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Domenica, 28 Aprile 2024
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I roghi per combattere i roghi. In Puglia da due anni attesa attuazione della legge per l’uso del “fuoco prescritto”

Un rimedio efficace per contenere gli incendi boschivi. Consiste nella bruciatura delle biomasse erbacee. Il problema è per che per utilizzarlo come soluzione, è necessario che la giunta regionale dia esecuzione alla legge di due anni fa

LECCE – Il fuoco per contrastare il fuoco. La tecnica del “fuoco prescritto” è una efficace soluzione contro gli incendi boschivi, già contemplata assieme ad altre misure dalla legge regionale della Puglia dell’aprile del 2021 in tema di roghi e assorbita dai piani Aib, antincendio boschivi. C’è però un problema: manca il regolamento attuativo da parte della giunta che, non avendo mai dato formale esecuzione a quella legge, non consente di utilizzare al momento la procedura del "fuoco prescritto", già in uso nelle zone martoriate dai roghi di Stati Uniti, Australia, Spagna e Portogallo.

La tecnica si basa sull’obiettivo di abbattere un’ingente quantità di biomassa erbacea proprio attraverso il fuoco. Un modo per evitare l’escalation di incendi boschivi, dunque, appiccando roghi su aree verdi limitate da zone di protezione. Il tutto ovviamente con una cabina di regia e con tanto di simulazioni al computer, operatori specializzati e previa presenza di gruppi interforze e di vigili del fuoco per via della sicurezza richiesta dalle delicate operazioni. Quella del “fuoco prescritto” è una tecnica molto dibattuta e certamente inquinante. Ma con conseguenze meno impattanti di quelle provocate dagli incendi rovinosi che negli ultimi anni hanno colpito il Salento. Il fuoco utilizzato avrebbe un potere rigenerativo sulla fitocenesi, stimolando la vitalità dei terreni.

Proprio nelle ultime ore il vicepresidente del Consiglio regionale, Cristian Casili, ha depositato una richiesta di audizione per spronare la giunta a pettinare questo nodo burocratico. Una sollecitazione che ha trovato concordi anche i componenti dell’Ordine degli agronomi della provincia di Lecce e gli esperti del settore che, nei Paesi dell’Europa mediterranea, stanno utilizzando il “fuoco prescritto”. In questo modo si potrebbe potenziare tutto l’apparato di sostegno per l’uso del “fuoco prescritto”: in primis, la formazione e l’incremento del personale forestale e dell’Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali.

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