che la magia della notte stia per finire e che tutto tornerà come prima. Meglio non pensarci, allora, e infilarsi nella lunga fila di giovanissimi che si muovono fin dentro San Pio lungo via Dalmazio Birago per raggiungere l'area nei pressi dell'ex Manifattura Tabacchi dove si svolge l'evento di maggior richiamo: il concerto degli Après la Classe. La smisurata costruzione di cemento ha un aspetto inquietante, con tutte quelle finestre, come orbite vuote spalancate sul nulla, ma quando si svolta verso la zona del concerto, non sembra più di stare a Lecce. Migliaia di giovani accalcati, mani che si agitano, parole che riecheggiano nella notte seguendo le ritmiche inconfondibili degli Après. Il tocco conclusivo di una "Notte Bianca" che ha trasfigurato il volto della città, rievocando, dal centro alla periferia, il suo animo più esuberante e festoso.

Il programma completo.

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